Stress o sindrome di adattamento: come eliminare la pressione?
Ciao, oggi desidero parlare di un concetto legato ad una parola che molto, anzi, troppo spesso viene considerata, nel mondo sportivo piuttosto che nella vita di tutti i giorni, “la madre di tutti i mali”: lo stress.
C’è chi parla di stress psicologico, chi di stress fisico, chi si definisce stressato e chi parla di situazione lavorativa stressante; vi sono poi le relazioni stressanti piuttosto che, in ambito sportivo, le partite o match che generano stress.
Ma che cosa intendiamo indicare, esattamente, con la parola stress?
Il vocabolo ha diversi significati, a seconda dell’ambito in cui viene utilizzata, ma per l’argomento che interessa questo post, verrà trattato nella sua definizione di uso corrente.
Essa proviene dal termine inglese distress che gli anglosassoni riconducevano al significato di “sforzo”. Tale termine ha, inoltre, la stessa provenienza etimologica del termine italiano “strizzare” che deriva dal latino strictus ovvero “stretto”. A partire dagli anni ’50, grazie agli studi del medico austriaco Hans Selye, la parola stress inizia una rapida ed importante diffusione sino ad arrivare, al giorno d’oggi, ad entrare nell’uso dei vocabolario italiano. L’enciclopedia multimediale lo definisce come: “una sindrome di adattamento a degli stressor (sollecitazioni). Può essere fisiologica, ma può avere dei risvolti patologici, anche cronici, che ricadono nel campo della psicosomatica”.
Con i suoi studi, Selye sostiene che ciò che viene definito con il termine stress non è altro che una “sensazione fisica interiore”, una tensione che pone le persone in uno stato di disagio e ansia. Tale concezione, secondo il medico austriaco, sarebbe errata in quanto non coglierebbe il profondo significato della sua natura. Pertanto, egli suggerisce di indicare, con la parola stress , la “pressione esterna” e con il termine tensione il suo “effetto interno”.
Ai più questa differenza potrebbe apparire sottile, tuttavia essa è molto più importante di quello che si pensi in quanto: la pressione esterna è dettata da situazioni che non sono sotto il controllo diretto ed esclusivo dell’individuo (situazioni lavorative, situazioni familiari, relazioni, carichi di allenamento, match importanti ecc.), al contrario dell’effetto interno che è sotto il diretto controllo della persona in quanto reazione personale e soggettiva alla pressione (esterna).
Comprendere tale meccanismo assume un’importanza strategica nella predisposizione del proprio benessere psico-fisico giacché ci permette d’intervenire là dove la pressione diventa insostenibile.
La capacità di gestire la propria reazione personale, autrice di quella sgradevole tensione interna, passa inevitabilmente attraverso la consapevolezza di essere responsabili del modo in cui si reagisce agli eventi della vita, lasciando da parte l’abitudine a scaricare tale responsabilità verso circostanze esterne o su terze persone. Ogni essere umano agisce sulla base dei propri bisogni emotivi, che siano essi consapevoli piuttosto che inconsci, il che lo porta alla manifestazione di comportamenti conseguenti e collegati a tali necessità.
Ancorare il proprio stato fisiologico e psicologico a ciò che ci si aspetta dagli altri, corrisponde a legare la propria fonte di energia a un interruttore che si trova nelle mani di un’altra persona: sceglieresti consapevolmente di far decidere ad un altro essere umano quando TU possa essere felice e quando possa non esserlo?
Di certo ti starai chiedendo: ok, sembra tutto così logico e semplice, ma è molto più facile a dirsi che a farsi. Come faccio? In che modo posso gestire la mia tensione interna (stress)?
Diventa consapevole dei tuoi bisogni emotivi, individua con precisione quali sono le pressioni esterne e chiarisci a te stesso in che modo generi la tua personale tensione interna.
Un percorso di Coaching ti aiuta nel cammino verso questa illuminante consapevolezza e ti permette di riprendere il controllo dei meccanismi che ti governano, di riprendere il controllo della tua vita.
Per ora, ti suggerisco un semplice piano d’azione per iniziare ad esplorare le tue emozioni.
- Scrivi su di un foglio di carta tutto ciò che ti crea disagio, ansia o tensione interna e fallo sotto forma di domanda: cosa mi crea disagio? Cosa mi crea ansia o tensione? Dove si accumula tale tensione? In che modo tale tensione modifica la mia giornata, la mia vita? Come sarebbe se eliminassi tale tensione?
- Rispondi ad ogni domanda avendo buona cura di riuscire ad esprimere dettagliatamente le tue sensazioni ed i tuoi stati emotivi.
Ciò ti permetterà di effettuare un’analisi su te stesso e su cosa provi in termini emotivi traducendosi, inevitabilmente e con il tempo, in uno sviluppo delle tue capacità di gestione delle emozioni.
In men che non si dica otterrai un enorme miglioramento delle tue capacità di far fronte alle pressioni esterne e alle difficoltà quotidiane, imparando ad essere più equilibrato e padrone dei tuoi meccanismi e del tuo… stress.
Tag: distress, eustress, stress