Si parla sempre più spesso dell’ottimismo; ora più che mai si apprezza una visione orientata all’ottimismo
In libreria ci sono decine di libri che illustrano ampiamente l’atteggiamento verso l’ottimismo e alcuni autori “spingono” sul filone del “Pensiero Positivo”.
Martin Seligman, Psicologo statunitense, è stato uno dei primi a studiare in modo sistemico le caratteristiche che hanno in comune le persone felici ed ottimiste.
Dal suo punto di vista l’ottimismo non consiste nel fischiettare motivetti allegri mentre la vita ci pone davanti delle sfide ardue.
L’essere ottimisti o pessimisti deriva, in sostanza, da quello che lui chiama “gli stili esplicativi”. Nello specifico, possiamo ridurre tutto lo schema essenzialmente a tre P e cioè: Permananza, Pervasività e Personalizzazione.
Prova ad immaginare che qualcosa di bello ti accada sul lavoro, diciamo ad esempio che riesci finalmente ad ottenere quella promozione che hai tanto desiderato o chiudere un contratto importante con il tuo miglior cliente o che tu viva un qualsiasi altro evento che potremmo definire come positivo nel mondo degli affari. Come lo spiegheresti? Che significato gli dai?
Vediamolo allora attraverso il modello delle 3 P dell’ottimismo
Se sei una persona pessimista, pensi di certo che la fortuna non durerà a lungo (permanenza), non influenzerà né si diffonderà nelle altre aree della tua vita (pervasività); è successo perché hai avuto un colpo di fortuna, quindi non dipende da te, ma da qualcosa esterno a te (personalizzazione).
Al contrario, se sei una persona ottimista, tendi a vedere il tutto nel modo esattamente opposto: la buona sorte probabilmente durerà a lungo, è l’ennesimo esempio di come tutto nella tua vita sia fantastico ed è probabilmente il risultato di tutto il diligente e paziente lavoro che hai svolto.
Interessante, non è vero?
Ora, diamo un’occhiata ad un evento negativo, mettiamo ad esempio che tu venissi licenziato, perdi un cliente importante o qualsiasi altro evento nel contesto del lavoro. Come lo spieghi a te stesso?
La persona pessimista, anche se è convinta che le cose belle non durano, pensa, che quelle negative dureranno per sempre e che in seguito ne arrivino anche di peggiori.
Sebbene l’evento positivo non era pervasivo, l’evento negativo lo è anche se non ha alcun merito per l’evento positivo.
All’estremo opposto della spettro, l’ottimista guarda all’evento negativo e crede che sia solo una temporanea battuta d’arresto (permanenza). Dice a se stesso che l’evento influenzerà solo una piccola parte della sua vita e che non è così catastrofico come potrebbe sembrare (pervasività) perché in parte è dovuto ad un’economia mondiale in crisi, quindi non è necessario prenderla sul personale.
Stili esplicativi. Uno strumento molto potente, sei d’accordo?
Fai un check-in sugli eventi positivi e quelli negativi presenti in questo momento nella tua vita.
Come li interpreti? Hai la tendenza ad avere uno stile esplicativo ottimista oppure pessimista?!
La cosa interessante è che padroneggiare i nostri stili esplicativi (come qualsiasi altra abilità) richiede solamente… pratica.
La prossima volta che ti senti spazzato via da un evento negativo oppure non sei in grado di apprezzare un evento positivo, vedi di affinare le “famose 3 P”, farai prima di tutto un piacere a te stesso.
Un caro saluto e… buon ottimismo!
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