Quando si parla di Sport Coaching e dell’attività professionale che svolgono i Mental Coach, molta gente pensa che tali funzioni si estrinsecano solamente su taluni elementi come, per esempio, le sensazioni, i pensieri le emozioni… come se il Coaching fosse una specie di forma ascetica utile solo a migliorare la consapevolezza di sé come uomo e come atleta.
Considerare tutto ciò di un Mental Coach e dello Sport Coaching in generale è assai riduttivo, a mio parere!
Lo Sport Coaching rimane pur sempre un’attività legata all’azione e alla misurazione di risultati concreti.
Filosofare su pratiche al limite del mistico è utile solo per chi non ha esperienza con atleti agonisti.
Quale può essere la ragione che spinge un atleta, un calciatore ad iniziare un processo di Sport Coaching?
Dal mio punto di vista la risposta è semplice ed è sempre la stessa: vincere e primeggiare, migliorando le performance.
E’ proprio dopo questa premessa che si fa strada uno degli elementi cruciali dello Sport Coaching e dell’attività di un Mental Coach: la motivazione.
Per far leva sulla motivazione bisogna darsi da fare con attività specifiche e reali senza tergiversare troppo su aspetti che, seppur importanti, fungono da corollario.
La relazione Coach/Atleta deve incominciare dal porsi alcune semplici domande: come sviluppare un gesto atletico corretto? Come allenare l’attenzione, la concentrazione e le potenzialità personali?
Tutto ciò deve essere affrontato con azioni concrete da svolgere in allenamento e in gara.
Nel Coaching per calciatori, una delle attività più importanti è la puntuale definizione degli obiettivi; essi costituiscono l’ingrediente principale della motivazione.
A qualsiasi livello, un calciatore che desidera migliorare i propri risultati e le sue performance deve obbligatoriamente fissare degli obiettivi prestazionali.
In pratica si tratta di farsi una domanda: “Quali sono gli obbiettivi di questa stagione? Quali sono quelli di questo mese? Quali sono quelli del prossimo allenamento?”
Gli obiettivi sono regolatori della condotta dell’atleta; senza di essi non può esserci né la “giusta direzione” né la “giusta tensione”.
Fissare gli obiettivi, in apparenza, sembra un’azione facile e banale, in realtà̀ è abbastanza complessa perché segue delle regole precise (nella Scuola Italiana di Sport Coaching insegno agli allievi-Coach come organizzare e definire un efficace Goal Setting svelando loro alcuni miei piccoli segreti).
Gli obiettivi devono diventare una specie di contratto vero e proprio con se stessi e con il Coach; se il pensiero resta fermo sulla decisione presa, di conseguenza si attiveranno tutte le possibili soluzioni necessarie per raggiungerla; è proprio qui che nasce l’allenamento mentale!
Nello Sport Coaching stabilire obiettivi è un’arte che non può essere delegata perché non possono essere parametrati sulla semplice espressione delle competizioni precedenti; il risultato non sempre può dipendere solo dalle capacità del singolo atleta, ma anche da quelle della squadra, degli avversari e del contesto/ambiente.
Inoltre, gli obiettivi vanno suddivisi attraverso una precisa gerarchia propedeutica e temporale.
Nel calcio, come in ogni sport di squadra, è fondamentale differenziare gli obiettivi per ogni singolo atleta: esistono sicuramente gli obiettivi comuni, condivisi dal gruppo, ma più un obiettivo è specifico e “cucito su misura”, più il calciatore si sente coinvolto e motivato.
Definire e assegnarsi degli obiettivi, quindi, non è assolutamente un’attività facile.
Il suggerimento che voglio, anzi che devo dare è che la loro definizione venga fatta con l’ausilio di un Coach preparto che abbia maturato una sufficiente esperienza anche in campo calcistico.
Fare il Mental Coach e avere successo nello stimolare la motivazione dei calciatori è un’arte bella e buona!
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