In un mondo sempre più stressante, articolato e incerto è possibile coltivare la gioia di vivere?
Nel grigiore delle tante notizie quotidiane possiamo ancora permetterci di essere entusiasti e inseguire la piena realizzazione?
Esiste senz’altro la gioia di vivere nell’accogliere gli altri e nell’assaporare e preservare le cose belle della vita.
La gioia di vivere si annida in ogni luogo: nel coraggio di avere delle mete, nell’essere presenti a sé stessi, nella capacità di emozionarsi e nell’essere di aiuto agli altri.
Non è difficile: è sufficiente ascoltare e ascoltarsi, sospendere il giudizio, amare e lasciarsi amare.
Spesso smarriamo la sacralità della vita perdendone i più alti valori, inseguiamo tantissime attività e impegni quotidiani cadendo nella “trappola del possesso”; dimentichiamo noi stessi, la nostra felicità, le nostre emozioni.
Coltivare la gioia di vivere partendo dall’amore verso se stessi
Coltivare la gioia di vivere significa comprendere che l’entusiasmo più autentico ha origine nell’essere prima che nell’avere e che i consumi consolatori sono ben secondari rispetto all’esprimere le proprie potenzialità e la propria fondante interiorità.
Smettere di investire tempo e risorse nella gioia di vivere nuoce alla nostra autorealizzazione e alla nostra autostima. Smettere di esprimere e sviluppare il nostro essere interiore ci mette in condizione di dimenticare la parte più vera e importante della vita: amare noi stessi.
Purtroppo l’epoca del materialismo minaccia la nostra specie ed ormai è certo che questa era ha fallito il suo tentativo di rendere l’uomo felice. Oggi la gioia di vivere dovrebbe diventare un impegno… una sfida sociale.
La gioia di vivere si raggiunge solo nel momento in cui si lasciano andare i pensieri oscuri e le false certezze, frutto inequivocabile della nostra scarsa capacità di conquistare, capire e apprezzare la vera felicità.
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