Vincere divertendosi… siamo sicuri che sia possibile?
Il consiglio che viene dato più spesso agli atleti per crescere nello sport è fare esperienze direttamente sulla propria pelle.
I suggerimenti che ricevono possono rivelarsi utili nel momento in cui hanno l’opportunità di verificare personalmente sul campo come reagiscono alle diverse situazioni che si trovano ad affrontare.
Pensare che le nostre esperienze possano essere di riferimento per coloro che ci circondano, anche quando parliamo di sport, è limitante poiché solo l’esperienza diretta mette “al lavoro” il cervello della persona coinvolta.
Certo, un Allenatore che è stato uno sportivo in passato può avere molto da insegnare!
Ma senza l’esperienza diretta dei suoi atleti e la loro personale analisi riguardo al corpo e alla mente, non c’è apprendimento e non c’è alcuna crescita o arricchimento.
Sembra un concetto banale, ma bisogna porre attenzione su un particolare importante per renderlo efficace:per poter sperimentare sulla propria pelle, è necessario un clima di tranquillità e disponibilità.
Non si finisce mai di crescere, ed è provato scientificamente che le cellule del nostro cervello e del nostro corpo si rinnovano anche in tarda età. Questo significa che siamo potenzialmente di fronte a continui cambiamenti e possibilità di miglioramento. Possiamo considerare l’apprendimento come un processo senza fine che può arricchirsi costantemente attraverso le esperienze e l’applicazione.
Se un atleta ha un sovraccarico di ansia, di certo non avrà le condizioni ideali per continuare a sperimentare in prima persona, né nello sport né nella vita di tutti i giorni.
L’ansia blocca ogni possibilità creativa, ogni atteggiamento positivo di fronte al nuovo, ogni capacità di mettersi in gioco per trovare nuovi stimoli. Nello sport, inoltre, l’ansia blocca persino il divertimento, una componente che si è soliti credere faccia parte esclusivamente dei ragazzi.
Nello sport come nella vita, il piacere di fare una cosa ci porta al cosiddetto stato di flow: una condizione in cui si perde il senso del tempo poiché totalmente concentrati su quello che si sta facendo.
Per “essere in flow”, due elementi necessari sono la tranquillità e il divertimento nel fare quello che più ci piace… e l’ansia, ovviamente, diventa un nemico di questa esperienza fantastica e totalitaria.
I campioni che vincono e continuano a vincere vivono spesso lo stato di flow, quasi come una trance agonistica; riescono a mantenere alta la loro performance grazie alla gioia e al divertimento che provano nello svolgere la loro attività.
Un ex atleta che diventa allenatore vive ancora delle sensazioni vissute come sportivo e le trasmette alla propria squadra.
Tuttavia, non è plausibile pensare che attraverso il suo vissuto, gli atleti comprenderanno come affrontare e trovare soluzioni in campo.
Per questo è importante creare le condizioni affinché ognuno possa vivere le proprie esperienze e sviluppare il potenziale attraverso di esse.
Un allenatore capace di mantenere l’impegno sul piano del piacere potrà stimolare in modo positivo i propri atleti a dare il massimo e a produrre performance migliori.
Gli atleti di successo sono passati attraverso la “prova d’errore”, ovvero la capacità di sbagliare e di comprendere quali sono le potenzialità su cui puntare per migliorare costantemente.
Come pensare di mettere gli atleti nella condizione di sbagliare e crescere attraverso la sperimentazione se il clima che vive in campo, nello spogliatoio o nella società è ansiogeno?
Il “carattere sportivo vincente” si costruisce attraverso l’audacia, la programmazione, idee chiare comunicate e condivise con tutti e la propensione a lasciare all’atleta il giusto spazio di crescere nella sua personalità….anche sportiva. Comprendere che abbiamo a che fare con materiale umano in continua evoluzione aiuta a mantenere le ansie degli atleti a dei livelli accettabili e stimolanti.
Il giusto atteggiamento mentale permette una maggiore propensione allo sforzo e al sacrificio fisico.
Ancora un consiglio per imparare a Vincere divertendosi…
Prova a verificare lo stato d’animo dei tuoi atleti (magari parlando con ognuno di loro in privato) per conoscerli, per entrare in sintonia con ognuno di loro e capire se l’ansia è una loro alleata o una zavorra che rallenta determinati processi cognitivi e atletici nella carriera sportiva. Vincere divertendosi è possibile
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