Fare il Coach è un mestiere appassionante che in Italia coinvolge centinaia di Professionisti.
Fare il Coach è una passione!
Fare il Coach è una responsabilità enorme!… aggiungerei. Il Coaching, come molti sanno, è un metodo finalizzato al miglioramento delle performance e al raggiungimento di obiettivi sfidanti.
Ma non è tutto, poiché punta a trovare l’essenza più profonda delle persone e, attraverso la relazione processuale di Coaching, mira a individuare, utilizzare e allenare le potenzialità personali per conseguire l’autorealizzazione. Per assolvere efficacemente tale compito, esistono una serie di fattori propedeutici riferiti alla qualità della relazione Coach/Cliente.
Fare il Coach: le fondamenta
Di seguito ho pensato di elencare quelli legati alla relazione di Coaching che, a mio parere, rappresentano i pilastri portanti dell’intero processo di Coaching.
- Nel Coaching la relazione dovrebbe essere “significativa”, ovvero tra Coach e Cliente dovrebbe instaurarsi una relazione di qualità contrassegnata da fiducia, accoglienza, alleanza e conseguente sospensione del giudizio.
- La relazione dovrebbe essere “creativa”, in altre parole, basata su un processo nuovo, originale e fondato sull’esplorazione di nuove opportunità.
- La relazione dovrebbe essere “generativa” ovvero basata sul concepimento di nuovi modi di essere e di agire, usando le potenzialità personali.
- La relazione deve basarsi su regole “innovative”, ovverosia permettere al Cliente di pervenire ad una nuova conoscenza e consapevolezza di sé.
- Infine, la relazione dovrebbe indurre il Cliente ad assumersi la “responsabilità” delle scelte, in altre parole mettere in condizione la persona di giungere ad assumersi le responsabilità delle proprie azioni.
Fare il Coach significa “fidarsi” e “affidarsi”
In fondo pensateci… In ogni relazione d’aiuto si presuppone che il Cliente debba fidarsi delle competenze e conoscenze del cosiddetto “esperto”; nel Coaching la qualità della relazione è caratterizzata da presupposti diversi. Faccio un breve esempio… Che si tratti di un rapporto con un consulente, un medico, un legale, uno psicologo, alla base di una “comune” relazione d’aiuto esiste una fiducia incondizionata (una sorta di stima senza riserve) del professionista, pena la rottura del rapporto stesso.
In questo genere di rapporti d’aiuto, quando la fiducia si deteriora, il rapporto s’incrina e molto spesso la relazione sfocia in un rapporto molto insoddisfacente, addirittura conflittuale. Il Cliente non “affidandosi” più, decide di riprendere il controllo della situazione disconoscendo l’esperto. Decide, in altre parole, di recuperare il proprio “potere” di organizzare, condurre e salvaguardare gli interessi privati.
Fare il Coach: come funziona la relazione di Coaching?
La relazione di Coaching, al contrario, è costituita sulla fiducia delle reciproche conoscenze e capacità; se da una parte il Cliente ha fiducia nel Coach, quest’ultimo restituisce tale fiducia riconoscendo al Cliente tutte le capacità per poter raggiungere autonomamente gli obiettivi prefissati. Il Coaching, quindi, si fonda su un rapporto autonomo e paritetico in cui il Cliente ha tutte le risorse per decidere il proprio percorso; egli viene posto di fronte ad un processo relazionale privo di ricette prescrittive, manipolazioni e regole condizionanti.
Per tali ragioni il Coaching non può essere inquadrato alla stregua di qualunque rapporto d’aiuto o tra i rapporti che esprimono una relazione esperto/cliente; i presupposti su cui si fonda sono completamente diversi. Da questo tipo d’impostazione è facile intuire che la relazione di Coaching è fondata sulla complementarietà: Coach e Cliente svolgono funzioni diverse ma di completamento. La consapevolezza di valere e di detenere reciprocamente un certo valore/potere permette di costruire un binomio unito, affiatato e solidale. Fare il Coach in quest’ottica permette al Cliente di:
- Raggiungere obiettivi sfidanti;
- Utilizzare le potenzialità;
- Ricevere feedback puntuali privi di giudizio;
- Vivere uno spazio relazionale sincero, aperto al confronto;
- Raggiungere l’autorealizzazione
Ricorda… la relazione fra un Coach Professionista e il suo Cliente non è come quella del medico, del Consulente o del Formatore che desidera insegnare come raggiungere uno scopo. E’ più simile a quella di un allenatore che allena l’atleta a dare il meglio di sé per ottenere risultati concreti e, soprattutto, realmente appaganti.
Fare il Coach è una grande passione, ma anche una grande responsabilità!
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