Self Talk per migliore le prestazioni dell’Atleta
Il dialogo interiore (conosciuto anche con il termine Self Talk) è una delle tecniche più utilizzate dagli atleti per ottimizzare le proprie convinzioni di autoefficacia percepita.
Il Self Talk tende a favorire le dinamiche attentive, elevando il grado successivo di concentrazione a livelli ottimali.
Ma come rendere questo dialogo con se stessi davvero armonico e motivante? Quali pensieri, parole e anche immagini hanno un valore “superiore” per l’atleta? È possibile distinguere 3 sostanziali tipologie di “affermazioni”:
- Affermazioni di “rilevanza” (l’esecuzione del compito è basata sugli aspetti tecnici e tattici)
- Affermazioni di “Key words” (parole chiavi con alto contenuto emozionale ed affettivo)
- Affermazioni di “Positività” (parole a valenza fortemente positiva)
Naturalmente non è possibile definire una scala di importanza nè una specifica tecnica di utilizzo, dal momento che ogni atleta andrà a contestualizzare nel suo personale “qui ed ora”.
Evitare la generalizzazione nell’utilizzo di questa tecnica permette anche di chiarire, una volta per tutte, che il dialogo interiore non si riduce ad un banale auto- incitamento: i soliti “…dai che ce la fai, su su, vamos, ecc. ecc.”, sono cosa diversa da un valido e costruttivo self talk.
Una delle tecniche più conosciute è quella dei “memo mentali”.
L’atleta fissa dei veri e propri promemoria personali, riferiti a simboli e parole chiave, il cui fine è quello di riportare l’esperienza e la sensazione a quello che egli intende fare e pensare.
Naturalmente, attraverso il richiamo di fattori esperienziali, l’atleta può attingere al proprio bagaglio personale (come ha affrontato una determinata situazione in gara, quali potenzialità ha messo in campo, ecc.) ma anche alle cosiddette “Esperienze vicarie”, cioè attingendo ad un modello di riferimento che può rappresentare un valido esempio.
In entrambi i casi, l’atleta definisce un “quid” (una parola, una frase, un simbolo) e la fissa nella propria mente, sedimentandola in un quadro di “positività” attraverso un percorso cognitivo che deve essere semplice ed intuitivo da richiamare.
Un buon dialogo interiore si basa sia sulla “velocità” di questo percorso sia sulla abitudine e ripetitività nel percorrerlo: l’atleta deve abituarsi ad associare le sue sensazioni positive allo specifico “quid” che ha richiamato in quel momento, sia esso una parola o una visualizzazione di una situazione.
Soltanto in questo modo il memo mentale diventa un valido supporto alla prestazione ed alla gestione delle emozioni che si contattano.
Proprio in riferimento alla consapevolezza e competenza emotiva, che l’atleta deve porre in campo, è fondamentale ricordare il pilastro del dialogo interiore: ogni memo mentale ed ogni esperienza richiamata deve essere caratterizzata dal valore della positività.
Soltanto in questo caso, infatti, il Self Talk esprime il suo massimo potenziale.
Tag:dialogo interiore, self talk