La massima prestazione, il Coaching e lo stato di Flow sono accomunati dal piacere di agire
Chi segue il mio blog sa che da diversi anni sono particolarmente sensibile ai temi della massima prestazione, del Flow e della motivazione intrinseca. Chi segue anche i miei corsi sa molto bene che spesso in aula cito Mihaly Csikszentmihalyi, padre fondatore degli studi sul Flow. (lo so, il nome è ungherese si pronuncia Ciks-sent-mi-hai)
Per chi non avesse letto i miei precedenti articoli voglio ricordare che nel Flow vengono studiate le esperienze “autoteliche” dal greco autos (sé) e telos (scopo o fine). In una esperienza autotelica lo scopo è auto-gratificante; l’attività in sé è la ricompensa… il fine è il fare in sé.
Massima prestazione personale: bastoni o carote?
Ora capite perché anche nel Coaching il Flow è così importante? Da anni mi batto per affermare che è ormai scaduto il tempo del “bastone e la carota” e che oramai è un concetto obsoleto e superato. In azienda, nello sport ma anche nella vita di tutti i giorni parlare di miglioramento delle performance e massime prestazioni diventa sempre più scientifico.
In un mondo dove per anni ha governato l’assioma “se ricompensate un’azione, otterrete di più, se la punite otterrete di meno”; sostenere in modo nuovo il concetto di motivazione permette di guardare in modo diverso sia il miglioramento delle performance sia le nuove culture di benessere organizzativo e cura di sé.
Nello stato di Flow gli obiettivi sono chiari, le persone concentrate e le mete vengono opportunamente desiderate e visualizzate. Certo, lo stato di flusso è caratterizzato da molti elementi e tra questi ne esiste uno interessantissimo: “il rapporto che intercorre tra ciò che una persona può fare e ciò che desidera fare deve essere in equilibrio perfetto”.
Nello stato di flusso, quindi, le persone riescono a vivere così profondamente “l’esperienza del fare” da perdere completamente coscienza di se stesse… “Le persone dimenticano se stesse in un compito” come scrive W.H. Auden.
Massima prestazione, Flow e piacere di agire
Nel Coaching esiste la precisa convinzione che l’agire mosso dal piacere di sentirsi auto-gratificati può innescare altissimi livelli di creatività e migliorare considerevolmente le performance; si tratta nel caso dell’azienda di innescare un clima al servizio dei risultati e di un’organizzazione virtuosa dove “il fare”, “il fare per il piacere di fare” diventano il fine ultimo dell’esperienza vissuta.
Tutto questo sta motivando aziende importanti come Google, Microsoft e Toyota a creare ambienti per favorire esperienze di flusso che stimolano la produttività e la soddisfazione nei luoghi di lavoro riuscendo finalmente a considerare l’essere umano diverso da un cavallo dove il miglioramento della performance si ottiene attraverso l’utilizzo di una croccante carota o da un sonora scudisciata.
E tu? quante volte in una giornata vivi lo stato di Flow?
Se desideri iniziare ad essere più consapevole del tuo Flow posso svelarti un piccolo segreto…
Per un momento concentrati nel pensare ai bambini… essi infatti passano da un’esperienza di Flow ad un’altra senza alcuno sforzo; sono animati e motivati costantemente dal gioco, dal fare, dalla creatività e dalla scoperta. Non sono incredibili quando giocano?
E allora cosa aspetti? …torna ad essere bambino, riscopri la tua creatività, prova a utilizzare il gioco per assaporare il tuo stato di Flow!
A presto e non dimenticare mai che…
il Coaching migliora la qualità della tua vita, favorisce la massima prestazione e il piacere di agire
Tag: coaching, flow, Massima prestazione, Piacere di agire