Prestazione sportiva: scopri i fattori critici per migliorarla, quello che funziona e quello che funziona meno.
Cos’è una Prestazione
La prestazione è il risultato conseguito in rapporto alle capacità. In pratica il rapporto tra l’esecuzione e il risultato dell’azione, misurato attraverso specifici protocolli o tabelle. Nello Sport può riferirsi ad un singolo atleta o al comportamento di una squadra in rapporto ad una gara. Ne consegue che la prestazione è l’insieme delle azioni finalizzate al raggiungimento di un risultato, che si identifica con un obiettivo concreto. Approfondisci i contenuti leggendo il post sulla Prestazione Personale e la Performance.
La Prestazione Sportiva
La prestazione sportiva ideale, perfetta o immaginata come tale, rappresenta per ogni atleta la sublimazione del proprio ego sportivo.
Il duro lavoro svolto nelle sessioni di allenamento con il proprio trainer (per definire le dinamiche strategiche e tecniche), e quello fatto con il proprio Sport Coach (per quanto attiene alla gestione delle leve cognitive e motivazionali) è teso alla realizzazione della performance assoluta.
Tutti gli atleti, siano essi top level o no, anelano ad avere la padronanza assoluta di tutto ciò che orbita attorno alla loro resa prestazionale.
Ma chi, come me, si occupa di Sport Coaching ed affianca gli atleti in quello che loro stessi definiscono “allenamento mentale”, sa bene che questo tipo di gestione sfugge alla maggior parte di loro.
Voglio fare riferimento esplicito ad una esperienza che ho vissuto con un mio cliente, un atleta rigoroso nell’allenamento, attento all’alimentazione, ligio alle indicazioni tecniche del proprio trainer, e considerato quasi sempre il top player da battere (la cosiddetta “testa di serie numero 1”).
Eppure, nonostante la sua indiscussa capacità tecnica, succedeva spesso che la prestazione sportiva fosse inferiore alle attese, sue in primis, e del “contesto squadra” (allenatore, compagni, dirigenti, sponsor).
Prestazione Sportiva e Sport Coaching
Come è stato quindi possibile utilizzare lo Sport Coaching per arrivare ad un diverso obiettivo?
Utilizzando i due strumenti che ogni bravo Coach ha a disposizione: l’utilizzo delle domande esplorative e l’ascolto attivo.
Durante le sessioni l’atleta ha profuso un notevole sforzo per capire quale potesse essere il punto su cui ancorare un piano d’azione che lo portasse a ridurre quella che lui stesso definiva “l’ansia in attesa”.
Dopo alcune sessioni, egli stesso è riuscito a focalizzare quale fosse l’elemento critico che gli impediva di gestire sapientemente il proprio Inner Game: una scarsa attenzione alle fasi del pre-gara!
Lo Sport Coaching identifica in questo lasso di tempo (variabile da atleta ad atleta, ed ulteriormente flessibile a seconda della disciplina sportiva) un punto di alto interesse, in cui i fenomeni stressogeni possono attivare diverse “interferenze” aggiuntive.
Questo è diventato subito il focus su cui l’atleta ha voluto lavorare per migliorare la sua prestazione sportiva.
Il piano di azione che ne è derivato ha indicato in maniera chiara i tempi, gli ostacoli e le risorse di cui disponeva.
Alle mie domande su come pensasse di arrivare con la “giusta attivazione” alla gara, lui si è dato un obiettivo molto chiaro e ben costruito: gestire i “tempi del pre-gara” indicandoli in una tabella in cui andava a porre:
- Il suo “quadro”
- Il suo “quando”
- Il suo “dove”
- Il suo “come”
Ho voluto riportare proprio la sua terminologia, e ora entro nel dettaglio.
L’atleta ha identificato 4 “quadri” per lui critici, definendone anche un “quando”:
- Quadro 1: il giorno precedente la gara
- Quadro 2: la mattina della gara
- Quadro 3: i 60 minuti prima della gara
- Quadro 4: i 5 minuti prima di partire.
In ogni singolo quadro ha identificato un “dove”:
- Quadro 1: in casa, in trasferta, in albergo.
- Quadro 2: sul campo di allenamento.
- Quadro 3: nella Club House e nello spogliatoio
- Quadro 4: in campo per il riscaldamento.
L’ultimo passo è stato quello di aggiungere il “come”:
- Quadro 1: inizio del self talk; blando rilassamento; facoltà cognitiva: attenzione.
- Quadro 2: self talk accentuato; visualizzazione accennata; attenzione selettiva; 50% respirazione.
- Quadro 3: facoltà cognitiva: concentrazione; 90% respirazione; visualizzazione profonda.
- Quadro 4: 100% respirazione; concentrazione massima; self talk assoluto.
Grazie a questa tabella, l’atleta ha definito diversi momenti in cui darsi dei compiti specifici; naturalmente, essendo stati da lui stesso proposti, sono risultati assolutamente gestibili, privi di stress ed ansia, e hanno permesso una attivazione mentale graduale e non “a scaletta”.
I risultati si sono visti nel brevissimo periodo: un maggiore controllo delle emozioni, l’eliminazione di alcune interferenze (che l’atleta si portava da situazioni extra sportive), l’aumento generale dell’impegno in gara.
Questo è uno dei classici esempi di come lo Sport Coaching supporti un atleta: la ricerca del miglioramento della prestazione sportiva passa sempre attraverso l’uso del proprio “saper fare” e grazie all’utilizzo naturale delle proprie risorse conduce ad un complessivo stato di benessere.
Per migliorare la tua prestazione sportiva prova con lo Sport Coaching.
Tag: Inner Game, prestazione, Prestazione sportiva