Pensiero Positivo: con un po’ di accortezza e moderazione si possono allineare il corpo e la mente a uno stato di positività.
Oggi partiamo facendo una “profonda riflessione” sul Pensiero Positivo.
Il pensiero positivo tocca sia l’impianto filosofico del Coaching sia gli studi che più di altri mi hanno appassionato in questi ultimi dieci anni.
Pensare in modo positivo non significa far sparire artificiosamente i problemi nel nulla; non significa mancare di responsabilità verso se stessi e tantomeno fare in modo che le difficoltà e le sofferenze che le persone incontrano nella vita di tutti i giorni vengano cancellate.
Purtroppo negli ultimi tempi ho avuto modo di constatare (principalmente su internet) una grande confusione su questo tema.
Pensare in maniera positiva e adottare un pensiero positivo
Pensare in maniera positiva non significa ignorare le esigenze altrui e nemmeno raccontarsi stucchevoli storielle positive o lasciarsi influenzare da improbabili aforismi e frasi fatte su Facebook.
Faccio un appello a tutti i miei lettori (e anche a qualche collega formatore): ”Se vi è possibile, limitatevi … o almeno sappiate farne buon uso”!
Ragionare e meditare su frasi potenzianti è una pratica seria che non ha nulla a che vedere con una pratica massiva. Esperienze vicarie, persuasione verbale, stati affettivi e altri tipi di influenza sociale (come ad esempio le “frasi potenzianti”) sono strumenti precisi di Coaching; se ben utilizzati possono migliorare l’autoefficacia delle persone, se impiegati in maniera incauta rischiano di diventare ridicoli.
Senza scendere troppo in aspetti tecnici, che probabilmente non interesseranno alla maggioranza dei lettori, Bandura (noto psicologo canadese) sostiene che le convinzioni interiori delle persone riguardanti la loro efficacia influenzano le scelte, le aspirazioni, i livelli di sforzo, di perseveranza, la resilienza, la vulnerabilità allo stress ed in generale la qualità delle prestazioni degli individui.
Pensiero Positivo: come gestirlo
Il pensiero positivo, se mal gestito, rischia di essere svilito e mal digerito soprattutto da chi, verso alcune pratiche, ha maturato già un assurdo pregiudizio.
Le basi scientifiche del Pensiero Positivo spaziano dalla Psicologia Positiva alla Filosofia Antica. Maslow sosteneva: “il pensiero positivo incoraggia le persone a focalizzare la propria attenzione sugli aspetti non problematici degli individui e sulla speranza di poter vivere un futuro migliore”.
La differenza tra scimmiottare un atteggiamento forzatamente ottimista e positivo da uno votato all’ottimismo e al pensiero positivo risiede nella focalizzazione.
Il Pensiero Positivo, se ben gestito, evita l’investigazione del passato, l’indagine accanita delle cause, l’analisi dei conflitti o delle eventuali mancanze; si focalizza sugli aspetti positivi e sulle cose positive delle persone.
Oggetto di studio del pensiero positivo, infatti, sono le persone sane, le persone felici, quelle che tendono allo sviluppo, al miglioramento e credono in un futuro migliore.
Quella umana è una condizione vulnerabile ma, se ci pensate, assolutamente straordinaria e irripetibile.
E voi che pensiero avete… avete un pensiero positivo o negativo?
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