Libero racconto della mia esperienza nella Scuola di Coaching (gennaio 2012)
Le prime sessioni della Scuola di Coaching sono state due giornate intense e particolari. Oggi, pensando a questa recensione, mi veniva costantemente in mente la parola “leggerezza”.
Eh già, mi sento leggero ma, badate bene, non in rapporto alla frivolezza, ma ad una vera e propria “assenza di peso”. Ecco io mi sento così da quando sono finite le prime due giornate.
La notte antecedente, mi sentivo veramente come appesantito.
Non avevo quasi chiuso occhio. Ero carico, contento, motivato, un po’ nervoso ma soprattutto avevo alcuni problemi personali da gestire e risolvere.
Abituato a frequentare corsi di formazione da anni, mi aspettavo un contesto simile a quelli abituali; quanto mi sono sbagliato a pensarlo!…
Per la cronaca ecco cos’è successo…
Una volta riunito con gli altri allievi-Coach, siamo entrati nell’elegante aula d’albergo che ospiterà tutto il ciclo d’incontri.
La prima sorpresa è stata la disposizione dei posti a sedere che non ricordava nemmeno lontanamente quella degli altri corsi.
Tutti noi, incluso Angelo, eravamo disposti sulle sedie in un grande circolo che mi ha dato da subito l’impressione di essere tra pari, tra gente disponibile al dialogo che si guarda in faccia.
La seconda sorpresa è stata l’assegnazione della prima regola: “…non ci sono regole!”
L’opportunità di poter acquisire consapevolezza e responsabilità attraverso l’auto-gestione dell’intero processo formativo nei termini dell’organizzazione dello spazio e del tempo, ma soprattutto in relazione alla richiesta formativa mi ha veramente sorpreso e piacevolmente impressionato.
Il tema del primo giorno si è sviluppato intorno al significato del Coaching e a cosa lo distingue dalle altre discipline.
L’altro tema fondamentale della giornata è stato l’Ascolto; l’ascolto attivo di sé e degli altri.
Abbiamo imparato quando sia difficile ascoltare realmente il nostro interlocutore e riconosciuto quanto siamo proiettati a parlare, interrompere, sovrastare invece di ascoltare.
Abbiamo scoperto, io per primo, la modalità con cui distorciamo la relazione attraverso il giudizio e il pregiudizio.
Durante la giornata abbiamo fatto diversi esercizi, tutti utilissimi e creativi, che ci hanno aiutato a esprimerci con più attenzione e maggior consapevolezza circa le nostre emozioni.
Angelo ha fatto, come al solito, da vero Coach-formatore. L’ho osservato molto… ha rispettato coerentemente la filosofia del Coaching in cui crede: ci ha reso protagonisti e ci ha lasciato la possibilità di porre domande sui nostri dubbi e le nostre curiosità.
In questo modo abbiamo potuto capire che il Coaching non è solamente una tecnica, un qualcosa che si fa, ma è soprattutto un metodo, una filosofia da vivere, una relazione efficace.
Per mezzo di questa modalità didattica (per me sorprendente) abbiamo iniziato a comprendere meglio il Coaching, “tirando fuori” gli strumenti che lo compongono e sperimentandone l’efficacia.
Angelo con grande maestria mi ha dato l’impressione di intervenire solo quando necessario e di lasciare sempre a noi la possibilità di parlare dei nostri interessi particolari e generali.
Alla fine della prima giornata tutti noi eravamo carichi di entusiasmo, arricchiti di nuovi strumenti e importanti contenuti.
Il secondo giorno per me è stato molto impegnativo ma allo stesso tempo veramente speciale.
L’atmosfera del gruppo, dopo un primo giorno di conoscenza e “rodaggio”, era già molto carica fin dall’inizio della mattinata.
Il senso di appartenenza si è fatto più forte e man mano che si è andati oltre il giudizio e il pregiudizio è iniziata a spuntare una insolita e piacevole fiducia nei confronti dei partecipanti.
I temi principali di questa seconda giornata sono stati la felicità e il colloquio di Coaching: un “modello di relazione” maturato in tanti anni di pratica e ottimizzato con l’esperienza di centinaia di ore di Coaching e di Formazione continua.
Nel pomeriggio la mia esperienza più forte… ho voluto piacevolmente “concedermi un piccolo spazio” raccontando e affidando a tutti i presenti una mia esperienza di vita molto importante.
Il momento è stato particolarmente intenso per me e devo dire che per la prima volta nella mia vita ho sentito il vero sostegno delle persone.
Non ci sono parole che possono descrivere la gravosità del peso che avevo addosso da tempo e che mi portavo in groppa come uno zainetto.
Ho voluto tirar fuori le mie emozioni e i miei sentimenti; ne sono stato felice ed è stato veramente corroborante.
Il senso di liberazione e di leggerezza, dopo aver finalmente lasciato andare un grosso peso che mi portavo dentro, unitamente al supporto del gruppo dal quale sono partite alcune intuizioni illuminanti, mi hanno fatto provare un senso di rinascita e capire che io sono nato per… “ri-crearmi ogni giorno”.
Questo alla fine è il significato che io ho dato al Coaching: scegliere di rinascere!
Voglio chiudere ringraziando Angelo e Nicoletta per averci sostenuto e incoraggiato costantemente, per aver reso possibile la partenza di questo percorso che porterà verso la nascita di una nuova generazione di Coach Professionisti.
Voglio ringraziare tutti i miei colleghi e futuri Coach. Ognuno di loro è una persona speciale, unica ed irripetibile.
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