Nel Coaching la consapevolezza e la responsabilità sono dei presupposti. Scopri come diventare una persona più consapevole e responsabile.
Scrivo questo post dopo un’intensa giornata di formazione nella Scuola di Coaching.
L’obiettivo, nella prima fase della formazione, per diventare Coach è di far scoprire, comprendere e metabolizzare agli allievi-Coach “la vera natura del Coaching”.
L’esperienza mi dice che centrare questa meta nel processo formativo di un allievo-Coach è una tappa fondamentale.
La comprensione e il lavoro su questo passaggio fondamentale saranno in grado di generare un ottimo Professionista, ma anche una persona migliore.
Se non ci sforzassimo di chiarire le radici teoriche del processo di Coaching, il metodo si potrebbe ridurre ad essere considerato uno strumento da “casetta degli attrezzi” fatto di soluzioni e risposte veloci con una intuibile conseguenza sulle aspettative del cliente.
Ciò che interessa a me e a tutto il Team Didattico è di far comprendere agli allievi “la filosofia di Coaching” che sta alla base del metodo, convinti che solo la profonda conoscenza di questi elementi permetterà la conduzione di sessioni e processi di Coaching veramente soddisfacenti per il cliente e, non scordiamolo, soddisfacenti anche per il Coach.
Il primo elemento chiave del Coaching è, quindi, la consapevolezza.
La consapevolezza è quel risultato che potremmo definire come “il processo che implica essere a conoscenza di qualcosa mediante l’attenzione posta nell’osservare o interpretare ciò che si sente, si vede e soprattutto si prova su un piano emotivo”.
Quando si parla di consapevolezza, bisogna partire dall’assunto che ne esistono vari gradi (di solito in un primo momento molto scarsa) e che la consapevolezza, essendo fondata sull’esperienza personale e diretta, non può essere appresa attraverso la semplice lettura di libri o la partecipazione a seminari teorici.
Per riuscire a comprendere il vero significato di “persona consapevole” occorre sperimentarsi (mettendosi in gioco) producendo in un primo momento uno sforzo molto forte nell’ascolto di sé (e degli altri) e, a mio parere, incominciare a lavorare sul giudizio che ognuno di noi ha nei confronti di se stesso e degli altri.
Lo so… lo so… ora penserete che è molto difficile: chi vi ha detto che diventare Coach è semplice? Inoltre, vuoi sapere dov’è la trappola? Pensare di essere già consapevole!
Prova a meditare su questo:
“Sono in grado di controllare solamente ciò di cui sono consapevole. Ciò di cui non sono consapevole, mi controlla”.
La consapevolezza, inoltre, richiede l’osservazione, l’ascolto, la concentrazione delle dinamiche di relazione tra le persone e del nesso che esiste tra l’ambiente e le persone. In ultima istanza attraverso il processo di autoconsapevolezza si arriva a scoprire il grado di distorsione che si ha di se stessi operato dal prodotto delle nostre emozioni e dai nostri desideri, bisogni e pulsioni.
Il Coaching non dovrebbe mai essere confuso con un processo del tipo: “abbiamo stabilito gli obiettivi, il piano d’azione, valutato i possibili ostacoli… ora procedi”.
A differenza di questo modo meccanico e strumentale dovrebbe tendere ad evidenziare e valorizzare le differenze soggettive delle persone, riconoscere emozioni personali, individuare virtù e potenzialità, rispettare tempi e modalità soggettive e, infine, (importantissimo) evitare ogni tipo di prescrizione favorendo l’auto-sviluppo personale, la fiducia, la sicurezza e la responsabilità personale.
Il secondo elemento chiave del Coaching è la responsabilità.
In queste ultime settimane assisto ad un proliferare di nuovi siti e blog che si sforzano di parlare di Coaching. Oltre alla mia preoccupazione nell’osservare “l’arrembaggio” a questa disciplina da parte di sedicenti guru della motivazione, in pochi si concentrano sul concetto di responsabilità del Coach: troppo difficile farlo? Eppure la responsabilità è tra gli elementi chiave per migliorare le performance.
Il termine responsabilità deriva dal latino respònsus, participio passato del verbo respòndere. Rispondere a qualcuno o a se stessi, delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano.
In filosofia il concetto di responsabilità spesso viene associato a quello di libertà e di libero arbitrio con l’obiettivo di sostenere che ognuno di noi può essere ritenuto responsabile del suo operato se questo è avvenuto in base ad una libera scelta senza condizionamenti.
Quando un individuo accetta e si prende la responsabilità di ciò che desidera, di ciò che desidera fare e di come lo si desidera fare, aumenta in termini esponenziali l’impegno e la motivazione. Quando, per contro, ci viene “prescritta una ricetta magica” la performance diminuisce: “fare una cosa per gli altri” o ancor peggio “fare una cosa sotto minaccia” peggiora la performance.
Il miglioramento della performance avviene solo quando la persona si sente responsabile di ciò che sceglie.
Il coaching organizzato intorno al concetto di consapevolezza e responsabilità funziona sia per il miglioramento delle performance sia per migliorare la propria vita su un piano qualitativo.
Consapevolezza e responsabilità sono quindi due caratteristiche d’importanza cruciale per la performance del cliente e per la preparazione del Coach.
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