Amare se stessi per amare e lasciarsi amare. Che cosa provi al cospetto delle parole “ama te stesso”?
Amare se stessi è alla base della relazione con gli altri
Infatti, l’amore verso di sè, permette di vivere una vita gratificante e densa di significato; amare se stessi è un tema fondamentale per vivere una vita felice.
Amare, amore… sono pronto a scommettere che molti di voi sono portati a rivolgere il proprio pensiero verso gli altri. Ho indovinato? Badate, non è strano o sbagliato. E’ naturale amare i figli, i genitori, gli amici, i compagni di vita.
Centinaia d’anni di tradizioni spirituali e filosofiche ci hanno portato a porre l’accento sull’importanza di donare il proprio amore agli altri; “Prima gli altri… poi tu!” è un fondamento educativo particolarmente radicato nella nostra cultura. Cosa c’è da aggiungere? Non molto.
Sul tema dell’amore è stato scritto e argomentato di tutto: poeti, pensatori, scienziati, artisti e inguaribili romantici si sono appassionati al tema.
A questo punto nasce un interrogativo (giusto per non sottrarsi dai grandi temi della vita): esiste nella nostra cultura una dimensione arbitraria che ci porta a dimenticare l’amore verso noi stessi? Per molti sarà semplice rispondere, ma per tantissime persone amare se stessi, dopo aver trascorso una vita a reprimere certe proprie potenzialità o a prendersi cura solo degli altri, diventa molto difficile. Sul tema “amare se stessi” ho visto persone smarrire la strada ed essere incapaci di attivare il più piccolo pensiero d’amore o gesto d’attenzione.
Qualcuno si chiederà: per quale motivo è così difficile amare se stessi?
Una delle cose più importanti della cura di sé è avere il “coraggio” di occuparsi di sé anche oltre le critiche e oltre i modelli culturali che ci vengono imposti dal contesto, dalla società e dall’educazione.
Prendersi cura di sé significa volersi bene, riconoscersi meritevoli di attenzioni; concedersi il permesso di ricevere gratificazioni e considerazioni.
La nostra cultura tende a imporre metodi educativi volti a reprimere i desideri, i piaceri e le gratifiche. In questo caso regole, giudizi e sensi di colpa, possono nascere quando ci sentiamo felici, ridiamo, ci divertiamo o più semplicemente, desideriamo qualcosa per il nostro bene.
Assumere comportamenti volti alla cura di sé può attivare il giudizio morale di essere delle persone egoiste, dimenticando che il vero egoismo non consiste nel vivere come ci appare più giusto per il nostro bene, ma nell’esigere che gli altri vivano come piace a noi.
Hai notato, per esempio, che ci sono delle persone che non sanno sorridere e che non riescono assolutamente a divertirsi?
Non lo fanno perché non lo hanno appreso o perché nessuno glielo ha mai insegnato, ma anche perché non si concedono il diritto di manifestare la propria gioia. “La felicità non esiste!” è una convinzione erronea che non smette mai di sorprendermi.
Del resto, il nostro sistema educativo spesso ispirato “al problema”, alla regola del “prima il dovere poi il piacere” ci spinge a separare nettamente i due aspetti e ci obbliga a non provare piacere nei nostri doveri.
Personalmente vivo questo tema come una grande sfida, come una grande possibilità di migliorare la cultura, la mentalità e le convinzioni di persone, aziende e organizzazioni.
Amare se stessi, amarsi, volersi bene, prendersi cura di sé, non è un atto di egoismo
L’amore è un gesto utile e naturale. Amare e lasciarsi amare permette di trovare la propria dimensione, la propria identità, di evolverci, di migliorare per noi stessi e anche per gli altri.
A tal proposito, comprendere che non possiamo dare amore agli altri se prima non impariamo ad amare noi stessi produce conseguenze inequivocabili sulla felicità personale.
Mi chiedo: se ti rivolgessi a un Coach e ti desse l’impressione di non prendersi cura di sé… sarebbe credibile?
Come potrebbe prendersi cura di te se non ti dimostrasse di sapersi prendere cura di sé?
Per me è un fatto di coerenza, la prova concreta che, per amare e sostenere qualcuno, bisogna familiarizzare con l’amore verso di sé.
L’amore verso se stessi, come fondamento della relazione con l’altro, è anche un comando biblico: “Il forestiero che soggiorna fra voi, lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso; poiché anche voi foste forestieri nel paese d’Egitto. Io sono l’Eterno, l’Iddio vostro” (Levitico 19,34). Questo interessante avvertimento sarà ripreso anche da Gesù nell’Antico Testamento: “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Matteo 22,39).
Insomma, per amare gli altri dobbiamo amare noi stessi; possiamo donare a un altro individuo solo ciò che possediamo, quello che conosciamo. Possiamo dare agli altri solo ciò che abbiamo, sviluppato nella nostra esperienza.
Quindi… Ama te stesso e amerai gli altri. Quanto più profondo sarà l’amore che riuscirai a riservare per te stesso, tanto più forte ed esteso sarà quello che proverai per il tuo prossimo.
Amare se stessi: prova a superare la paura di amare e di essere amati, prova ad amare e a lasciarti amare!
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