Come uscire dalla Crisi è una frase che, soprattutto di questi tempi, sentiamo spesso. Che si tratti di crisi economica, di emergenza sanitaria o di crisi esistenziale, “crisi” è una parola che usiamo comunemente senza conoscerne il vero significato.
Come uscire dalla Crisi: Come comportarsi.
Recuperare il senso originario del termine può aiutarci a capire come uscire dalla crisi, imparando a guardarla come un momento di passaggio. La parola Crisi deriva dal verbo greco Kρίνω, Separo. Di fatto, nel suo significato originario, la crisi è il momento di mezzo tra un prima e un dopo, è l’attimo in cui un equilibrio, nel bene o nel male, si spezza e si crea un cambiamento.
Siamo abituati a concepire la crisi come qualcosa di negativo, ma, se ci fermiamo a riflettere, una crisi può essere anche un momento di transizione da qualcosa di meno piacevole a qualcosa di migliore. Ad esempio, sarà stata una crisi per le istituzioni e per la Chiesa la Rivoluzione Scientifica, ma, senza quella Crisi del Pensiero, non si sarebbero fatti tanti passi avanti e oggi non avremmo tutte le incredibili scoperte in ambito astronomico, biologico, matematico e quant’altro che sono il frutto di una rottura, di una crisi, per l’appunto, che ha portato a un nuovo modo di fare scienza e, in senso più ampio, alla possibilità di liberare il pensiero dalle maglie di certi dogmi e di certe limitazioni acritiche.
Proviamo a scoprire come uscire dalla crisi passando in rassegna 6 punti importanti, dei comportamenti da seguire di fronte a ogni genere di crisi:
- Studiare il problema e scomporlo in piccole parti. Capire come uscire dalla crisi significa innanzitutto fermarsi un attimo a guardare con quanta più obiettività possibile cosa sta accadendo. Significa prendere in considerazione i fatti concreti, alleggerendoli da tutta la parte ipotetica e immaginaria e, anziché spingere lo sguardo troppo avanti e troppo in largo, arretrare un pochino, parlare di domani anziché di futuro, spezzettare i problemi macroscopici in piccole parti da analizzare singolarmente, così da capire dove possiamo metterci al lavoro e passare all’azione.
- Accettare il cambiamento, anziché avversarlo. Se il cambiamento è inevitabile, continuare ad avversarlo significa non solo perdere tempo utile, ma, soprattutto, peggiorare il nostro umore e renderlo ogni giorno di più un ostacolo alla nostra reazione. A volte battere i piedi non è solo inutile, è ridicolo. Che al cervello piaccia interpretare le cose alle luce di quanto già conosce , anteponendo quanto è certo di poter affrontare, questo lo sappiamo, ma si tratta di automatismi. Saper usare il Pensiero Critico significa imparare a ragionare e a capire che, a volte, la sola cosa che possiamo fare di buono per noi stessi è accogliere la crisi, con tutti i cambiamenti annessi.
- Pianificare nuovi obiettivi. La crisi è un momento di rottura, non per forza negativa. A volte ci troviamo in un momento di stallo, magari non abbiamo quel pungolo che ci stimoli a prendere decisioni che puntualmente rimandiamo.
- Affrontare una crisi a volte significa sfruttarla a nostro vantaggio, farci trovare pronti a un cambiamento che, prima o poi, sarebbe arrivato e darci da fare per pianificare nuovi obiettivi.
- Imparare a rimpiazzare i pensieri negativi. Salvarsi da un momento di crisi significa anche saper gestire il Dialogo Interno. Cerchiamo di dare una frenata ai nostri pensieri quando smaccatamente volgono tutti al pessimismo, allo scoraggiamento, alla passività. Scegliamo di nutrire dei pensieri su cui non possiamo farci male, ricordi di momenti piacevoli che possiamo guardare senza nostalgia, ad esempio, quei frangenti in cui abbiamo superato alla grande delle difficoltà: alleniamo un’immaginazione che, senza trasformarsi in un sogno irrealizzabile, ci aiuti a capire dove vorremmo e potremmo essere se la smettessimo di indugiare su pensieri negativi.
- Ritrovare e coltivare le relazioni positive. Va bene aiutare gli altri, va bene altrettanto cercare una spalla su cui piangere, ma la vita è davvero troppo breve, anche fossimo destinati a superare i cent’anni di età, per coltivare relazioni con persone negative, pessimiste, invidiose, cariche di giudizi e pregiudizi, che ci frenano anziché sospingerci. Quelli che sanno già tutto, che individuano puntualmente gli ostacoli e mai le possibili conquiste, molto probabilmente sono persone che non hanno il coraggio di osare e, per non sentirsi sole, elargiscono esperienze mai fatte o fallimenti dando loro la parvenza di ottimi consigli.
Come uscire dalla Crisi: La Crisi Esistenziale
Ci troviamo ad attraversare crisi esistenziali in tanti momenti della vita: di fronte alla crescita, ai grandi cambiamenti, a momenti di stasi o di difficoltà.
Crescere non è facile per nessuno: passare dall’avere qualcuno che ci copre le spalle, che si occupa di noi, al dover farci carico di responsabilità di ogni genere, per noi e per altre persone, non è semplice.
I più, anche se vorrebbero diventare grandi prima possibile, quando finalmente possono sentirsi adulti, perché di fatto lo sono, perché vivono lontani da casa per ragioni di studio o di lavoro e devono occuparsi di loro stessi, perché devono trovare un modo per sostenersi economicamente, ci mettono un po’ ad abituarsi ai cambiamenti.
“Essere grandi” non sempre è il bel miraggio intravisto da bambini, in primis per tutte le responsabilità che comportano le scelte che facciamo.
Andare a vivere lontano dalla famiglia, iniziare a lavorare, avere spese di cui occuparsi sono fasi della vita che possono generare una crisi esistenziale.
Talvolta anche realizzare i nostri sogni può causare battute d’arresto e portarci a chiederci come uscire da una crisi. Ad esempio, abbiamo sognato per tutta la vita di avere una nostra casa, una famiglia, dei figli e, quando la nostra esistenza viene sconvolta dai tanti cambiamenti legati alla nuova condizione di consorti e genitori, ci sentiamo sotto stress, vediamo tutto nero e vorremmo solo scappare. C’è chi lo fa, chi abbandona tutto per non aver saputo gestire la crisi, chi preferisce tornare indietro, alle certezze che sente di poter gestire.
A volte la crisi esistenziale ha le fattezze di un vicolo cieco in cui ci siamo infilati in un momento difficile o in un momento di stasi, ad esempio a seguito della perdita del lavoro. Abbiamo la sensazione di non vedere una via d’uscita, ci lasciamo irretire dal senso di impotenza e dalle paure e, cercando di scappare da questa specie di cul de sac in modo spasmodico e irrazionale, finiamo per grattare le pareti di un vicolo cieco, nutrito di pensieri e domande che non ci sono di nessun aiuto.
In momenti come questi, la sola cosa da fare è fermarci, recuperare il controllo di noi stessi e, soprattutto, ritrovare un pensiero razionale e utile.
Per uscire da una crisi del genere può esserci di aiuto fare piazza pulita dai sentito dire, da tutti quei luoghi comuni che appaiono come fonte di ispirazione o come argomenti utili ad alimentare i pensieri negativi con i quali ci diamo ragione: adagi e saggezza popolare tante volte sono un modo bonario per dare una forma più allettante e dignitosa ai fallimenti, nell’ottica consolatoria del “Mal comune, mezzo gaudio”. E, poiché siamo più bravi a condividere i sentimenti tristi e i momenti di difficoltà di quanto non lo siamo con le gioie e le soddisfazioni, diamo nutrimento a queste convinzioni, accettandole in modo acritico.
La crisi è un momento di passaggio e, come tale, in qualche modo ci porterà sulla sua riva opposta: sta a noi scegliere di arrivarci senza paure, senza trattenerci e annaspare nello spazio della crisi, restando sospesi tra un prima che non c’è più, ma che possiamo provare a ricostruire, e un dopo che fatichiamo raggiungere.
Dunque, di fronte a una crisi esistenziale dobbiamo metterci al lavoro per placare paure fuori controllo e pensieri poco proficui e ritrovare la tranquillità che avevamo o costruirne una nuova laddove ci ha condotti il cambiamento.
Diamoci tempo. Prendiamo la vita a piccole dosi, i problemi uno per volta, dedicandoci per primi a quelli che possiamo risolvere: gli altri si risolveranno da soli o si estingueranno un po’ per volta. Ma, di sicuro, renderci conto che siamo in grado di gestire le novità ci sarà di aiuto nel ritrovare la voglia di fare e la gioia di vivere, così da superare la crisi senza troppe difficoltà. Altrettanto, ci sarà di aiuto condividere i nostri pensieri con amici e persone fidate, accettando, quando evidente e necessario, di riconoscere quanto certi pensieri siano un modo per crogiolarci in un capriccio, quanto siano controproducenti e, talvolta, davvero ridicoli.
Inoltre, farci delle domande per capire l’origine della crisi e del relativo malessere può agevolare una visione più cristallina e autentica della situazione in cui ci troviamo.
Ma, soprattutto, impariamo ad affrontare il cambiamento, senza tenersi infantilmente attaccati a quanto e come erano prima le cose, quantomeno per dare un’occhiata più tranquilla e razionale alla realtà e a quanto, di fatto, potrebbe essere tutto più semplice di come lo stiamo immaginando.
Diventare grandi ha i suoi contro, ma anche tanti pro, come la possibilità di fare scelte con la propria testa e di sentirsi artefici principali dei propri traguardi. I cambiamenti legati alla famiglia, ai figli, si affrontano giorno per giorno, non c’è bisogno di farsi schiacciare da una visione d’insieme di ogni potenziale problema. I cambiamenti a volte sono la cosa migliore che possa capitarci. I momenti difficili, in un modo o nell’altro, devono risolversi, e se non si possono risolvere l’avremo comunque vinta imparando a stare in una situazione che non avevamo previsto.
La sola vera crisi è quella sulla quale non applichiamo la nostra volontà.
Come uscire dalla Crisi negli Studi e sul Lavoro
A chi non è capitato un momento di crisi di fronte alle scelte fatte, nel percorso di studi, sul posto di lavoro? Che fosse per problemi indipendenti dalla nostra volontà o per ragioni personali o, ancora, perché non eravamo più sicuri di quello che avevamo scelto, non è affatto insolito dover ingegnarsi per capire come uscire dalla crisi di un determinato momento della nostra vita lavorativa o studentesca.
Se la crisi non dipende da noi – un problema in famiglia che ci rallenta negli studi, un improvviso bisogno di lavorare per sostenerci all’Università, una fase difficile per l’intera azienda -, possiamo scegliere di viverla giorno dopo giorno, stando a vedere come vanno le cose, o decidere di apportare un cambiamento a nostra scelta – lasciare gli studi, cercare un lavoro, cambiare lavoro -, non senza aver preso un attimo di tempo per riflettere e, anziché lanciarci nel vuoto, cercare di valutare pro e contro dei possibili cambiamenti.
Se la crisi dipende dal fatto che non siamo più contenti e soddisfatti delle nostre scelte, allora non ci resta che decidere se mettere la testa sotto e andare avanti, ad esempio completando un corso di studi per poi, magari, dedicarci a quello che avremmo voluto, oppure cogliere la crisi come un’opportunità di cambiamento.
Molti hanno paura di lasciare un posto di lavoro sicuro per un azzardo. Ma, di fatto, il lavoro che facciamo prende gran parte delle nostre giornate e costringerci a un impiego che non ci piace più è davvero frustrante, è avvilente, rischiamo di demotivarci quando potremmo darci una spinta per attuare un cambiamento che ci fa sentire felici anche solo immaginandolo e lanciarci verso la meta che continuiamo a sospirare.
L’esperienza fatta in un posto di lavoro non si perde per strada. Se anche cambiamo lavoro, abbiamo sempre delle porte aperte grazie a quanto abbiamo imparato in precedenza. Magari all’inizio non sarà semplice, ma una potenziale difficoltà non dovrebbe essere un limite nel raggiungimento di un obiettivo che ci sta a cuore.
Se abbiamo persone attorno che dipendono da noi, parliamo con loro e cerchiamo di fare capire loro quanto ci infelicita la situazione che viviamo e quanto desideriamo seguire un’ambizione. Chiediamo ai nostri cari di capirci, sostenerci e aiutarci e non facciamoci scudo delle paure degli altri per camuffare le nostre remore: volere davvero qualcosa significa darsi da fare per ottenere quel qualcosa, tenendo a mente che potrebbe andare male o potrebbe andare bene: di sicuro non va in nessun modo, meno che mai bene, se restiamo fermi.
A volte capire come uscire dalla crisi significa semplicemente avere il coraggio di fare una scelta che ci porti dove la crisi, insieme alla nostra volontà, potrebbe condurci.
Come uscire dalla Crisi: I Rapporti di Coppia
A volte, anche in più di un’occasione, possiamo trovarci a chiederci come uscire dalle crisi che attraversiamo nella nostra vita di coppia.
Anche la più bella storia d’amore può essere attraversata da momenti di crisi, da cambiamenti, che siano esterni o di uno o entrambi i partner, per cui quello che c’era prima facciamo fatica a ritrovarlo e dobbiamo imparare a conoscere la nuova situazione. Ma, prima di tutto, dobbiamo venire fuori dallo spazio a metà tra questi due momenti.
È inutile fare finta di niente. Una coppia è formata da due persone, per definizione e, alla crisi, ciascuno risponde a modo suo. Ma lasciare che le cose vadano come vanno, soprattutto se si è il tipo di persona che non sta troppo a preoccuparsi di fronte ai problemi, senza premurarsi di cercare di capire il proprio partner e di aiutarlo può essere un errore. È come attraversare la crisi in due modi e in due momenti diversi e, mentre uno è già dall’altra parte del cambiamento, l’altro è rimasto esattamente dove stava.
Se il problema è esterno è importante saper parlarne e affrontarlo insieme, senza colpevolizzarsi vicendevolmente se la crisi è conseguenza delle scelte o del comportamento di uno dei due elementi della coppia.
Se la crisi dipende dal cambiamento di uno dei due partner, confrontarsi a riguardo è fondamentale e ancora più importante è avere la mente aperta, cercare di capirsi e accogliersi vicendevolmente.
La crisi può comportare anche un cambiamento definitivo se uno dei due partner o entrambi non sono disposti ad accettare le novità.
A quel punto, la cosa da fare, anziché imporsi una situazione che uno dei due non riesce ad accettare, è accettare che una storia d’amore, nonostante tutte le belle premesse, possa finire. In fondo, che piaccia o meno, le difficoltà sono la misura dell’amore e della solidità di un legame affettivo.
Come uscire dalla Crisi procurata dal Covid-19
Di recente, è una domanda che spesso sentiamo fare ed è una situazioni a cui molti cercano di dare una risposta: Come uscire dalla crisi legata alle fasi di quarantena che hanno coinvolto pressoché tutti? Come uscire dalla crisi post CoViD-19?
Innanzitutto, in questo caso uscire dalla crisi non è solo un compito individuale, ma è un impegno collettivo, e per riuscirci dobbiamo ritrovare il nostro Senso civico e del dovere, l’altruismo, che è una manna dal Cielo nei momenti difficili, ad esempio dopo un forte terremoto o un’alluvione, e recuperare la Virtù Umanità che è il nostro tratto distintivo: non vergognarci di chiedere aiuto, darci da fare per aiutarci vicendevolmente, rimanere onesti gli uni verso gli altri sicuramente sono comportamenti che salvano tante persone in un momento di crisi.
Uscire dalla crisi in un momento come questo richiede anche un forte senso di adattamento alle singole circostanze: abbiamo dovuto imparare a tenerci a distanza, cosa non semplice per un popolo come noi Italiani, dalla prossemica piuttosto ridotta.
Abbiamo dovuto rinsaldare le premure verso i nostri cari, soprattutto i più deboli.
Abbiamo dovuto abituarci ai dispositivi di sicurezza, come mascherine e guanti, e rispolverare una bella dose di pazienza nelle lunghe file fuori dai supermercati.
E possiamo scoprire ancora tanto, quanto ingegno e quanta volontà sappiamo mettere a punto per non arrenderci, anzi, per uscire trionfanti: convertire le produzioni, imparare a usare le app per la consegna a domicilio, sfruttare smart working ed e-commerce, sono tutti adattamenti che si sono rivelati di grande utilità sostegno.
Soprattutto, per uscire dalla crisi ci ha aiutati e ci aiuta un nuovo modo di comunicare, più sensibile, più umano, più sincero, perché ritrovare i valori che a volte trascuriamo, recuperare le emozioni migliori nei momenti più bui, sentirci più vicini nonostante i due metri di separazione sono cose che davvero possono aiutarci a venire fuori da una crisi.
In questo momento di crisi legata al Coronavirus, come in tutti i momenti difficili, abbiamo imparato che anche i problemi che sembrano insormontabili possono essere affrontati, se non risolti, e, soprattutto, che abbiamo una forza interiore molto più grande di quello che siamo abituati a vedere.
Come uscire dalla Crisi grazie al Coaching
Il Coaching può essere un valido alleato nei momenti di crisi, già semplicemente grazie all’aiuto di un Coach che sappia farci le giuste domande, che ci aiuti ad avere una visione più nitida e obiettiva della situazione, che ci dia gli strumenti utili ad Affrontare nel modo migliore un Cambiamento e, soprattutto, che ci faccia scoprire quanto siamo bravi a guardare le cose da una molteplicità di punti di vista grazie alla Creatività e al Pensiero Laterale e che, probabilmente, ci siamo arenati in quello meno prolifico.
Se decidiamo di affrontare la crisi facendo delle scelte che contemplino un cambiamento, un Coach ci insegnerà come pianificare i nostri obiettivi e come elaborare un Piano di Azione utile a non perderci strada facendo o, comunque, a riorganizzarci in itinere.
Di certo, parlare con un bravo professionista è il primo passo per ridimensionare quella che chiamiamo crisi e per fare sì che quel momento di separazione tra prima e dopo sia, anziché una specie di mostro, la molla che ci aiuta ad andare avanti.
Saper gestire la crisi è il modo migliore per riuscire a recuperare quanto avevamo o a scegliere di realizzare dei cambiamenti.
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