Essere motivati, ispirati e aumentare la Motivazione ad agire con il Coaching, senza canti, balli, prove di coraggio… e senza opportunistiche faziosità.
Il concetto di motivazione al quale si approda dopo una buona formazione di Coaching viene imperniato su motivazioni puramente interiori e mai da fattori esterni come quelli che possono essere offerti da un grande evento formativo basato principalmente sull’informazione o l’ispirazione. Questo permette a chi usufruisce dei servizi di un Coach di raggiungere un maggior livello di autonomia e di saper riprodurre l’approccio acquisito nel tempo e in contesti differenti.
E’ ovvio che occorre un metodo… ed è altrettanto ovvio che questo deve appartenere alle conoscenze, alle competenze e alle abilità di un Coach Professionista.
Per parlare di Coaching Motivazione (e farlo in una maniera seria) servono alcuni importanti chiarimenti, vista l’incessante demonizzazione che il concetto di “motivazione” sta ricevendo negli ultimi anni.
La motivazione è ciò che spinge e sostiene un essere umano ad agire. La parola stessa “motivazione” lega due termini, “motivo” e “azione” ed è proprio questo aspetto a determinarne il significato.
Per passare all’azione, infatti, un essere umano ha bisogno di un “motivo”, termine che racchiude, nella sua radice, il senso di “moto”, di “movimento”, di “spostamento”. Chi agisce, quindi, sarà tanto più motivato se il motivo sarà considerato importante.
Alla luce di questo ragionamento iniziale, possiamo affermare che un essere umano “entra in azione” unicamente per soddisfare un proprio bisogno. Spinto da uno stato di crescente distanza, malessere o difficoltà nei confronti del soddisfacimento del suo bisogno, l’uomo si muove spontaneamente verso il suo stato desiderato.
L’azione è il mezzo che, attraverso la concretizzazione di un obiettivo, permette la soddisfazione di un bisogno e il godimento del piacere associato a esso.
Quando si parla di motivazione, infatti, non è sufficiente fare riferimento alla disposizione dell’individuo ad agire, ma è necessario un obiettivo concreto che trasformi l’intenzione in attività. In questa cornice s’inseriscono la componente direzionale della motivazione e il concetto di obiettivo inteso come regolatore della condotta umana (obiettivo con “funzione motivante” e strettamente connesso all’agire).
Quindi, senza la realizzazione di un obiettivo, non è possibile soddisfare un bisogno e godere del piacere che questo produce.
Laddove la realizzazione di un obiettivo è condizione ineliminabile per la soddisfazione di un bisogno, l’uomo passa all’azione solo quando individua un obiettivo realisticamente conseguibile; non basta un bisogno per entrare in azione, serve un obiettivo da considerare realisticamente conseguibile.
In questo caso, parliamo di motivazione solo in presenza di un bisogno/motivo e di un suo correlato obiettivo, valutato soggettivamente realizzabile e tale da stimolare l’azione.
In molti casi, la presenza di un obiettivo è fondamentale per sostenere la motivazione di un individuo. In altri, è inutile quando è considerato irraggiungibile. In altri ancora, la presenza di un obiettivo può essere controproducente quando, per qual si voglia ragione, il misurarsi con l’obiettivo è vissuto da chi è chiamato a raggiungerlo, come qualcosa di particolarmente complesso.
Fortunatamente, a sostegno dell’agire umano e, quindi, della sua motivazione, agiscono le “potenzialità”, ovvero le “forze del carattere” latenti e non inutilizzate.
L’esercizio delle potenzialità produce gratificazione e induce una condizione idonea ad agevolare l’azione e, di conseguenza, la qualità della performance. Fare esattamente quello che piace, utilizzando le potenzialità, corrisponde alla massima gratificazione nell’agire e determina naturalmente una maggiore propensione al raggiungimento del risultato desiderato.
Infatti, la motivazione intrinseca è determinata essenzialmente da tre fattori: autonomia, padronanza e scopo.
Andiamo per ordine. Nel Coaching la motivazione è influenzata dal concetto di autodeterminazione della persona: questa autonomamente definisce i propri obiettivi, soppesandone e valutandone elementi quali difficoltà e desiderabilità. L’impegno che il soggetto è disposto a infondere nel compimento di azioni specifiche è tanto più esteso quanto più egli considera l’obiettivo alla propria portata, ma al tempo stesso sfidante, desiderabile. Il giusto equilibrio tra difficoltà (che attiva l’impegno) e desiderabilità dell’obiettivo (che orienta l’azione) incide sul grado di motivazione.
La funzione di attivazione e orientamento svolta dalla motivazione è determinata altresì dal livello di padronanza, ovvero da quanto la persona percepisce e crede di essere competente in una determinata attività. Questo fattore incide sulla propensione dell’individuo a ritenere l’obiettivo realisticamente raggiungibile. Un obiettivo “troppo alto” è immediatamente recepito come distante e irrealistico, mentre un obiettivo “troppo semplice” potrebbe essere sottovalutato, di conseguenza non produrre la “spinta” motivazionale o l’attrazione verso il risultato desiderato (due pilastri che sorreggono l’essenza della motivazione).
Se inseriamo la motivazione nella prospettiva del futuro desiderato, ci accorgiamo in modo agevole della funzione determinante svolta dal terzo elemento sopra richiamato: lo scopo, inteso come il fine perseguito dall’individuo. Lo scopo incide fortemente sulla motivazione se esplicativo dei valori e della vocazione della persona.
E’ in questo contesto che le potenzialità, espressione della vocazione dell’individuo, delle sue passioni e tendenze innate, esercitano una funzione di primaria importanza sullo sviluppo della motivazione. La dedizione a un’attività, l’impiego di caratteristiche che corrispondono al modo d’essere naturale dell’individuo e la configurazione di uno scopo significativo, sono tutti elementi che producono piacere e gratificazione, così agendo sul livello di motivazione e conducendo l’individuo verso il soddisfacimento del bisogno più alto: l’autorealizzazione.
Nel Coaching la motivazione non va confusa con qualcosa che dall’esterno viene infusa o trasferita da un individuo a un altro, ma è il prodotto di un processo molto più complesso che determina un approfondito lavoro di crescita e sviluppo di sé.
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