Ti è mai capitato di partecipare a un Corso di Coaching e aver avuto la spiacevole sensazione di aver sprecato solo tempo, denaro e innumerevoli risorse?
Non è stata una bella esperienza, vero? Soprattutto per gli effetti negativi sul benessere psicologico.
Ci sono alcuni Corsi di Coaching che vanno evitati come la peste!
Oltre le reboanti promesse di fantomatiche “trasformazioni” e l’ottenimento, a fronte di un ragionevole investimento, di una inverosimile “riprogrammazione” di te stesso (e degli altri), ti ritrovi con un pugno di mosche in mano perché:
- Non sei cambiato di una virgola (anzi);
- Non sai fare Coaching;
- Non riesci ad avviare la tua attività;
- Non hai un attestato valido in linea con la legge 4/2013, ma solo un “diplomino” firmato da un formatore anonimo che insegna Modelli di Coaching fai da te.
Tutto questo porta con sé almeno 4 conseguenze:
- Abbandonare il sogno di fare il Coach;
- Investire altro denaro per altri Corsi di Coaching;
- Attivare un forte giudizio critico nei tuoi confronti per il Corso di Coaching che autonomamente avevi scelto;
- Provare a “pastrocchiare 4 banalità pseudo-trasformative” a discapito dei tuoi clienti, senza essere mai soddisfatto.
Ecco da cosa possono dipendere le tue scelte precedenti…
Caso 1 (Corso di Coaching sulla Coaching Trasformazione)
Hai mai sentito parlare dell’influenza sociale? Si tratta di quel comportamento che assumiamo quando ci troviamo difronte a una situazione ambigua, confusa, incerta, e valutiamo il comportamento degli altri come la fonte di una buona informazione. In altre parole è la tendenza che hanno gli individui a conformare le proprie opinioni e i propri comportamenti al modo di agire e di pensare degli altri al fine di non essere giudicati.
Caso 2 (Corso di Coaching sul sistema pseudo-innovativo ma… rigorosamente fai-da-te)
Hai ricevuto tonnellate di mail inneggianti la possibilità di migliorare te stesso e gli altri (magari con un sistema “veramente” innovativo) e, come se non bastasse, i toni enfatici della corrispondenza miravano costantemente a screditare gli altri (… il vecchio non funziona, tutti mi copiano, i padri fondatori del Coaching non capivano nulla, ecc.)
Caso 3 (Corso di Coaching del copiatore, rivoluzionario, criticone)
Sei stato sfortunato perché sei entrato nelle grinfie di un ciarlatano che attraverso un marketing spregiudicato (…scarica il mio finto-libro, …entra nel gruppo riservato, …ti faccio uno sconto se t’iscrivi entro la fine del mese, ecc.), racconta solo menzogne; magari parla (e fa parlare di sé) in maniera enfatica, raccoglie materiale propagandistico, usa la logica del paradosso e cerca di infarcire la sua comunicazione di comandi nascosti (perché è una vecchia volpe della PNL o copia qualche frase qua e là).
La disamina di quest’approccio (oltre i giudizi negativi) dovrebbe indurti a prestare molta attenzione nei confronti di quanto segue.
Marketing e Posizionamento
- La logica trita e ritrita ostentata da molti che si schierano “contro il problema e la logica del deficit” produce posizionamento;
- Affermare cosa non funziona, e non lasciar comprendere o spiegare mai il contrario, produce posizionamento;
- Creare nella testa una nuova categoria di prodotti, crea posizionamento (anche se i contenuti sono pensati ed elaborati da altri).
È tutta una questione di strategia e di… posizionamento!
E’ ovvio, alla base del marketing c’è sempre un tentativo di posizionarsi nella mente del proprio interlocutore.
Faccio un esempio: circa venti anni fa, quando iniziai a studiare il mondo del miglioramento personale, il Coaching così come lo conosciamo oggi non esisteva. C’erano consulenti riciclati, formatori, esperti di apprendimento, motivatori, operatori olistici, ma non Coach! Parlare di Coaching in Italia era veramente complesso e il settore era orfano di riferimenti culturali.
Scommetto che a qualcuno queste parole suoneranno come un approccio saccente, ma devi sapere che via via, negli anni, osservando attentamente il mercato, mi sono accorto delle grandi modificazioni. In principio c’era solo il grande problema delle Associazioni cosiddette internazionali che rilasciavano Certificazioni di Coaching riconosciute (riconosciute rigorosamente da se stesse) e che il Coaching si riduceva a 11 banali core-competencies (i comandamenti del Coach certificato secondo …la Bibbia del Coach). Introdussi all’epoca grandi novità riferibili sopratutto al metodo d’apprendimento (7 giorni full-immersion, processi intensivi, affiancamento e tutoraggio online, sessioni di Coaching con clienti reali, ecc.) e ci fu subito un grande consenso.
Corso di Coaching o Personal Branding?
Per fare del buon personal branding devi avere e scegliere (attentamente) dei nemici! …tendenzialmente il primo della classe.
Lo sanno tutti gli esperti di marketing e di influenza sociale, se vuoi rafforzare l’idea di un gruppo devi trovare dei nemici su cui sparare a zero.
Ovviamente i vari esperti di crescita personale e soprattutto i formatori di Coaching, hanno puntato il dito gli uni contro gli altri. Esatto, contro se stessi!
Ed in particolare contro gli innovatori, coloro che hanno nuove idee, nuovi approcci, che offrono nuove soluzioni.
Questa posizione desueta, che non porterà mai alla vera innovazione, produce ancora personaggi dubbiosi intenti a scrivere e ad inviare tonnellate di mail dove campeggiano frasi irriconoscenti: “…quando il mondo conoscerà il mio nuovo approccio, la mia vera innovazione, andranno tutti in pensione… tempo al tempo”
Nel frattempo che tutto questo si avveri nella realtà (ne dubito fortemente), augurati di scegliere bene il tuo Corso di Coaching e di essere anche un po’ fortunato!
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