Origini del Coaching partendo dalla storia, il significato e le origini del metodo (quello vero).
Le origini del Coaching risalgono al finire degli Anni Settanta, frutto dell’intuizione del maestro di tennis Timothy Gallwey. Quello che Gallwey voleva dimostrare era come i giocatori di tennis riuscissero ad autocorreggersi e a dare il loro meglio quando, a consigli, suggerimenti e inviti a impiegare maggiore forza, si sostituivano domande aperte, un approccio più rilassato e la capacità di visualizzare l’obiettivo.
Alla base del metodo che andava sperimentando, c’erano: attingere dal vissuto e orientare l’attività sul “fare”, sospendere il giudizio e avere obiettivi ben formati.
Dalle sue osservazioni, Gallwey trasse un libro, caposaldo del Coaching, il cui titolo è The Inner Game of Tennis.
Il modello GROW e la diffusione del Coaching
Interessato alle intuizioni di Timothy Gallwey, l’ex pilota automobilistico e padre del Coaching, John Whitmore, si adoperò per diffonderne il pensiero e per approfondirlo ulteriormente.
Portata in Europa l’opera di Gallwey, Whitmore, pioniere del Coaching, in collaborazione con Graham Alexander, trascorse buona parte degli Anni Ottanta approfondendo metodi, concetti e tecniche nell’ottica di un miglioramento delle prestazioni all’interno delle Aziende.
L’intento era dimostrare come fosse possibile migliorare non solo le prestazioni, ma anche il processo di apprendimento e il grado di piacere/gratifica/divertimento degli individui.
Così, di conseguenza, diventava possibile renderli più consapevoli e permettere loro di raggiungere un forte senso di responsabilità verso gli “obiettivi operativi”.
Nel 1986, la McKinsey, società di consulenza manageriale che già ricorreva al Coaching per i manager, divenuta cliente di Whitmore e Alexander, chiese loro di elaborare un’ulteriore struttura di supporto per il miglioramento delle prestazioni e la liberazione del potenziale personale.
In quell’ambito, Whitmore elaborò un modello che divenne il principale punto di riferimento del Coaching, il modello GROW, prontamente apprezzato in quanto semplice e in grado di focalizzare azioni e risultati.
E’ di questo modello che il suo autore parla nell’opera Coaching for Performance (un libro tradotto in oltre 23 lingue).
Il Grow – Goals, Reality, Options, Will – è ancora oggi un pilastro nell’ambito del Coaching professionale nel suo complesso, merito dei risultati che permette di raggiungere in ambito privato, professionale e sportivo.
Dalle origini del Coaching al metodo di ultima generazione: modello Grow Expanded
Nel 1992 veniva pubblicata la prima edizione di “Coaching for Performance”. Oggi siamo giunti alla quinta edizione. Nel suo ultimo libro, John Whitmore fa specifici riferimenti a 2 filoni culturali:
- Relazione tra potenziale, prestazione e apprendimento anche attraverso la Psicologia Positiva di Seligman e Csikszentmihalyi;
- Intelligenza Emotiva (Daniel Goleman).
Approfondendo, risale a circa vent’anni fa un importante cambiamento di paradigma nel mondo della Psicologia, che, includendo un approccio positivo, imperniato sui punti di forza dell’individuo, sposta l’attenzione da ciò che, in una persona, è “deficitario” a quello che, invece, funziona (la logica del “potenziale” che si contrappone alla logica del “deficit”, dalla quale il Coaching ha tratto una forte ispirazione).
L’ascesa della Psicologia Positiva ha argomentato ulteriormente l’efficacia degli interventi di Coaching orientati al positivo e ha ampliato il repertorio a cui i Coach possono attingere per il loro lavoro professionale. Inoltre, la popolarità raggiunta dalla Psicologia Positiva ha influito sulla diffusione dei servizi di Coaching nei suoi diversi ambiti di competenza (lo stesso Seligman, nel suo ultimo libro, “Fai fiorire la tua vita”, riconosce il Coach come un ottimo interprete delle sue intuizioni).
Per quanto attiene l’Intelligenza Emotiva, Sir J. Whitmore, nella 5^ edizione di Coaching For Performance, afferma che si tratta della “capacità di relazionarsi agli altri a partire da un paradigma di fiducia, invece che da quello del timore”. Sottolinea, inoltre, che la qualità della relazione e la sospensione del giudizio si collocano con fermezza nel settore dell’interdipendenza all’interno della Curva della Performance.
Le origini del Coaching: storia di una parola
La parola Coaching trae origine da Kochs, un villaggio ungherese situato qualche decina di chilometri a Nord della Capitale, rinomato per la produzione di carrozze. Dunque, con la parola Coche si indicava un mezzo di trasporto trainato dai cavalli, ed è lecito pensare a una continuità semantica tra il significato originale e quello veicolato dalla parola Coach.
In Inghilterra, con il verbo To Coach ci addentriamo in ambito sportivo, sebbene l’origine del termine sia da ricercarsi in ambiente Universitario. Infatti, nel XIX secolo gli studenti usavano la parola Coach per indicare, con un titolo rispettabile, i tutor migliori.
Il Coaching prima del Coaching. Le origini filosofiche del Coaching: Socrate e la Maieutica
E’ possibile individuare un antesignano del Coaching in uno dei nomi più illustri della storia della Filosofia, vale a dire Socrate. Che il Coaching erediti da lui e dal suo metodo la Maieutica è cosa risaputa. E se la Maieutica è, per traslato, l’arte di fare partorire le menti, il modus di Socrate apre la strada a un approccio in grado di fare venire allo scoperto l’individuo con la sua unicità e le sua capacità, approccio ripreso in modo distintivo e fruttuoso dal Coaching che, come si sa, pone in grande risalto il dialogo maieutico e l’ascolto attivo.
Coaching, pochi anni per una notevole ascesa: dalle origini del Coaching ai tempi moderni
In circa quarant’anni, il Coaching, che già si era segnalato come una disciplina originale e proficua negli ambiti in cui nasce e si sviluppa, ha raggiunto una fascia sempre più ampia di persone interessate a questo settore per ragioni che vanno dal migliorare le prestazioni, le relazioni, individuare e sfruttare al meglio le proprie potenzialità al dare e aiutare a dare il meglio in ambito lavorativo e sportivo.
Punti di forza sono stati sicuramente il metodo e la filosofia che il Coaching sottende, che gli garantiscono un approccio positivo, mirato alla crescita, all’azione, alla consapevolezza e all’autorealizzazione.
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