Come migliorare la propria consapevolezza e responsabilità? Come amare se stessi e assumersi questo grande impegno verso se stessi?
Coach di un team aziendale, Coach di una squadra vincente, Coach di un politico famoso, di un collega, di un amico… Coach di un figlio oppure di un semplice cliente.
La moderna società ha sempre più bisogno di Coach che lavorino con impegno sulle dinamiche relazionali, che richiamino l’attenzione sociale sulla vera essenza del Coaching: “conoscere se stessi” per essere delle persone felici.
Per Socrate l’ignoranza è la causa di tutti i mali: l’offesa, la cattiveria, la tracotanza, la superficialità, sono tutti comportamenti che danneggiano il prossimo e soprattutto se stessi.
Per ignoranza gli uomini si costruiscono una vita infelice, dimenticando di offrire il giusto spazio alla conoscenza di se stessi. L’ignorante è pericoloso perché non essendo capace di riflettere su quello che la vita gli offre, diffonde avventatamente il suo giudizio, il suo pessimismo e il suo malessere proiettando sugli altri colpe e responsabilità.
Il linguaggio dell’ignorante è reboante, categorico, subdolo e non esistono distinzioni, sfumature e complessità: tutto è ridotto ai minimi termini, considerato semplice e giudicato secondo luoghi comuni e stucchevoli semplificazioni.
La conoscenza, quindi, è la via… ma anche un’importante porta d’accesso verso uno stato che sempre più immaginiamo anomalo e distante dalla nostra fisiologica condizione di essere felici.
Per essere pienamente felici bisogna prendere in considerazione una dimensione fondamentale dell’intelligenza, volta alla conoscenza di sé: l’amore.
Amarsi, lasciarsi amare e intrattenere rapporti affettivi pienamente soddisfacenti sono alla base della cura di sé.
Eppure, quando sentiamo la parola amore, ci viene istintivamente da pensare agli altri: si amano i compagni di vita, i figli, i genitori, i propri amici…
Siamo stati educati in questa direzione da tradizioni filosofiche e spirituali che per millenni hanno sottolineato il tema della pietà, della carità, della compassione, del sostegno dell’altro. Questo ci ha portato a dimenticare un concetto essenziale, che rappresenta il fondamento stesso dell’amore: amare se stessi.
L’amore di sé, come fondamento essenziale per essere persone innamorate degli altri, è anche un comandamento biblico: “Tu l’amerai come te stesso” ordinò Dio a Mosè, compiendo l’esplicita richiesta di amare gli altri come se stessi. In poche stringate parole vediamo rappresentato un concetto importantissimo: “Se non ami te stesso, non puoi amare gli altri”.
Il Coaching conferma concettualmente questa prescrizione: per potersi rapportare agli altri in modo corretto, bisogna prima avere un rapporto virtuoso con se stessi.
In fondo pensaci un istante: come negare che la qualità della nostra relazione con gli altri dipende intrinsecamente dalla relazione che abbiamo con noi stessi?
Se il rapporto con noi stessi è fondato sul disamore, non possiamo evitare di proiettare sugli altri problemi cui non troviamo soluzione.
Chi è abituato a vedere nelle persone falsità, invidia, competizione, egoismo, spesso rifiuta di ammettere la propria parte di frustrazione nascosta, di cui molto probabilmente non è consapevole.
L’apprendimento della relazione con noi stessi è una condizione fondamentale per vivere relazioni soddisfacenti con gli altri… per un Coach tutto questo è alla base della personale consapevolezza e responsabilità.
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