Mental Coach: desideri diventare un campione? Come opera un Mental Coach per migliorare le performance?
Come opera un Mental Coach?
Ti sei mai chiesto qual è la differenza tra un atleta di successo e uno che ottiene solo risultati deludenti? Cosa impedisce a un buon atleta di diventare un vero fuoriclasse?
In questi ultimi anni, dopo aver approfondito gli studi sul Coaching Sportivo, analizzando il lavoro svolto come Mental Coach e lavorando con diversi atleti professionisti mi sono convinto oramai che la differenza tra i due tipi di atleti è rappresentata semplicemente dalla preparazione mentale.
Essa si ripercuote in gran parte sulla preparazione generalee soprattutto su una mentalità vincente nonché sul diverso modo di approcciare la gara da parte dell’atleta stesso.
Nello Sport Coaching e per un Mental Coach “programmare” un atleta di qualità alla vittoria non è molto difficile anche perché, il più delle volte, gli atleti (e in alcuni casi anche i loro trainer) sottovalutano enormemente (e caparbiamente) l’importanza dell’allenamento mentale.
Come opera un Mental Coach? Quali sono i tratti salienti del suo operato e della sua metodologia?
Negli ultimi anni ho cercato di capire, su base scientifica, il significato di una frase che ho sentito più volte pronunciare da alcuni grandi campioni con i quali ho avuto il piacere e l’onore di fare Coaching: “… è tutta una questione di mentalità!”
Partendo da questa semplice affermazione mi sono convinto di quanto lo Sport Coaching sia intimamente connesso con l’allenamento sportivo (con il training propriamente detto), la qualità delle performance, gli obiettivi e i relativi risultati dell’atleta.
Tra le più importanti caratteristiche della personalità di un atleta (capace di influenzare enormemente la prestazione) troviamo il grado di motivazione al successo e di disponibilità alla prestazione, nonché la presenza di una elevata capacità di sforzo psicofisico (la cosiddetta “forza mentale”), la disponibilità al sacrificio e la mentalità vincente.
La cosa strana è che l’allenamento sportivo propriamente detto (quello praticato comunemente dagli atleti per intenderci), per sua definizione, sembra essere molto vicino a rendere comprensibile (e indispensabile) il porre la massima attenzione sugli aspetti mentali e motivazionali.
Mental Coach per l’allenamento mentale
Secondo la più classica delle definizioni, infatti, l’allenamento è “un processo d’azione complesso che si pone lo scopo di influire, in modo pianificato e rivolto ad un oggetto (specifico), sullo stato (livello) di prestazione sportiva e sulla capacità di realizzare nel migliore dei modi possibile tale prestazione in situazione di competizione”.
Non è a caso che il termine “allenamento” viene utilizzato nei settori più diversi (fisico, psichico, cognitivo, emotivo, ecc. ecc.) intendendo un processo di esercitazione che tende, in misura più o meno palese ed esplicita, al miglioramento delle performance e degli obiettivi.
Quali sono gli elementi che favoriscono ancora una certa diffidenza nell’operato di un Mental Coach?
Come mai molti atleti si ostinano a non voler lavorare alla “parte nascosta” della loro prestazione? Non saremo ancora vittime di pregiudizi o, ancora peggio, vittime illustri dell’ignoranza?
L’atleta che desidera raggiungere il massimo della sua capacità di prestazione, non solo deve riuscire a sviluppare i fattori fisici, quelli organici, tattici, coordinativi, ecc., ma anche e soprattutto quelli emotivi e motivazionali; inoltre, dovrebbe essere capace di mantenere alta l’attenzione e la concentrazione specialmente durante la gara.
Secondo la mia esperienza, gli atleti di vertice si distinguano da quelli meno preparati non soltanto per il valore della prestazione fisica, tecnica e tattica, ma anche per la capacità di superare il loro stesso limite durante la gara.
In questi anni, ad esempio, ho potuto osservare che i top-atleti sono capaci di entrare in uno stato di Flow così profondo da arrivare a considerare se stessi, la gara (la situazione, il contesto) e la sfida come un elemento unico, una sorta di fusione capace di indurre l’atleta a superare il proprio limite e reclutare risorse non disponibili negli allenamenti.
Nello stato di Flow (di cui ho parlato più volte in questo blog), ad esempio, si producono una serie di energie (concentrazione, focalizzazione, attenzione) su un unico obiettivo: raggiungere la migliore prestazione eliminando tutti i fattori che in qualche modo la disturbano.
Del resto l’antesignana formula matematica di Timothy Gallwey espressa nel suo libro The Inner Game (P=p-i ovvero Performance = potenziale – interferenze) è ancora molto attuale e a mio modesto parere ancora tutta da esplorare e approfondire per la stragrande maggioranza degli atleti e dei loro allenatori.
Mental Coaching per aumentare il rendimento
La conseguenza naturale del lavoro con un Mental Coach, quindi, è un aumento del rendimento e della prestazione dell’atleta; gli effetti dell’allenamento mentale messi in relazione con lo stress della gara, lo stato di Flow, la determinazione di obiettivi ben strutturati, consentono di utilizzare le riserve nascoste dell’organismo e della mente, permettendo di superare i limiti dell’atleta.
Ecco svelata l’alchimia del perché una prestazione sportiva di alto livello può essere ottenuta solo da atleti che riescono a trovare un perfetto sincronismo tra personalità, mentalità vincente, condizioni di contesto e di gara: è una questione di preparazione e allenamento mentale!
Lo Sport Coaching rappresenta un sostegno speciale per la strutturazione ottimale della prestazione sportiva; esso incentiva l’analisi del comportamento di gara, valuta le condizioni psico-motivazionali dell’atleta, permette di trarre conclusioni interessanti sul gesto sportivo finale.
Ponendosi costantemente un focus sul miglioramento delle performance, il Coaching Sportivo e il Mental Coach contribuiscono enormemente a portare l’atleta ad esprimere il massimo potenziale liberando, dopo averle educate e allenate, tutte le energie e le potenzialità a disposizione.
Per concludere desidero proporti alcune domande che ti spingeranno a riflettere e valutare la possibilità di intraprendere un percorso di Sport Coaching con un Mental Coach.
Rispondi con estrema sincerità alle domande e se lo desideri puoi lasciare un commento nello spazio dedicato alla fine del post.
- In una scala di valori da uno a dieci, quanto credi che l’allenamento mentale possa influire sullo sviluppo delle tue abilità sportive?
- Ti piacerebbe allenare la “parte nascosta” della tua prestazione?
- Quanto usi la mente quando ti alleni? E in gara?
- Ti senti sempre motivato e gratificato dagli allenamenti?
- La tua mente e il tuo corpo si fondono in un unico elemento durante la gara?
- Quante volte durante gli allenamenti e/o la gara perdi la cognizione del tempo, ti estranei e senti un senso profondo di gratifica?
Se sei un atleta, queste semplici domande ti aiuteranno a capire se una parte di te desidera già lavorare con un Mental Coach, se invece sei un allenatore ti danno l’opportunità di iscriverti subito alla nostra Scuola di Sport Coaching.
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