Come si migliora la motivazione in Azienda? Come influisce sui risultati la motivazione in Azienda?
Dare le giuste risposte a queste domande non è cosa facile e sarebbe sbagliato, a mio avviso, mettersi a codificare o offrire soluzioni frettolose.
La motivazione in azienda non differisce da un concetto più ampio legato alla motivazione umana; essa rimane, sotto un profilo meramente teorico, “l’espressione dei motivi che inducono un individuo a compiere una determinata azione”.
Per facilitare il ragionamento spesso mi piace affermare che “la motivazione, in un individuo, è come il carburante per un’automobile; senza di esso la macchina si ferma!”
Uno degli errori più comuni che noto quando si parla di motivazione in azienda scaturisce dalla convinzione di voler trovare forzatamente stimoli esterni che possano alla fine migliorare la motivazione stessa.
Esiste un vecchio concetto legato al simbolismo de “il bastone e la carota” che è ancora molto in voga nelle Aziende italiane.
Costruire la motivazione (e le relazioni) sulle ricompense o sulle punizioni è ormai una pratica superata, anche se è stata alla base di tutto lo sviluppo economico degli ultimi due secoli.
Per decenni la motivazione è stata sostenuta attraverso la stessa pratica riservata all’addestramento di un cane o di un cavallo, rafforzando i comportamenti virtuosi e penalizzando i comportamenti sbagliati.
La domanda che sento pronunciare spesso è: “ […] dove e come trovare i fattori necessari e fondamentali per migliorare la motivazione in azienda?”
…mi piace rispondere in maniera un po’ provocatoria: “…dentro ogni persona!”
Ognuno di noi possiede infatti un’inesauribile riserva di energia in rapporto a delle specifiche Potenzialità personali. Fare il primo passo per migliorare la motivazione significa iniziare ad essere consapevoli delle “Proprie, Uniche, Potenzialità”
Per poter esprimere appieno il proprio potenziale e far scoccare la scintilla che accende “il proprio carburante” bisogna partire da un lavoro di individuazione e valorizzazione delle Potenzialità Personali.
Ma cosa sono in definitiva le Potenzialità personali?
Le Potenzialità sono “tratti caratteriali”, sono “caratteristiche psicologiche” osservabili in situazioni diverse; esse sono un’espressione, una realizzazione, una scelta, un processo che viene apprezzato in sé stesso, indipendentemente dal risultato che producono. Per questo motivo è importante comprendere che non é il livello della performance (o del risultato) ad indicare una Potenzialità.
Una Potenzialità ha un’infinita possibilità di applicazione e quando viene espressa si associa sempre alla liberazione di emozioni positive e a un forte senso di gratifica.
E’ proprio per questo che è utile comprendere l’importanza per un Coach di sostenere il proprio cliente (persona o azienda che sia) a scoprire ed utilizzare le proprie Potenzialità.
In questa direzione, quindi, s’inquadra il fine ultimo del Coaching che, come più volte ho sostenuto anche in questo blog, non è suggerire consigli o impartire ricette prescrittive bensì elaborare, monitorare e realizzare programmi ed obiettivi costruiti con il cliente stesso.
Come migliorare la motivazione in azienda?
Se segui questo blog sai che spesso affermo che il Coaching è un metodo utile ad individuare, allenare e valorizzare le Potenzialità personali trasformandole in attività; un metodo utile per conseguire la felicità perché fondato sulla centralità dell’individuo e sull’autorealizzazione.
Il Coaching nella sua “veste aziendale” (che prende il nome di Business Coaching) non fa eccezioni; esso è uno dei pochi metodi utili al miglioramento delle performance e al raggiungimento degli obiettivi perché agisce sulla natura dell’essere umano ancor prima di occuparsi di processi organizzativi, budget e bilanci aziendali.
Parlando di Coaching e motivazione scopriamo che già gli antesignani studi sulla motivazione e il Coaching sportivo sostenevano che una certa “dimensione interiore” regolava la possibilità di vincere e conseguire risultati migliori.
Quale Psicologia dietro la motivazione in Azienda?
Oggi il Coaching e la Psicologia Positiva si contrappongono all’approccio della “Psicologia classica”, interessata prevalentemente ai disturbi della persona, alla malattia e ai disordini mentali.
Inoltre, non bisogna commettere l’errore di pensare che l’approccio sulle Potenzialità sia riferito ai giorni nostri o a qualche nuova interpretazione dell’essere umano.
L’interesse crescente per lo “star bene”, alla realizzazione di sé e all’ottimizzazione delle risorse personali, infatti, trova riscontro anche nella cultura delle civiltà asiatiche più importanti: Confucianesimo, Taoismo, Buddismo, Induismo, Giudaismo, Cristianesimo, Islamismo.
Nelle civiltà occidentali, invece, riferimenti alle Potenzialità si trovano nelle opere dei Filosofi Greci; in esse le Potenzialità e le Virtù personali vengono descritte come “tratti del carattere”.
Platone parla di coraggio, giustizia, temperanza, saggezza. Aristotele aggiunge: generosità, intelligenza, benevolenza, onestà e grandezza d’animo.
Sia Aristotele che Platone, inoltre, fanno riferimento alla trascendenza e all’umanità.
Nel filone della tradizione Cristiana, San Tommaso d’Aquino parte dalle virtù enumerate da Platone a cui aggiunge quelle teologiche proposte da San Paolo: fede, speranza e carità.
Oggi la Psicologia Positiva e il Coaching, in un grande lavoro di ricerca e sintesi, propongono una classificazione specifica individuando:
- sei Virtù: saggezza, coraggio, umanità, giustizia, temperanza, e trascendenza.
- ventiquattro Potenzialità: ovvero gli ingredienti che definiscono le virtù
Come agire allora sulla motivazione in Azienda?
Sono tante le ragioni che condizionano la motivazione in Azienda.
Esistono, a mio avviso, un ventaglio di possibilità e specifiche aree: la qualità della comunicazione e delle relazioni, la leadership, l’utilizzo delle Potenzialità personali, la capacità di lavorare per obiettivi, ecc.; una serie di ingredienti importantissimi che un Coach deve saper miscelare sapientemente per svolgere correttamente il suo intervento per la “motivazione in azienda”.
Oltre al lavoro sulle Potenzialità, infatti, occorre soffermarsi almeno su un altro elemento che può essere considerato un secondo “fattore critico di successo” e cioè la capacità di lavorare per obiettivi.
In azienda spesso sento parlare di obiettivi, ma raramente mi capita di incontrare una qualunque Organizzazione che sappia interpretare correttamente l’importanza degli obiettivi in seno alla motivazione.
“Lavorare per obiettivi” innanzitutto, dovrebbe essere cambiato in “lavorare CON gli obiettivi” tanto per sottolineare che gli obiettivi sono uno strumento utile per gestire la propria motivazione.
“Un uomo senza obiettivi è come una nave che va alla deriva”; e chi non si pone alcuna meta, o vive alla giornata, non può pensare di approdare a qualcosa di costruttivo. Un uomo privo di scopi è “privo di rotta”!
Obiettivi precisi e ambiziosi aiutano le persone a focalizzare l’attenzione, sorreggono la perseveranza e stimolano la creatività.
Voglio chiudere il post con una bella riflessione di W.H. Auden considerato da molti come uno dei più grandi scrittori del ventesimo secolo:
Non avete bisogno di vedere ciò che uno fa per sapere se è la sua vocazione, dovete solo guardare i suoi occhi: un cuoco che prepara una salsa, un chirurgo che pratica un’importante incisione, un impiegato che compila la lista delle merci scaricate al porto, hanno tutti la stessa espressione rapita, dimenticando se stessi in un compito. Quanto è bello questo sguardo perso nell’oggetto
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