La Lungimiranza consiste nella capacità di esaminare le cose in prospettiva, supportata da una notevole ampiezza di vedute. Viene indicata anche come Saggezza, in quanto il modo di elaborare le informazioni si distingue per la maturità dei ragionamenti e per la capacità di gestire gli interessi personali.
La Lungimiranza rappresenta la sesta delle 24 Potenzialità e, nell’elenco delle Sei Virtù, rientra nell’area Saggezza e Conoscenza.
Che cos’è la Lungimiranza
Cosa si intenda per Lungimiranza è facile intuirlo dalla parola stessa: mirare le cose, osservarle spingendosi in avanti, senza fermarsi a un palmo dal proprio naso, assumendo una prospettiva ampia, che va oltre l’immediatezza della percezione.
Nell’opera Characters Strengths and Virtues, Martin Seligman e Christopher Peterson parlano di Saggezza, di capacità di essere Prospettici. La scelta di indicare questa Potenzialità come Lungimiranza è dettata dall’abitudine a considerare la Saggezza come una caratteristica tipica della vecchiaia, con tutti gli stereotipi annessi e connessi a cui la tradizione ha abituato: anziani uomini con la barba, lentezza e prudenza nel parlare e nell’agire, esattezza delle intuizioni e un patrimonio di lezioni di vita da dispensare a quanti, a causa della giovane età, non avrebbero ancora conseguito la raffinatezza di pensiero di chi ha più anni di loro sulle spalle.
Le cose non stanno esattamente così, non in senso assoluto, non quando si parla di questa Forza del Carattere, che la si voglia chiamare Lungimiranza, Saggezza o Prospettiva.
La Lungimiranza, tra le Potenzialità del gruppo Saggezza e Conoscenza, è quella più compiuta, matura e, in un certo senso, astratta, poiché non ha un campo di interesse individuabile, ma spazia su ogni cosa, su ogni argomento, si tratti anche di un pensiero che si presti a una disamina, a un’interpretazione.
Lungimiranza, Caratteristiche della Potenzialità
Essere lungimiranti non significa solo essere saggi, avere storie da raccontare cariche di esperienza e lezioni di vita da elargire ai più giovani.
Avere Lungimiranza significa soprattutto essere in grado di guardare lontano, caratteristica agevolata dall’esperienza, ma senza che l’esperienza diventi una condicio sine qua non per essere lungimiranti.
E’ capacità di ragionamento, la Lungimiranza. E’ guardare dentro alle cose e coglierne il senso più profondo.
Sentire persone parlare di cose che ai nostri occhi non sono immediatamente percettibili, ma che loro sembrano vedere con chiarezza ha un suo fascino. Per questo la Lungimiranza, come le altre Potenzialità, non mette a disagio le persone, ma le eleva, grazie alla possibilità di ampliare le proprie vedute tramite chi riesce a farlo con naturalezza.
Volendo schematizzare, si può dire che chi possiede la Lungimiranza:
- Ha consapevolezza di se stesso;
- Denota una certa Intelligenza, per quanto Lungimiranza e QI non siano direttamente proporzionali;
- Ha una capacità di giudizio maggiore rispetto alla media;
- Sa ascoltare e comunicare con gli altri, trasmettendo le proprie conoscenze senza prevaricare e senza mortificare le capacità di giudizio e di pensiero degli astanti;
- dimostra una distintiva profondità di pensiero su questioni astratte;
- usa la sua Potenzialità per stare bene e per fare stare bene gli altri.
Agli estremi della Lungimiranza
La Lungimiranza trova il suo opposto nella Sconsideratezza, in un modo di agire scriteriato e impulsivo, non nel senso positivo di agire in modo istintivo, avendo comunque bene a mente almeno una parte dei pro e dei contro delle proprie azioni o, quantomeno, l’elevata rischiosità di un gesto avventato, ma con riferimento alle azioni fatte con la convinzione di poter muoversi senza riflettere, senza neppure la più remota percezione di poter correre un rischio.
Dall’altra parte di un comportamento lontano da ogni riflessione e, probabilmente, privo di ogni base esperienziale, c’è quello di chi pensa che l’esperienza maturata renda, in una parola, onniscienti e il cui sapere diventa saccenteria, un modo di elargire lezioni di vita che, anziché avvicinare, allontana gli altri, spesso introdotto da frasi come Quando ero giovane io o Ai miei tempi le cose erano migliori.
Lo sviluppo della Lungimiranza
Come si è detto, essere Lungimiranti non vuol dire per forza avere raggiunto una certa età e avere maturato certe esperienze.
Sono stati condotti studi su ragazzi in età adolescenziale e sembra che un primo sviluppo della Lungimiranza si segnali tra i 15 e i 25 anni.
A contribuire allo sviluppo di questa Forza del Carattere c’è il modo in cui una persona cambia e sviluppa la propria personalità nel corso del tempo, in particolare con riferimento alle esperienze che fa.
Ci sono persone che, con il passare del tempo, evolvono davvero poco, se non in senso strettamente fisico. Ci sono persone, di contro, il cui modo di essere evolve non tanto in risposta del tempo, quanto delle esperienze e del modo in reagire a esse, e il cui cambiamento comporta anche uno sviluppo della prospettiva nel guardare le cose.
Gordon Willard Allport, psicologo attivo nella prima metà dello scorso secolo, sostenne, a ragione, che l’età cronologica non ha necessariamente una relazione con la maturità della persona.
Esistono casi di Lungimiranza precoce, per cui individui piuttosto giovani dimostrano una Saggezza e una capacità di Prospettiva maggiori rispetto agli individui adulti della loro stessa famiglia.
Dunque, sicuramente un bagaglio esperienziale più ricco e consolidato e l’aver affrontato ostacoli, imparando a maneggiarli, aiuta ad acquisire una maggiore lungimiranza, ma, come ogni Forza del Carattere, anche la Lungimiranza si manifesterà in maniera spontanea, senza dover passare attraverso chissà quali e quante esperienze.
Lungimiranza, Età, Esperienza… e Cervello
Un tempo la Lungimiranza era considerata il frutto dell’esperienza e dell’erudizione. Di fatto, ci sono diversi elementi che determinano e potenziano questa Forza del Carattere:
- benessere psicofisico;
- soddisfazione di sé in tanti ambiti della vita;
- risorse mentali;
- sviluppo della propria persona in ambito psicosociale.
Come si può notare, dell’età non c’è traccia. L’età può essere una sorta di facilitatore, ma non una condizione indispensabile.
L’esperienza, altrettanto, è una specie di banco di prova, sicuramente utile a conoscersi e, se si è dotati di Lungimiranza, ad affinare la propria Potenzialità.
Come dicevo, essere lungimiranti non è diretta conseguenza di un notevole Quoziente Intellettivo, ma sicuramente avere una bella testa, che sa fare ragionamenti critici, obiettivi e distinguere le ragioni personali dal senso autentico delle cose, aiuta a raggiungere un certo grado di Lungimiranza.
Volendo individuare dei tratti che possono alimentare un modo di essere lungimirante, si può fare riferimento all’apertura mentale, a un’intelligenza di tipo sociale, a un carattere riflessivo e alla maturità della persona, che è in primis una questione di testa e, solo a seguire, di esperienze fatte e di età.
Gli Aspetti Culturali della Lungimiranza
Non sono stati compiuti studi sistematici su come la Lungimiranza risenta del genere della persona o della sua provenienza etnica, culturale e sociale.
Dal momento che si è notata una maggiore propensione alla Lungimiranza in ambienti in cui vengono stimolati il dialogo e la riflessione personale, è lecito pensare che realtà che favoriscono il confronto, magari caratterizzate da una più vivace vita collettiva, con un’interazione maggiore e, ovviamente, rispettosa delle diversità, tra giovani e anziani agevolino la realizzazione di un modo di essere in cui la Lungimiranza diventa un tratto distintivo o creino un terreno fertile per il suo sviluppo.
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