Emozioni – Esistono le emozioni nello Sport? Come gestirle? Quale rapporto esiste tra la pratica sportiva e le emozioni?
Alla fine dell’ottocento lo studioso William James affermò che “un’emozione è la percezione del cambiamento corporeo”, quindi una percezione dell’attivazione del nostro organismo.
Oggi la definizione di emozione che ritengo più interessante è quella di Atkinson: “le emozioni sono sensazioni o stati soggettivi temporanei, i quali, se perdurano per più ore, si possono definire umori”.
Naturalmente si possono avere differenti tipologie di emozioni:
- ansia per gli atleti nel pre-gara o nello svolgimento di un match;
- irritazioni dei trainer per errori tecnici e/o tattici;
- gioia dei tifosi per una grande vittoria.
Ogni tipologia di emozione varia poi per grado di intensità:
- Intensità positiva: benessere > piacere > allegria > gioia
- Intensità negativa: fastidio > irritazione > indignazione > rabbia.
Ma quali sono invece le componenti delle emozioni, e come queste influiscono sulle prestazioni di un atleta?
Si possono indicare fondamentalmente le seguenti:
- la valutazione cognitiva: non conta lo stimolo ambientale esterno nè la sensazione personale soggettiva, bensì l’interpretazione e la valutazione cognitiva dell’ambiente nel suo complesso e, quindi, della sensazione che produce una o più emozioni. (fase tipica dell’atleta che non si irrita immediatamente per un presunto errore arbitrale, ma che nel corso della gara, sente crescere in sé la rabbia se reputa di aver subito un torto o se pensa che l’arbitro non sia stato equo, attento o neutrale);
- le sensazioni soggettive: queste sono “l’essenza delle emozioni”!. Riguardano la esperienzialità consapevole che ognuno di noi vive durante un episodio emotivo (pensate all’insieme di emozioni che prova un atleta sul dischetto del rigore o mentre esegue un tiro da tre dalla lunetta o quando è sul green all’ultima buca…);
- le modificazioni fisiologiche: ogni tipo di emozione è accompagnata sempre da una determinata modificazione a livello fisiologico: secrezione ormonale, ritmo della respirazione e della circolazione, variazione della pressione sanguigna, attivazione degli organi sensoriali, ecc. (pensate all’atleta che nei momenti di massimo stress inizia a sudare copiosamente o che di colpo impallidisce, o che “sente cedere le gambe”);
- i comportamenti espressivi: le emozioni si manifestano chiaramente nelle fasi espressive del viso e anche nella postura del corpo; atleti sereni hanno uno sguardo fermo e una espressione generale che denota la completa gestione di ansie e stress. Al contrario giocatori sotto pressione tendono a spostare spesso il loro sguardo ed assumono una postura più “chiusa” e difensiva.
Ogni atleta (a qualsiasi categoria appartenga) sa benissimo che le emozioni sono variabili nel corso della performance e, per giunta, influenzate dal contesto in cui si svolge la prestazione.
Saper gestire il proprio trasporto emozionale consente di avere un controllo ampio anche sulle cosiddette “interferenze” e ribaltarle sull’avversario, il quale si troverebbe così di fronte un “ice player” (giocatore di ghiaccio).
Il supporto di Mental Coaching in questo ambito è fondamentale: identificare le emozioni, permettere di gestirle con una fase introspettiva positiva, alimentare il dialogo interiore dell’atleta, utilizzare le proprie “paure” come spinta al miglioramento, sono solo alcuni dei fattori su cui lavorare e sui quali impostare un Piano di Azione basato su obiettivi sfidanti.
È questa l’essenza del gioco interiore…. segui le tue emozioni: sei pronto a sfidarti?
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