Oggi voglio cimentarmi con una domanda: Cos’è la felicità?
Oltre che impegnativa, “Cos’è la felicità?” è la domanda a cui filosofi, pensatori e mistici di tutti i tempi hanno provato a dare una risposta. Con tanti illustri predecessori, non mi addentrerò affatto in disquisizioni teoriche, filosofiche o sciamaniche che dir si voglia, ma esporrò soltanto il mio modestissimo e personalissimo punto di vista.
Alla domanda “Cos’è la felicità?” io rispondo “La felicità è allenamento”.
Sì, proprio così! La felicità è allenamento.
Diffido di chi sorride sempre e afferma che per vivere meglio basta essere ottimisti e fiduciosi.
E’ indubbio che coltivare un “atteggiamento positivo” permette di vivere una vita serena e confortevole proprio come una giacca di lana quando fuori fa freddo.
Per me, essere allenati alla felicità vuol dire che insieme al buonumore e alla fiducia bisogna accogliere i pensieri negativi e i momenti di sconforto. Anche alla persona più ottimista del mondo potrà capitare una mattina di svegliarsi triste, arrabbiata o infelice, e a volte senza neanche saperne il perché!
Se sono allenata alla felicità, saprò accettare dentro di me i pensieri bui, la tristezza o la rabbia senza farmi trascinare nel vortice di queste emozioni ma, molto semplicemente, le vivrò e le lascerò lì dove sono. Se invece con ostinazione cercherò di mandarle via, loro resteranno, anzi addirittura si rafforzeranno.
Allenarsi alla felicità significa lasciare che le difficoltà si alternino ai momenti belli, affidiamoci serenamente al libero fluire degli eventi, proprio come la vita scorre grazie al libero fluire del nostro sangue.
Così come il nostro corpo si evolve incessantemente, attimo dopo attimo, adoperiamoci perché anche il nostro mondo emotivo subisca una continua trasformazione, senza stagnazioni deleterie e senza ostinarci nell’essere affezionati ai sentimenti negativi.
Ma come fare per allenarsi alla felicità?
Con l’aiuto di alcuni esercizi molto semplici. Nel riportarne i principali, mi preme fare una raccomandazione: “Come ogni allenamento che si rispetti o, se preferite, come ogni medicina da assumere, è importante fare attenzione alla costanza ed alla posologia”.
Ecco a voi gli esercizi di allenamento alla felicità da “assumere almeno ai tre pasti principali”:
- Ricordare che nel mondo in cui viviamo, fin dalla notte dei tempi, la luce esiste in quanto esiste l’ombra, la notte è il contraltare del giorno, le stagioni calde cedono il posto a quelle fredde. Potrei continuare ancora con yin/yang (i due poli opposti del femminile e del maschile), bambino/adulto, pioggia/siccità, basso/alto, bene/male e via dicendo, ma mi sembra che unire e integrare gli opposti renda sufficientemente il concetto.
- Andare oltre le difficoltà e i momenti “no” e riconvertirli in nuove azioni: la felicità è trasform-azione.
- Coltivare sempre e comunque un atteggiamento di apertura e fiducia. La felicità non chiude le braccia e non sbarra le porte.
- Se incontriamo persone che possono aiutarci nel nostro percorso, corriamo loro incontro! La felicità è anche il coraggio di cambiare strada e rendersi più facile il cammino.
- Alziamoci di scatto dalla sedia delle recriminazioni e della passività, e corriamo decisi verso una qualsivoglia azione. La felicità è movimento.
- Impariamo a muoverci come dei giunchi, che con flessibilità e morbidezza si adattano a tutto ciò che incontrano. La felicità è elasticità.
- Condividiamo le nostre speranze, i nostri progetti, i nostri risultati con gli altri. La felicità non è isolamento, ma gioia nell’unione.
- Ecco fatto, vi ho passato la mia ricetta.
Dopo un po’ di allenamento vedrete che anche a voi sarà facile rispondere alla domanda “Cos’è la felicità?”
Ma, dulcis in fundo, ricordiamoci che per poter rispondere alla domanda “Cos’è la felicità?” occorre essere vivi. E ringraziare per questo.
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