Cosa sono i Neuroni Specchio? In che modo la scoperta di questo gruppo di neuroni trova la sua dimensione nel Coaching?
“I Neuroni Specchio sono un particolare tipo di neuroni, scoperti inizialmente nell’area motoria della scimmia, che si attivano sia quando la scimmia esegue un movimento, sia quando osserva il movimento stesso.”
Giacomo Rizzolatti
In realtà, neuroni con le stesse caratteristiche si sono trovati anche in tante altre aree del cervello, tanto che oggi si parla addirittura di un “meccanismo specchio”. Tale meccanismo sarebbe in grado di interpretare le informazioni motorie, ma anche emotive e cognitive che arrivano dal mondo che ci circonda e attribuire ad esse il significato dell’intenzione per cui vengono agite. Mi spiego meglio: quando vediamo qualcuno compiere un’azione o, nel caso delle emozioni, esprimere una condizione emotiva, i Neuroni Specchio si attivano dandoci la possibilità di “intuire” lo stato dell’altro.
Che significato assume la scoperta dei Neuroni Specchio nel Coaching?
Quello che vedo fare o che intuisco stia facendo l’altro fa risuonare qualcosa che so fare io.
L’esperienza dell’altro, nel momento in cui lo vedo o lo percepisco fare qualcosa, attiva delle parti di noi che risuonano con l’azione e il vissuto di chi abbiamo davanti. Viene chiamata “conoscenza esperienziale” e potrebbe essere considerato, da un punto di vista sociologico, la base neuro-fisiologica dell’empatia. Probabilmente quando all’università di Parma il Prof. Giacomo Rizzolatti e il suo gruppo hanno scoperto i Neuroni Specchio non pensavano alle strategie di Coaching, ma la scoperta ha avuto una fortissima e prevedibile risonanza in tutte le professioni che individuano nella buona relazione, o meglio nella buona interazione tra le parti, la base necessaria ad un percorso di successo.
Ma chi è Giacomo Rizzolatti?
Nato a Kiev nel 1937, neuroscienziato, riconosciuto e premiato in tutto il mondo per la scoperta, con il suo gruppo di Parma, dei Neuroni Specchio. Laureato in medicina all’università di Padova, ha poi lavorato a Pisa sotto la guida di Giuseppe Moruzzi all’Istituto di Psicologia, e dopo essere stato nominato direttore del dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma, è diventato professore di Fisiologia Umana nella stessa. Dal 2012 è anche docente di Basi Neurofisiologiche delle Funzioni Cognitive a Milano, all’Università Vita-Salute San Raffaele. Inoltre, è stato docente al Department of Anatomy dell’University of Pennsylvania (Filadelfia, Usa) al Department of Psychology della McMaster University di Hamilton (Ontario, Canada), al Department of Computer Science and Neuroscience della University of Southern California (Los Angeles, Usa). Il primo maggio del 2012 è stato nominato “Foreing Associate” dalla National Academy of Sciences (Nas) degli Stati Uniti che è riconosciuta essere l’Accademia scientifica più importante al mondo. Tra i compiti principali della Nas c’è quello di indirizzare il Presidente degli USA su argomenti di carattere scientifico ed etico. Di 2000 membri, 200 hanno ricevuto il premio Nobel.
Coaching è relazione, empatia e interazione. Il collegamento con i Neuroni Specchio è inevitabile. Pur con la dovuta cautela nell’approccio, dovuta alla scienza nel suo divenire, la scoperta del gruppo di Rizzolatti avvalora il modello umanistico – cognitivo affiancandolo a quello scientifico.
I Neuroni Specchio, la loro importanza e il potenziale che esprimono all’interno del contesto intersoggettivo, diventano quindi utile materiale di riflessione e approfondimento anche nella nostra Scuola di Coaching, che dedica alla scoperta e alle sue possibili applicazioni un ruolo importante nella didattica della full- immersion formativa.
Durante la Scuola vengono affrontati i concetti fondamentali dell’approccio scientifico applicato al percorso di Coaching quali:
- La condivisione intenzionale
- Il concetto di imitazione dei movimenti e del linguaggio
- Il legame tra assetto emotivo del Coach ed efficacia del Coaching
- La gestione empatica della relazione
- La formazione esperienziale.
Mai sentito parlare dell’effetto camaleonte? Secondo svariate ricerche scientifiche, pare che le persone con cui leghiamo di più siano quelle che ci imitano! In contesti assolutamente spontanei noi tendiamo a mimare più o meno consapevolmente il comportamento non verbale e paraverbale dell’altro, al fine di sentirlo e farci sentire più vicini a lui. Provate a pensare quanto quest’effetto possa essere utile nella costruzione di una relazione di Coaching, se gestito in maniera consapevole e responsabile!
Neuroni Specchio: la scienza al servizio del Coaching!
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