Coaching: un uomo al bivio

Come il Coaching può essere di aiuto quando ci troviamo a un bivio

Alcune persone mi contattano per essere supportate in un percorso di crescita personale, altre perché sentono di non riuscire ad affrontare da sole un momento importante della loro vita, altre ancora perché desiderano raggiungere un obiettivo importante. In che modo il Coaching può aiutare quando siamo a un bivio?

Oggi voglio approfittare della storia di Gianni [*], con il quale lavoro da alcune settimane, per ragionare sul concetto di “scegliere la felicità”.

Già, la felicità… Siamo talmente abituati a pensare che il raggiungimento della felicità sia centrato su aspetti “materiali” che puntualmente confondiamo la felicità con la soddisfazione. Le nostre frasi spesso sono queste: “Quando avrò quel lavoro (casa, auto, moto, ecc) che mi piace tanto sarò sicuramente felice!”

Non molto tempo fa Gianni arriva e mi dice di essere confuso e di trovarsi in grande difficoltà. Espone immediatamente il suo problema dicendo di non sentirsi assolutamente felice. Ha 27 anni e dopo aver conseguito la Laurea ha iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia.

Il suo grosso dilemma si estrinseca in: “…Devo scegliere la mia felicità facendo ciò che mi piace o avere riguardo alle aspettative dei miei genitori?”

Gianni è un figlio molto riconoscente: i suoi genitori, infatti, gli hanno dato una buona e utile istruzione, gli hanno acconsentito di fare sport, l’hanno sempre protetto e ben educato.
L’hanno cresciuto con tutte le attenzioni e ora, dulcis in fundo, l’hanno “sistemato” nell’azienda di famiglia. “Attenzione, però…” (Gianni ci tiene a specificarlo!), è tutto rigorosamente in regola: contratto, busta paga, ferie… nulla da dire… tutto perfetto…

Se non fosse per un piccolo particolare: Gianni sente che non è quello che vuole fare nella vita.

Trovarsi a un bivio: gli strumenti del Coaching

A Gianni piacerebbe fare tanta esperienza; andare all’estero, mettersi in gioco, imparare le lingue, vorrebbe avventurarsi in un progetto autonomo; vorrebbe scoprire nuovi luoghi, insomma “ha fame” di sperimentare, conoscere, sapere.

Riuscire a contenere le sue potenzialità all’interno di un progetto di vita che non rispetta il suo carattere, le sue passioni e i suoi piaceri, diventa sempre più difficile. Chi conosce il Coaching sa quanto sia importante esprimere se stessi nel quotidiano attraverso le potenzialità personali.

Egli ha già cercato di parlarne con i suoi genitori, con la fidanzata e con gli amici; tutti lo prendono per folle e gli danno dell’irriconoscente.
Non sa cosa fare e ormai si confronta con due strade divergenti; da una parte ci sono le persone che gli vogliono bene, e dall’altra ci sono le sue pulsioni, le cose che lo gratificano, la sua vita e la sua felicità.

Spesso chi ama tende a proiettare le proprie aspettative e il proprio concetto di felicità sottovalutando l’importanza dell’autorealizzazione. È il caso delle persone che vogliono bene a Gianni, che non riescono ad afferrare il “concetto di bene soggettivo”; essi sottovalutano che esistono in Gianni talune spinte emotive che lo trasportano in direzioni completamente diverse.

Per essere veramente felici dobbiamo essere lasciati liberi di scegliere; scegliere di costruire il nostro “futuro”, di inseguire le nostre mete e i nostri sogni.

Gianni sta trovando la sua strada…

E tu? Pensi di avere qualcosa in comune con Gianni? Vuoi esporre qual è il tuo personale concetto di felicità?

Ti propongo un brevissimo esercizio.

Prenditi un po’ di tempo per te, scegli un posto tranquillo, rilassati e prova a rispondere a qualche domanda. Cerca di rispondere per iscritto, ti aiuterà a riflettere meglio e ti indurrà a un modo più attento di ascoltarti. Prova a sospendere ogni giudizio, ogni critica verso di te; prova ad  accettare senza compromessi ciò che ti renderebbe felice.

Bene, non ti rimane che iniziare a farlo subito!
Che pensi di tutto questo? Ti va di lasciare un commento al post?

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