Coaching e Counseling a confronto. Andare oltre la generale incertezza nel definire le profonde differenze che contraddistinguono i due approcci.
Quando si parla di relazioni di aiuto, è facile sconfinare nella sovrapposizione dei diversi ambiti. E’ altrettanto facile confondere il tipo di formazione o di professionista, scegliere Corsi di Formazione assecondando interessi, curiosità o vocazione. E’ appena il caso di citare l’enorme confusione nella quale ci s’imbatte allorché si tenti di definire, mettendoli a confronto, metodi assai diversi tra loro. Insomma, non è una novità che il Coaching venga confuso (o miseramente miscelato) con la PNL, il mentoring, la psicologia e i corsi motivazionali. In un siffatto quadro, non fa eccezione il Counseling.
Coaching e Counseling: l’origine della confusione
Bisogna fare una premessa importante… La Coaching Confusione (con il Counseling e le altre forme di aiuto e auto-aiuto) parte essenzialmente da una cattiva cultura di Coaching. Questa, sostenuta da un opportunismo commerciale che nel campo non ha precedenti storici, è alimentata dai notevoli interessi che coinvolgono il comparto del “miglioramento personale e professionale”.
Infatti, gli stessi operatori del settore, nel tentativo di abbracciare un bacino di utenti più ampio (e fare iscrivere ai propri Corsi clienti poco documentati), allargano l’offerta formativa in maniera discrezionale, senza farsi tanti problemi rispetto all’invasione dell’una o dell’altra competenza, dell’una o dell’altra professione. C’è da osservare che in questo preciso momento storico, nel mercato della formazione, impera la “supercazzola” del “Coaching secondo me…” suffragata da un marketing aggressivo che, cavalcando l’onda della confusione, preferisce infarcire la propria offerta di inesattezze e fraintendimenti pur di offrire soluzioni populiste a un mercato che sogna successo a buon prezzo, grandi risultati e un facile El Dorado.
In poche parole, si specula sulla crisi, sull’autorevolezza del personaggio, sulla realizzazione personale, sul riconoscimento, sui bisogni e, soprattutto, sulle debolezze e sulle paure delle persone.
Coaching e Counseling: le differenze partendo dal tipo di formazione
Fatte le dovute premesse, utili a mio parere per inquadrare il settore, anziché soffermarmi a delineare quali sono, rispettivamente, le competenze distintive tra Coaching e Counseling, cercherò di evidenziarle attraverso le differenze che intercorrono tra questi due ambiti professionali.
Una prima, importante differenza tra Coaching e Counseling riguarda il tipo di formazione. Va da sé che chi vuole operare come Coach Professionista deve seguire un Corso presso una Scuola di Coaching Riconosciuta da un’Associazione di Categoria (in base alla legge 4/2013), scegliendo, tra quelle disponibili, la proposta che ritiene più confacente alle proprie necessità e, naturalmente, quella che viene ritenuta più seria e affidabile.
Legge 4/2013, Norma Tecnica UNI 11601:2015, Scuole di Coaching Riconosciute, Associazioni di Categoria iscritte negli elenchi pubblici del Ministero dello Sviluppo Economico, sono il massimo grado di garanzia in termini di qualità; una filiera che, perlomeno, garantisce etica, controllo, correttezza della comunicazione e del servizio erogato al Cliente finale; un sistema gerarchico basato sul controllo che offre al cittadino utente regole chiare, trasparenti e poco autoreferenziali.
Al contrario, i Corsi NON Riconosciuti, quelli basati su una presunta e generica crescita personale, pur sforzandosi di mostrare risultati sfavillanti, vengono di sovente organizzati intorno alla fama del guru di turno (modello “Anthony Robbins nostrano”) e, a mio parere, non avrebbero neanche il diritto di essere menzionati nella formazione di qualità di un Coach Professionista.
Per questo motivo, Prometeo Coaching offre Corsi di Coaching Riconosciuti a livello nazionale e internazionale e ha scelto di certificare i propri Servizi di Coaching in base alla norma tecnica UNI 11601. Offriamo, inoltre, Corsi di Coaching nelle principali città italiane (Roma, Milano, Verona, Rimini e Pescara), puntando sulla volontà di creare un percorso ideale per l’apprendimento; non sono affatto previste le tipiche interruzioni del sistema scolastico basato su un eccesso di teoria, viene preferito un apprendimento esperienziale (ritenuto da più parti l’ultima frontiera dell’apprendimento).
Il Counselor: chi è, cosa fa, come opera
Negli ultimi anni, i Counselor hanno operato prevalentemente in un ambito che attiene alla psiche e alla dimensione sociale. Chi insegna Counseling spesso proviene da una Formazione nell’ambito della Psicologia, della Psicoterapia o delle Scienze Sociali. Inevitabilmente, la formazione tocca ambiti e tematiche abbastanza delicati e facilmente sconfina nella sovrapposizione con la figura dello psicologo. In genere i Corsi prevedono un iter di studio di tre anni e una frequenza a step, organizzata nei weekend da aziende e istituti privati.
Definizione di Counseling
Trovare una definizione unanime ed esaustiva di Counseling è quasi impossibile. Ad esempio, AssoCounseling (una delle Associazioni nazionali più rappresentative) lo definisce genericamente “un’attività il cui obiettivo è il miglioramento della qualità di vita del Cliente, sostenendo i suoi punti di forza e le sue capacità di autodeterminazione.” e, ancora più vagamente, “un intervento che utilizza varie metodologie mutuate da diversi orientamenti teorici”.
Secondo quanto riportato nel sito di Federcounseling, per chi voglia operare come Counselor, dal 2020 sarà obbligatoria la Laurea triennale in un ambito di studio attinente. Certamente questa scelta è legata anche ai dissidi che ci sono tra la categoria dei Counselor e quella degli Psicologi, nel tentativo di appianare tutte le questioni legate alle sovrapposizioni di campo che sarebbero state attuate dai Counselor, ritenuti rei di operare, senza averne titolo, in un ambito psicologico.
Ambiti d’interesse e problematiche trattate, quali sono le differenze tra Coaching e Counseling
E’ utile chiarire che le differenze tra Coaching e Counseling concernenti le sfere di azione e le problematiche trattate sono evidenti e indicative.
Il Counseling viene spesso indicato come una relazione di aiuto e/o di auto-aiuto, in quanto il Counselor, attraverso il rapporto che instaura con il Cliente, permette a questi di risolvere criticità e disagi esistenziali. Il Counselor propone al Cliente una vita emotivamente e socialmente più appagante attraverso la comprensione del suo modo di rappresentare il mondo, lo aiuta a individuare le origini e le ragioni di tali rappresentazioni, lo guida nell’intervenire sulla sua visione delle cose laddove si dimostri limitante o problematica.
Mentre il Coach si muove nel passato del Cliente in maniera circostanziata e relativa esclusivamente a quanto attiene la ricostruzione storica (qualitativa e quantitativa) del problema posto dal cliente, il Counselor guarda al passato con un’attenzione e un interesse diversi, perché è lì che risiedono, nella sua concezione, le ragioni del disagio.
In altre parole, il Counselor cerca di aiutare il Cliente a liberarsi da comportamenti rigidi, automatici, a sviluppare risorse e potenzialità che sono state accantonate a vantaggio di comportamenti adattativi che, se in determinate fasi della vita potevano risultare proficui, con il tempo non solo possono avere perso efficacia, ma addirittura risultare negativi.
Per dirla in breve, il Counselor, per aiutare il Cliente, ha bisogno di conoscere i suoi retroscena, il contesto in cui ha vissuto, le esperienze fatte, così da comprendere cosa può averne ostacolato la crescita interiore e lavorare per rimediare alla situazione emotiva e, di conseguenza, sulle criticità che si sono create o possono crearsi in vari ambiti, dal rapporto di coppia, alla famiglia, al lavoro, alla possibilità di avere una vita sociale sana.
Se per il Coach la semplice conoscenza del passato è un mezzo, per il Counselor lavorare su di esso è uno scopo. Anche a proposito del Coaching senti parlare di emozioni, della loro importanza, di come motivano all’azione. Ti sarà facile cogliere la differenza tra una relazione di aiuto, il Coaching, che punta a individuare e a fare emergere le emozioni a scopo funzionale, in quanto alimento per l’azione, e il Counseling, che cerca di conoscere le emozioni del Cliente per comprendere come vengono vissute e come possono essere di ostacolo al raggiungimento di uno stile di vita più confacente e più gratificante.
Dunque, mentre il Coach usa le emozioni per motivare l’azione, il Counselor lavora sull’emotività, rimanendo nell’emotività. Parlando di passato e di emozioni, tra le differenze tra Coaching e Counseling ce n’è una che salta subito all’occhio. Il Coach non indugia sui deficit, quasi li ignora a vantaggio di un’attenzione tutta concentrata su possibilità e potenzialità, su desideri e futuro. Il Counselor, per quanto tra le sue intenzioni ci sia quella di rintracciare le potenzialità e favorirne l’espressione, non può esimersi, nel suo lavoro di analisi del passato, dall’andare a conoscere i deficit del Cliente, cercare di individuarne l’origine e aiutarlo a risolverli.
Coach e Counselor: modi di fare e obiettivi a confronto
Parlando del lavoro del Coach, spesso avrai sentito usare la parola “Empatia”, che sicuramente ha un ruolo importante nel rapporto che un Professionista di questo settore deve stabilire con il suo Cliente. Ovviamente è importante l’ascolto attivo, il tipo di domande che il Coach usa, il modo in cui comunica. Nel mondo del Counseling, l’empatia non è solo parte di un metodo che comprende anche altre competenze, l’empatia è fondamentale. Se il Counselor non si sente empatico verso gli altri, se non è innata in lui la capacità di mettersi nei panni dell’altro, difficilmente riuscirà nell’ambito in cui ha scelto di operare.
Prospettive: pragmatismo, obiettivi nel futuro o deficit?
Il Coaching è un metodo pratico, prammatico, ha bisogno di concretezza, lavora sull’aspetto esecutivo, produttivo e realizzativo, aiutando il Cliente a non essere dispersivo, a saper indirizzare le energie; egli elabora un piano di azione conciso ma essenziale, che permette di valutare, passo dopo passo, i risultati ottenuti. Il Counseling, invece, interviene principalmente su dinamiche personali orientate al disagio che possono incidere in vario modo in uno o più ambiti esistenziali, con l’obiettivo generale di consentire al Cliente di vivere una vita soddisfacente, imparando a ritrovare uno stato generale di benessere.
Riassumendo gli obiettivi, ecco quali differenze intercorrono tra Coaching e Counseling
Il Counselor aiuta ad aiutarsi, permette di individuare nuove possibilità per fronteggiare situazioni difficili, disagi emotivi, crisi nelle relazioni, problemi riguardanti la crescita e il cambiamento, scelte da fare, e ha come obiettivo quello di guidare il Cliente verso la scoperta e la realizzazione di modi di vita più funzionali al suo benessere. Anche il Coaching punta alla felicità e al benessere, ma non muove direttamente verso obiettivi di così ampio respiro, piuttosto cerca di ispirare in questa direzione il Cliente attraverso il raggiungimento di uno o più obiettivi specifici, concreti, temporizzati, il che implica anche un lavoro su aspetti come l’autoefficacia personale, la consapevolezza di sé e delle potenzialità innate che possono (e non devono) aiutare a sentirsi felici e a raggiungere una “condizione superiore” di benessere. Dunque, c’è anche una divergenza di approccio. Il Counselor non lavora tanto sul fare, come fa il Coach, sull’azione, su un piano di azione diretto verso un obiettivo specifico e specificato, quanto sulla salute e sul benessere psicofisici, ed è proprio il suo campo di azione che ha creato, in modo sempre più profondo, un attrito con il mondo della Psicologia.
Il Counseling Olistico
C’è un ambito del Counseling in cui le differenze tra Coaching e Counseling sono ancora più smaccate, ed è il Counseling Olistico. Il Counseling Olistico è una disciplina che nasce da una visione secondo la quale ogni individuo fa parte di un sistema di interdipendenze, in cui i problemi del singolo sono interconnessi in modo imprescindibile con altre situazioni e relazioni che fanno parte di una rete in cui tutto è collegato. In questo ambito rientrano strumenti che riflettono questo stesso modo di pensare, per il quale ogni persona è parte di un insieme più ampio, come lo Yoga, l’Ayurveda, il Reiki, i Fiori di Bach e altre discipline o strumenti affini. Di fronte a un problema, il Counselor aiuta il Cliente a individuarne il significato e, attraverso esso, ad acquisire consapevolezza. Non c’è bisogno di dire quanto questo ambito sia lontano dal Coaching, che, oltre a essere più pratico, più concreto, tutto rivolto all’azione, riserva ai pensieri e all’interiorità del Cliente una funzione strumentale se si rivelano utili nell’incrementare emozioni e motivazioni in vista di un obiettivo importante.
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