Ti sei mai chiesto se la felicità esiste davvero?
Hai mai conosciuto una persona che non desideri essere felice? Per esperienza diretta anche i fautori de “…la felicità non esiste” in fondo, in fondo non ne negano l’esistenza perché verso il tema nutrono un certo interesse. Esiste, in aggiunta, una schiera di persone che, al contrario, tende a ritenere che la felicità sia qualcosa di fattibile, che possa arrivare senza tanti fronzoli e complicazioni. Insomma, a ben ascoltare, tutti hanno un interessamento nei confronti della felicità, ma in molti non sanno come fare.
Le più recenti ricerche psicologiche, ad esempio, sostengono la tesi per cui la felicità è un’arte, un processo di ricerca costante che ben poco ha a che fare con il denaro, il successo e la posizione sociale; la felicità, secondo questi studi, non combacia col “possedere” qualcosa!
Esistono a tal proposito vari modelli teorici che si propongono di donare la felicità, che si affannano a impartire “ricette miracolose” tracciando comportamenti prescrittivi.
Dopo circa quindici anni di ricerca sul tema della felicità non sento di condividere tale impostazione perché sono scettico sulle reali possibilità di ottenere benefici durevoli dalle regole e dai comportamenti “imposti” da principi teorici. Non esistono dubbi, invece, sul fatto che la felicità è qualcosa da inseguire, da scegliere.
Scegliere autonomamente di essere felici è il vero segreto della felicità!
Essere felice è una decisione che si può prendere in ogni momento e non c’è nulla di mistico nella felicità… anzi si tratta di qualcosa che tutti possono provare con un minimo d’impegno e allenamento.
Dare per scontato che la felicità debba giungere spontaneamente di solito rende molto meno felici. Non solo la felicità non arriva spontaneamente, ma oltretutto il nostro cervello non sa afferrare che cosa ci renderà felici.
Fino ad oggi la psicologia classica si è dedicata allo studio dei punti deboli e dei problemi degli individui, mentre la psicologia positiva si è dedicata all’esatto contrario. Martin E. P. Seligman e il suo staff (tra i più importanti fautori della Psicologia Positiva) sostengono che la correzione dei difetti è importante, ma per essere felici bisogna comprendere che “si possiedono dei punti di forza, delle qualità e degli attributi innati; e più riusciamo a servircene più saremo felici”.
In questi ultimi anni di approfonditi studi e di cavillosa ricerca mi sono definitivamente convinto che le persone felici sono quelle che riescono ad utilizzare i propri punti di forza dopo averli individuati, evitando di cercare di porre rimedio alle loro debolezze.
Quest’approccio, ovviamente, non implica di ignorare i propri difetti, bensì cercare di limitarli per permettere alle nostre potenzialità di emergere.
Uno dei primi errori da evitare è quello di concentrarsi sulla propria infelicità, cercando di porvi fine.
Direi che è fondamentale imparare a rivolgere la propria attenzione ad una domanda semplice ma cruciale: “Cosa fare per essere felice?”
E’ esattamente nel verbo “fare” che c’è l’azione, la ricerca e il movimento!
Concludo questo breve post con un semplice interrogativo: cosa ti piacerebbe fare per essere felice in questo momento?
Tag: felice, Felicità, successo