Inner Game di Timothy Gallwey – Come Coaching e Inner Game promuovono l’Autorealizzazione e il miglior funzionamento dell’individuo.
Timothy Gallwey è nato a San Francisco nel 1938 ed è è considerato un pioniere della cultura del Coaching. Correva l’anno 1974 quando Timothy Gallwey, Coach sportivo, maestro di tennis, autore in seguito di numerosi best seller, padre fondatore del Coaching moderno, pubblicava “The Inner Game of Tennis” il primo libro che presenta al grande pubblico l’approccio tecnico, cognitivo ed emotivo del “Gioco Interiore”.
L’avversario che esiste nella nostra mente è molto più forte
di quello che esiste nella realtà, al di là della rete
Timothy Gallwey
Da allora, da oltre 40 anni, il rivoluzionario metodo di Tim Gallwey legato allo sviluppo del potenziale umano, continua ad essere applicato con successo da migliaia di Coach Professionisti in tutto il mondo. Gallwey è stato tra i primi a dimostrare che il Coaching può essere applicato a svariate situazioni, a diversi contesti e diverse figure professionali, nella vita privata, in quella professionale e sportiva.
Secondo Timothy Gallwey, l’Inner Game è l’essenza del Coaching
L’Inner Game rappresenta concretamente i principi, i metodi e gli strumenti per imparare ad uscire da schemi mentali disfunzionali. L’obiettivo è trovare il modo per esprimere al massimo il proprio potenziale in ogni situazione della vita personale, professionale e sportiva. Se partissimo dall’assunto che la performance naturale di ogni individuo è imbrigliata dalle interferenze, scopriremmo che il concetto è applicabile in qualsiasi attività umana.
I principi dell’Inner Game enunciati da Timothy Gallwey, approfonditi in ogni declinazione del Coaching, hanno permesso negli anni ad atleti, aziende, manager, ma anche a persone “comuni” che desideravano migliorare la loro vita, di sviluppare strategie di pensiero vincenti, attraverso approcci non giudicanti nei confronti di loro stessi, e degli altri. Un semplice ma geniale concetto che nel Coaching si rivela strumento d’elezione per l’Autorealizzazione.
Come funzione l’Inner Game di Timothy Gallwey?
I principi alla base del concetto riguardano:
- Lo sviluppo della concentrazione rilassata
- La capacità di osservare “oggettivamente” gli aspetti delle questioni (che volutamente non chiamo problemi per non dare al tutto una visione necessariamente negativa).
Secondo Tim Gallwey, anche solo la possibilità di osservare gli aspetti della questione, del “gioco”, interiore in primis, matura la consapevolezza che permette l’apprendimento di nuove strategie e il conseguente sviluppo di soluzioni vincenti.
Come è immaginabile intuire, il concetto dell’avversario interno, nato nel contesto del Tennis, è presto diventato metafora multidisciplinare, applicabile a tutti i contesti in cui il Coaching diventa strumento d’eccellenza per la realizzazione della persona: la vita privata (Life), l’attività professionale individuale e lo Sviluppo Aziendale (Business) e lo Sport (tutti gli Sport).
Guarda un video storico con il quale Timothy Gallwey, invitato a un talk show, divenne famoso (nel video vedrai Gallwey insegnare a giocare a Tennis sfruttando la logica dell’Inner Game e dell’auto-apprendimento)
Inner Game: le regole del Gioco Interiore secondo Timothy Gallwey
Secondo Timothy Gallwey noi ci troviamo sempre davanti ad un “gioco” costante (interno ed esterno) e per raggiungere l’Autorealizzazione dobbiamo considerarli entrambi, inscindibilmente vincolati e vincolanti!
Quello interno, mentale, creato e gestito da noi, tra di noi, come agonisticamente portati a competere con le rappresentazioni e i significati che diamo a ciò che ci troviamo davanti: alle scelte di vita personali o alle decisioni lavorative, ma anche, più in generale, ai cambiamenti, alle persone, alle emozioni. Quello esterno, reale, che solo in apparenza “sembra” il problema, ma il cui grado di problematicità è direttamente collegato alla nostra percezione interna.
I vantaggi dell’utilizzo dell’Inner Game sono:
- allenare l’attenzione rimanendo focalizzati sul compito
- sviluppare e mantenere una concentrazione rilassata
- imparare a divertirsi attraverso l’esperienza gratificante
La formula di Gallwey dell’Inner Game è:
P (Performance) = p (potenziale) – i (interferenze)
In pratica la performance è data dal potenziale naturale da quale occorre sottrarre le interferenze. L’Inner Game postula che il risultato è ostacolato dall’interferenze del “dialogo interiore”, che diventa la causa del blocco del proprio potenziale naturale.
Insomma, giocare la partita con l’avversario interiore permette di esprimere il potenziale più profondo. Partendo dalla relazione tra il Sé1 e il Sé2, la chiave per migliorare qualunque cosa è migliorare il rapporto tra chi dice ed è consapevole, Sé1, e le capacità naturali legate al fare del Sé2.
Inner Game: che cos’è il Gioco Interiore nel Coaching
Il Gioco Interiore si sovrappone ad una buona pratica di Coaching. I suoi principi servono ad aiutare le persone a raggiungere una serie di conquiste personali attraverso le quali l’individuo matura conoscenza e consapevolezza di sé, autostima, abilità di concentrazione e capacità di imparare tanto nella sconfitta quanto nelle vittorie. Questi traguardi, auspicabili nella pratica del Coaching, sono gli stessi principi del Gioco interiore, vale a dire gli insegnamenti che aiutano le persone a ridurre le interferenze sulla performance.
I principi del Gioco Interiore sono:
- Sviluppare consapevolezza del proprio potenziale e utilizzo concreto delle Potenzialità Personali
- Imparare a focalizzare l’attenzione sul qui e ora (osservare senza giudicare)
- Saper preservare l’Enjoyment (il godimento se preferite un termine italiano)
- Favorire l’apprendimento. Rimettere in gioco il modo di imparare per rimparare a imparare.
Coaching per l’apprendimento
Il vero Coaching, quello che origina dall’Inner Game di Timothy Gallwey, si basa sull’apprendimento. Infatti, per Coaching non intendiamo istruire, consigliare, guidare, convincere, persuadere, formare, ma piuttosto creare un “clima idoneno all’apprendimento”. Uno spazio-tempo in cui fare esperienze.
Gli obiettivi di apprendimento (a differenza di quelli di rendimento), producono delle modifiche sul piano comportamentale poiché:
- Implicano il dover vivere delle esperienze che inducono un cambiamento
- Dipendono dalla qualità dell’esperienza (ogni apprendimento è esperienziale)
Si può apprendere per:
- Prove ed errori (esperienza di stimolo-risposta)
- Insight (scoperta, consapevolezza, discussione e rottura del precedente assetto cognitivo)
A differenza dell’apprendimento infantile, senza censure e fiducioso, l’apprendimento degli adulti è selettivo e auto-diretto. In breve, l’adulto:
- Impara quello che vuole imparare e ciò che ritiene significativo
- Attinge dalle risorse che ha già incamerato nel corso del suo apprendimento
- Si assume la responsabilità di ciò che impara (se questo gli è concesso)
- Non è particolarmente incline a imparare qualcosa per cui non prova interesse, in cui non scorge un significato o uno scopo (di cui non ha bisogno)
Il principale obiettivo dell’Inner Game
L’obiettivo principale dell’Inner Game è ridurre le interferenze: potenziare il Self2 e calmare il Self1 per liberare il potenziale.
Il modo più facile per conoscere se stessi è ascoltare e comprendere il modo in cui ci parliamo. La maggior parte di noi ha un dialogo interno costante, che si calma soltanto nei momenti in cui siamo totalmente rapiti dal “fare”. Le persone non si fermano quasi mai ad ascoltare se stessi e a chiedersi: chi sta parlando? A chi sta parlando? Se non ci fossero due parti non ci sarebbe gioco interiore. E questo dialogo è dato dal parlottio incessante tra il Self1 e il Self2
Chi è Self 1 secondo Tim Gallwey
Self1 sono io… la parte di me che tenta di definire la realtà come se fosse un controllore/dittatore (dice: cosa, come, quando, dove, perché, bello-brutto, giusto-sbagliato, corretto-non corretto, ecc). Il Self1 è una voce che finge di essere me, ma in realtà è la voce di coloro che non sono me; quelle voci istruttive che ho incorporato inconsciamente nel mio dialogo interiore. Ne consegue che il Self1 è quella parte di me che deriva da fonti esterne, che semina i dubbi, la dipendenza, l’ipercontrollo e l’inadeguatezza. In pratica il Self1 è una “voce aliena” perché fa di tutto per far sì che io (Self2), accetti i suoi dettami indipendentemente dall’esperienza diretta.
Chi è Self2 secondo Tim Gallwey
Self2 sono io (me stesso)… la parte vera di me. La parte di me autentica, naturale, priva di condizionamenti esterni. E’ il corpo (che contiene il cervello, la memoria, il sistema nervoso) è un sistema tremendamente sofisticato e competente. Self2 è la persona, l’essere umano stesso, il potenziale intrinseco con il quale siamo nati, incluse tutte le capacità sviluppate e ancora da sviluppare. Incorpora: Le nostre potenzialità (intese come forze del carattere) La nostra abilità di apprendere e di fare L’espressione autentica di se stessi (collegata all’autorealizzazione – essere esattamente ciò che puoi essere)
Come nasce L’Inner Game
L’indole di Self1 è di mettere in dubbio Self2, le cui proprietà (spontaneità, sincerità, intelligenza innata, desiderio di imparare), superano le sue capacità di formarsi un’idea. Sel1 preferisce sostenere che le qualità di Self2 non esistano davvero e di conseguenza sviluppa convinzioni e concetti su come si è veramente. L’immagine della persona creata da Self 1 è scadente, illusoria, irreale e costruita con il raziocinio. Self1 non può arrivare a concepire Self2 (infinitamente vivo e reale).
Miti da sfatare sull’Inner Game
- Self1 è la parte pensante, Self2 è la parte agente!
- Self2 “sono io” bambino! (è il bambino che c’è in me)
- Self1 è il conscio, Self2 è l’inconscio!
- Self2 è l’intuizione! Riducendo l’interferenza si liberano le potenzialità! (intese come “forze del carattere”)
- Self1 ogni tanto ci aiuta!
- Posso eliminare Self1!
Inner Game: dallo Sport al Business
Abbiamo detto che il concetto di Inner Game è nato e cresciuto all’interno del contesto sportivo, per l’esattezza nel tennis. Ma come potremmo traslare la teoria di Gallwey in realtà diverse, ad esempio il Business Coaching?
La risposta è piuttosto semplice. Proviamo a pensare ad un atleta, con le sue difficoltà e le sue paure, con lo stress della partita e i tempi stretti in cui deve necessariamente ottenere risultati performanti. Ora pensiamo ad un manager, con i suoi dubbi, la necessità di produrre fatturato, le scadenze, il team da gestire. Notate quanto se pur afferente ad ambiti diversi in realtà atleta e manager possano essere facilmente sovrapponibili quando li portiamo a livello di persona e “gioco interiore”? Entrambi, infatti, devono necessariamente gestire le loro interferenze per essere atleti, manager, ma soprattutto persone di successo!
Ad esempio, grazie all’applicazione delle strategie cognitive dell’Inner Game, il Coaching ha potuto garantire al mondo del business valore aggiunto, successo competitivo e risultati tangibili in ogni aspetto, grazie allo sviluppo di consapevolezza e responsabilità dei manager nelle dinamiche interne ed esterne all’azienda.
E per quanto riguarda il Life Coaching?
Ovviamente l’Inner Game è presente anche qui!
Proviamo con un esercizio per scoprire il funzionamento dell’Inner Game di Timothy Gallwey:
- Pensa a qualcosa che desideri…
- Quali sono gli elementi che dipendono da te e che puoi gestire in base alla tua volontà?
- Cosa ti impedisce di farlo?
- Prova a pensare di avere un angioletto su di una spalla e un diavoletto sull’altra. Quali sono le argomentazioni dell’uno e quali le argomentazioni dell’altro?
- Stanno discutendo? Uno critica l’altro? Chi parla? A chi parla?
- Prova a far tacere chi giudica. Usa argomentazioni che siano il più possibile oggettive, aiutalo ad analizzare la questione in maniera critica, portando la sua attenzione sui dati specifici, al di là dei dissapori.
- Orienta il tuo interesse verso il “fare”.
Questa è la migliore definizione dell’Inner Game di Timothy Gallwey: ogni volta che ci troviamo davanti a sfide di vita, professionali o sportive, ogni volta che miriamo a raggiungere i nostri obiettivi e muoviamo un passo verso l’autorealizzazione, ci stiamo muovendo dentro le due aree di gioco della mente e della realtà. Ogni volta ci troviamo a dover gestire la nostra partita interiore parliamo di Inner Game.
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