Voglio raccontarvi la mia esperienza di Coach senza tablet a Singapore
Ciao a tutti! Come sempre vi continuo a scrivere dall’Asia e volevo condividere con voi un’esperienza che ho fatto alcuni giorni fa in qualità di Coach a Singapore.
Ho passato un bellissimo pomeriggio al “Singapor Botanic Garden” e, immerso in questa fantastica oasi di verde, ho visto tanta gente intenta ad osservare piante e animali, fare jogging o scattare delle fotografie. Ma non ho potuto fare a meno di notare anche che molte persone erano profondamente impegnate a destreggiarsi con smartphone o tablet.
Ovviamente ognuno è libero di farlo, ma l’osservazione che mi è venuta spontanea è stata: “Può essere normale guardarsi un video o un film mentre si passa un’ora sulla metropolitana, ma come si può trafficare con un aggeggio elettronico mentre si passeggia immersi nella natura?” Semplice, dirà qualcuno, ognuno si rilassa e si diverte come vuole. E io replico che potrebbe essere una risposta data a occhi chiusi.
Il piacere di un Coach senza tablet in giro a Singapore
Stiamo vivendo in un periodo in cui la tecnologia ha raggiunto altissimi livelli, impensabili già pochi anni fa. È bellissimo poter condividere una foto su un social network, ricevere una mail sul telefonino o addirittura fare una videochiamata con qualcuno dall’altro capo del mondo. Ora tutto è facile e possibile; sicuramente questo ha facilitato e in alcuni casi migliorato la qualità della nostra vita.
Paradossalmente però, in questa era di grandi servizi e comodità si sente sempre più parlare di “insoddisfazione”, “depressione”, “solitudine” e via di seguito con tutta una sequela di sensazioni negative che affliggono “l’uomo moderno” e lo allontanano sempre di più dalla felicità.
Quale potrebbe essere l’anello di congiunzione tra le due cose anzidette?
Mi piacerebbe che mi lasciassi un tuo commento se l’argomento ti suscita uno spunto di riflessione.
Io un’idea sul perché l’avrei, ma ne parlerò nel prossimo post.
Grazie per avermi dedicato un poco del tuo tempo.
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