Mania di controllo in Azienda? E se provassi a liberartene?
Negli ultimi giorni, ho riflettuto molto su un certo modo di fare in azienda, alcune volte, disgraziatamente, mi sembra addirittura di vederlo materializzato: la mania di controllo.
Che cosa intendo?
Mi riferisco a quello stato d’animo di ansia continua che paralizza e nel contempo spinge un individuo ad assumere comportamenti irrazionali volti a conoscere in maniera spasmodica ogni azione, ogni passo, ogni pensiero, ogni sfumatura dell’agire altrui.
Nella vita privata e sul lavoro, sempre più di frequente, ho avuto modo di conoscere persone (mariti, mogli, datori di lavoro, manager) ossessionate dal controllo. Ogni volta mi è sembrato di assistere al medesimo spettacolo: quello del “controllore” che crede di manovrare il “controllato” a mo’ di burattino, che escogita una serie interminabile di metodiche atte a smascherare immaginarie quanto improbabili fraudolenze, che si nutre della credenza (spesso assolutamente vana) di avere “tutto sotto mano”, in modo che nessuno possa “fargliela sotto il naso”.
Mi sono dunque chiesta: qual è l’emozione che governa l’agire di queste persone? Quali sono gli effetti prodotti dal controllo esasperato sugli altri? E soprattutto…esiste una soluzione? Ci si può liberare della volontà di controllare tutto e tutti? E, se sì, come?
Mi sono posta tali quesiti pensando soprattutto alla vita aziendale, ove l’assunzione di atteggiamenti caratterizzati dal controllo esasperato sul team di lavoro può produrre effetti devastanti.
Che tu sia controllore o controllato, ti sei mai chiesto cosa accade all’azienda e al gruppo di lavoro contaminati dalla mania di controllo?
Credo che l’emozione che governa il leader maniaco del controllo sia la paura. Ritengo che si tratti della paura di essere tradito, ingannato, imbrogliato, “fregato” insomma. Ma credo sia anche la paura di perdere qualcuno o qualcosa, di ottenere performance scadenti, di perdere quello che si ritiene essere il proprio “primato” in un settore (la tanto decantata “eccellenza”).
La paura è un’emozione che di solito paralizza, ma che – nei casi peggiori- può muovere ai più biechi ed irrispettosi comportamenti. Se alimentata dalla sfiducia nelle capacità dei componenti il gruppo di lavoro, tale emozione può divenire distruttiva e disgregare anche le migliori realtà aziendali.
Se sei a capo di un’azienda o alla guida di un team ed adotti comportamenti analoghi a quelli sopra descritti, ti illudi che la tua condotta autoritaria, iper-attenta e sospettosa sia foriera di produttività? È come se ti nutrissi di una sorta di autoconvincimento, come se ti dicessi: “Se ho tutto sotto controllo, non può sfuggirmi nulla e di conseguenza tutto andrà per il meglio”. In altre parole, è come se ti raccontassi una bella favola a “lieto fine anticipato” la cui trama gira intorno ad un unico soggetto: te stesso!
La realtà concreta è – di contro – parallela al “film” che hai creato nel tuo immaginario. Il controllo esasperato, unito alla mancanza di fiducia nei tuoi collaboratori ed alla tendenza a non delegare verosimilmente creano un clima di sfiducia e sospetto dilagante, minano la motivazione del gruppo, producono discordia, promuovono la mancanza di coesione e la frustrazione delle tue migliori risorse, iniettando nel team un virus letale.
Sono, quelli sopra richiamati, tutti elementi rappresentativi di stili di leadership dissonanti (in particolare, quelli che Daniel Goleman definisce stile “battistrada” e stile “autoritario”). Si tratta del classico “capo” che sprona (o spreme?) i propri dipendenti nel primo caso, del “padrone” che detta legge e vessa i propri subordinati nel secondo. Due esempi lampanti di quanto la mania del controllo e la “dote del comando” siano fortemente lesive della salute aziendale.
I collaboratori costantemente controllati avvertono la pressione negativa, sono moralmente insoddisfatti, si sentono schiacciati, quando non addirittura alienati. Se a tutto questo si aggiunge la tendenza, spesso manifestata da taluni leader, di avere un obiettivo ben preciso sui propri collaboratori, l’effetto nefasto è garantito.
La conseguenza della mania di controllo in azienda e della sfiducia nel gruppo di lavoro determinano nella maggior parte dei casi una performance di scarso livello, ma l’effetto maggiormente negativo è quello provocato sul tenore morale del team.
Se assumi uno stile di leadership autoritario, il controllo dei minimi dettagli, la tendenza ad entrare in modo maniacale in ogni aspetto delle mansioni di cui sono incaricati i tuoi collaboratori o dipendenti, la critica costante ed il rimprovero che ne conseguono sono parassiti che logorano – a lungo andare – le persone ed infestano il luogo di lavoro. Tali atteggiamenti distruggono le relazioni, promuovendo lassismo, insoddisfazione, frustrazione, sino a determinare assenteismo, disamore nei riguardi del lavoro e dell’azienda e, nei casi peggiori, contrasti aperti che possono condurre alle dimissioni.
Tali conseguenze sono fortemente amplificate quando il destinatario del controllo maniacale è la persona dotata di talento.
Cosa accade quando ad essere controllata è una persona speciale, dotata di capacità eccezionali, nettamente superiori a quelle “standard”?
La risposta è d’obbligo: se hai talento, non ti fai ingabbiare.
Se hai talento, al capo autoritario non permetti di controllarti e prenderti in giro. Magari sopporti per un periodo di tempo più o meno lungo, assorbendo la sofferenza e cercando di convincerti che la digerirai, ma poi inevitabilmente te ne liberi. Se ne libera la tua natura, perché la natura dell’essere umano chiede di essere rispettata, sempre.
Ma veniamo ai profili concreti, perché se sei un manager o dirigi un’azienda e leggi quanto sto scrivendo, probabilmente ti starai domandando: “Come posso adottare uno stile di leadership risonante, che crei armonia e sviluppi coesione e produttività nel gruppo di lavoro? Come posso abbandonare la mia tendenza al controllo esasperato sui miei collaboratori e sviluppare relazioni di sostegno e fiducia? Come posso stimolare il senso di appartenenza del gruppo e un clima armonioso in azienda?”.
Il Coaching è il metodo che può fornirti gli strumenti adatti a guidare un team di lavoro nel rispetto dei principi di sostegno, fiducia e coesione che rendono un’azienda forte e competitiva. Il successo di un’azienda deriva, infatti, dall’armonia del gruppo, dal grado di competenza emozionale dei suoi componenti ed in primo luogo dei leader, dalla capacità di questi ultimi di promuovere relazioni efficaci all’interno del team e di ricavarne motivazione, senso di appartenenza, sviluppo dell’autoefficacia.
Una simile soluzione è applicabile solo se, in qualità di leader, sei disposto a lavorare sulla tua consapevolezza, sull’abilità di riconoscere le tue e le altrui emozioni, sullo sviluppo dell’empatia e della capacità di generare e mantenere relazioni efficaci. In tutto questo (sembra superfluo dirlo) la mania di controllo e la tendenza ad avere un obiettivo sull’altro non possono trovare spazio. La relazione efficace, che identifica l’impianto fondamentale su cui costruire un gruppo coeso ed un’azienda di successo, necessità, inderogabilmente, di fiducia che è l’opposto del controllo maniacale.
Le persone hanno bisogno di essere stimolate positivamente e considerate degne di fiducia al fine di mostrare ed esercitare le proprie potenzialità, così contribuendo ad una performance di alto livello e a risultati produttivi ottimali.
Se è vero che leader risonanti e dotati di carisma non si nasce, ma si diventa, il percorso per diventarlo è sicuramente caratterizzato da ascolto, accoglienza, alleanza, motivazione, autoefficacia, competenza emozionale, empatia: tutti elementi cardine del Coaching.
La logica del fare e del perseguimento di obiettivi, unita all’ascolto del coacervo emozionale che emerge dal gruppo, sono strumenti concreti ed utili a creare o a mantenere nella tua azienda un clima di positività ed alta produttività. Scegli consapevolmente il sostegno di un Coach esperto di team building e sviluppo del potenziale umano per acquisire un metodo concreto che ti porterà a migliorare le relazioni interne al team e a raggiungere livelli di performance eccellenti.
Abbandona dunque il controllo esasperato e promuovi fiducia e sostegno. Ottieni il massimo dai tuoi collaboratori e conduci così la tua azienda al successo.
Felicità è anche… abbandonare la mania di controllo creando un’azienda di successo!
Tag: controllo, mania, Mania di controllo, Mania di controllo in Azienda, Paura