Il Coach è un ricercatore di potenzialità e aiuta il suo cliente a raggiungere obiettivi sfidanti con responsabilità e consapevolezza, in un rapporto basato sull’entusiasmo e la creatività.
Ma cosa fare quando un cliente non riesce a ottenere risultati significativi?
Quali sono le mosse “strategiche” che un Coach deve attuare quando si creano situazione cosiddette di empasse?
I motivi che portano ad una situazione di stallo possono essere molti, non si escludono a vicenda e spesso riconoscerli, portandoli a consapevolezza, significa già risolverli. Possono riguardare il Coach, il Cliente o la Relazione di Coaching, e per individuarli è, come sempre, indispensabile porsi le giuste domande.
Partiamo dal presupposto che in una relazione, per definizione, si è sempre (come minimo) in due. L’approccio relazionale parla perfino di una matrice relazionale da cui derivano le specifiche interazioni, sempre nell’ottica di una co-costruzione di eventi. Ciò significa che non esiste Coach o Cliente, considerati come entità separate, ma esiste ciò che accade in quello specifico momento, per quella specifica coppia interattiva, all’interno di quello specifico percorso di Coaching. Per amor di chiarezza e praticità in questo post verranno considerati i tre aspetti del Coaching (Coach, cliente e relazione di Coaching) come separati, ma vi prego di prestare attenzione al fatto che il contesto in cui ci si sta muovendo necessita sempre di una collocazione spazio – temporale ben definita, che solo “voi” (in quanto Coach o aspiranti tali) potete conoscere, perché la state vivendo.
E quindi, quali sono le domande che un Professionista deve porsi quando la relazione di Coaching non sta dando i risultati sperati?
Domande relative al Coach:
- Ho rispettato gli standard professionali richiesti ad un Coach? Ovvero, sono un Coach certificato? Ho frequentato una scuola che mi istruisse alle teorie e tecniche del Coaching? Sembrerà banale, ma la prudenza non è mai troppa, e spesso sono stati frequentati corsi che non danno una preparazione specifica e una certificazione, ma semplicemente un attestato di partecipazione.
- Cosa penso come Coach del mio cliente? Sono convinto che raggiungerà i suoi obiettivi oppure in cuor mio ritengo che siano troppo sfidanti? Dobbiamo sempre chiederci se crediamo nelle potenzialità del nostro cliente. Se non siamo convinti gli trasmetteremo sensazioni di sfiducia e rinuncia.
Domande relative al Cliente:
- E’ motivato? Come Coach a volte si dà per scontato che una persona che si rivolge a noi sia intrinsecamente motivata a raggiungere i propri obiettivi per i motivi che “candidamente” ci espone. Tendenzialmente è così, ma pensare da Coach, significa anche riconoscere che se qualcuno si rivolge a noi ha bisogno di fortificare la propria motivazione, la propria forza di volontà e necessita di qualcuno che lo “accompagni” nel raggiungimento dei risultati sperati, poiché da solo, sarebbe troppo difficile. Quindi chiediamoci, quali sono i veri motivi per cui questo cliente si è rivolto a noi?
- Sono sicuro come Coach che non mi sto muovendo nell’area clinica della “patologia”? Ovviamente questa è una domanda che un Coach dovrebbe porsi prima di iniziare un percorso di Coaching. Purtroppo però, l’area clinica nasconde spesso la sua vera natura soprattutto se si tratta di patologie definite “al limite” o “sotto soglia”. Se come Coach sospetto ci siano comportamenti o pensieri che toccano l’area della patologia, è importante consultarsi (e allearsi per il futuro) con un professionista del ramo che possa “supervisionare” la relazione.
Domande relative alla relazione di Coaching:
- Che tipo di rapporto intercorre tra me, Coach, e il mio cliente? C’è sovrapposizione di ruoli? Le dinamiche di interazione potrebbero essere diverse dal semplice rapporto tra Coach e cliente? Il Coaching è proponibile anche a persone della cerchia dei rapporti più stretti. E’ però importantissimo ricordare che quando un rapporto inizia strutturato in un certo schema, è poi difficile riuscire a ridimensionare la relazione. Quindi siate cauti e cercate di capire se il cliente vi consideri il Coach o un amico, un fratello, una madre, ecc.
- Ho rispettato le regole contrattuali? Il percorso di Coaching è un percorso definito da un contratto e necessita di chiarezza, trasparenza, ufficialità (va sempre scritto e firmato da entrambi), responsabilità e consapevolezza.
- Ho rispettato il setting? Spazi, tempi, metodi di pagamento, parcella, sono tutti aspetti che vanno discussi prima di iniziare e devono mettere a proprio agio entrambe le parti. Un Coach insoddisfatto, non è un Coach che lavora serenamente.
Se nonostante tutti queste domande ancora sei in difficoltà, ti suggerirei qualche ora di supervisione da un Professionista con più esperienza, magari potresti rivolgerti ai tuoi maestri. Un occhio esterno più esperto è spesso un ottimo punto di vista. Essere un bravo Coach, un Coach efficace ed efficiente, significa anche riconoscere i propri limiti, considerarli e rielaborarli per migliorarsi.
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