Gestire le dinamiche di Gruppo, con riferimento al mondo del lavoro, vuol dire riconoscere come nasce un gruppo di lavoro e come funzionano le dinamiche che lo contraddistinguono.
Per Dinamiche di gruppo si intendono le relazioni che interessano un gruppo e che influenzano il suo sviluppo creativo e operativo
La dinamica di gruppo si propone di porre in evidenza e valutare l’andamento, la struttura e il fluire delle relazioni allinterno di un gruppo. E’ possibile fare una veloce disamina degli andamenti, valutando in scala i seguenti indicatori:
- Senso di appartenenza
- Interdipendenza
- Coesione
- Riconoscimento della Leadership
- Valore della socializzazione
Alla luce di questi indicatori e della valutazione, è possibile riconoscere comportamenti positivi e negativi che determimano e alimentano le cosidette “dinamiche di gruppo”.
Dinamiche di gruppo negative
- Disconoscimento della Leadership
- Mancanza di obiettivi e di focalizzazione sul compito
- Cattive abitudini e comportamenti automatici
- Assenza di collaborazione e mutuosoccorso
- Scarsa creatività e atteggiamento reattivo
- Giudizi negativi e feedback orientati sulle persone
- Mancanza di fiducia e conflitto
Dinamiche di gruppo positive
- Riconoscimento dell’utilità della Leadership
- Focalizzazione sul compito attraverso l’autodetrminazione di obiettivi
- Comportamenti proattivi e responsabili
- Riconoscimento e armonia relazionle all’interno del team
- Utilizzo del potenziale personale al servizio del gruppo
- Partecipazione progettuale attiva e propositiva
- Assunzione di responsabilità
Conoscere le dinamiche di Gruppo per imparare a gestirle: lavorare per un obiettivo comune
Quando due o più individui si sentono accomunati da ragioni che possono essere di varia natura e si sentono distinti da individui considerati al di fuori della loro cerchia, si parla di gruppo. È una definizione molto semplice, utile come punto di partenza per comprendere cosa, principalmente, distingue un gruppo di lavoro da un gruppo in generale.
I gruppi possono essere di varie dimensioni e avere molteplici origini, e gli individui che ne fanno parte possono essere più o meno consapevoli di formare un gruppo.
Di gruppo sono state date tante definizioni diverse da altrettanti studiosi diversi, ed è difficile trovare una spiegazione unica e univoca, poiché esistono tante tipologie di gruppo quante sono le realtà, gli ambiti, le motivazioni, le caratteristiche… che portano a considerare come un gruppo una pluralità di persone.
A noi interessa conoscere le dinamiche di un’aggregazione di persone che siano consapevoli di fare parte di un insieme che ha un inizio, un compito da svolgere e una fine. Nel gruppo di lavoro, infatti, uno degli elementi distintivi è l’obiettivo comune. Gli obiettivi devono avere specifiche caratteristiche affinché siano realizzabili.
Le Dinamiche di Gruppo: Modello e Fasi fondamentali
Con la locuzione “dinamiche di gruppo” si fa riferimento ai processi che si verificano all’interno di un gruppo quando le persone interagiscono. Le dinamiche di gruppo possono essere funzionali al raggiungimento degli obiettivi o meno. Conoscere questi processi permette di intervenire, fin quando possibile, su eventuali conflitti di natura relazionale o di contenuto.
A coniare l’espressione Dinamiche di Gruppo fu lo Psicologo sociale Kurt Lewin negli anni ’40, il quale aveva notato come gli individui, all’interno di un gruppo, assumono ruoli e comportamenti diversi rispetto a quando operano come singoli.
Si parla di dinamiche perché i ruoli e i comportamenti assunti da quanti formano un gruppo incidono in vario modo e misura sugli altri elementi del gruppo e sul gruppo nel suo insieme. Conoscere le dinamiche e descriverne gli effetti aiuta a intervenire in modo da migliorare la prestazione del gruppo nel suo insieme.
Le dinamiche di gruppo sono state individuate e descritte, tra gli altri, da Bruce Tuckman, Psicologo e Ricercatore scomparso nel 2016. Nella sua analisi, un gruppo di lavoro segue un’evoluzione composta da cinque step. Questi step hanno durata variabile ed è possibile retrocedere anziché avanzare.
I cinque passaggi del modello di Tuckman, essenziali per gestire le dinamiche di Gruppo sono:
- Forming. È il momento in cui il gruppo inizia a formarsi. Bisogna ancora definire obiettivi, compiti e ruoli, pertanto non c’è coesione e ciascuno sembra ancora muoversi in modo indipendente rispetto agli altri. Uno dei momenti principali riguarda l’orientamento. In questa fase, il leader riveste un importante ruolo come mediatore, per quanto sia responsabilità di tutti evitare argomenti minacciosi e situazioni di conflitto.
- Storming ovvero Tempesta. È il momento in cui le cose iniziano a sistemarsi e in cui deve definirsi la fiducia reciproca. Vengono assegnati i ruoli, e questo potrebbe causare momenti di scontro. I sentimenti reciproci possono essere entusiastici e positivi, ma possono anche essere negativi e improntati alle tensioni. Ci sono gruppi che passano direttamente dalla prima alla terza fase, altri che rimangono impantanati in questa. Il ruolo del leader è fondamentale, deve fungere da mediatore e, se ci sono tensioni, saper convertirle in un ulteriore motivo di crescita del gruppo.
- Norming. È la fase del superamento dei conflitti. Gli elementi che compongono il gruppo si riconoscono in esso, si trovano maggiormente a loro agio gli uni con gli altri e hanno raggiunto un certo spirito di cooperazione. Il gruppo sa che c’è concorrenza al di fuori di esso e che, all’interno, c’è un obiettivo comune. L’obiettivo comune è la molla che sprona tutti a fare la loro parte. C’è maggiore tolleranza reciproca, che non deve comunque trasformarsi in accettazione passiva.
- Performing. I membri del gruppo, in questa fase, hanno raggiunto un notevole livello di competenza, grazie al quale muoversi in modo autonomo. Le prestazioni sono elevate e lo è altrettanto il livello di riuscita. I leader sono partecipi, per quanto in modo più marginale, ma il loro ruolo rimane importante, visto che c’è sempre la possibilità di tornare a una fase precedente. Sono cresciute sia la stima sia la fiducia reciproche, utili a superare le difficoltà e gli ostacoli che possono presentarsi durante il percorso.
- Adjourning. È la fase di aggiornamento, quella in cui il lavoro è quasi completato e ci si avvia allo scioglimento del gruppo. Il leader può rinfocolare impegno ed entusiasmo elaborando nuovi progetti. Questa fase è stata aggiunta da Tuckman al suo modello in un secondo momento.
Leadership e Dinamiche di Gruppo
Senza avere consapevolezza di quanto sia importante una Leadership efficace (anche per il Follower), gestire le dinamiche di gruppo diventa gravoso, oserei sostenere, impossibile. Ci sono alcune ragioni predominanti rispetto ad altre per le quali le dinamiche di un gruppo possono risultare poco funzionali per non dire scadenti. Ad esempio, in ambito lavorativo, può capitare che parte o tutti gli individui facenti parte di un gruppo e chiamati a lavorare come team facciano fatica a prendere una posizione in modo sincero e autentico per paura di contrastare quelle che son viste come autorità all’interno di un’azienda. Altrettanto, a nuocere alle dinamiche del gruppo possono essere comportamenti disfunzionali di singole persone: può trattarsi di atteggiamenti e modi che bloccano la comunicazione e le attività degli altri, può trattarsi di pigrizia sociale, per cui si lascia buona parte del lavoro agli altri, può trattarsi di una ricerca di consenso e di un’apprensione relativa a eventuali giudizi che diventano ostacoli sotto tanti punti di vista.
Tra i possibili pericoli che possono minare le dinamiche del gruppo, c’è anche il comportamento del Leader, che può essere, ad esempio, debole, incerto, irresponsabile, tanto da fare assurgere al ruolo di “guida” una personalità più forte o più autorevole. Si verrebbero a creare ruoli occulti e una conseguente perdita di direzionalità del gruppo stesso.
Coaching e Dinamiche di Gruppo
Le dinamiche di gruppo possono evolvere in modo più o meno pacifico e il raggiungimento dell’obiettivo può essere più o meno semplice.
Ci sono almeno tre elementi importanti che possono facilitare la creazione di una coesione e limitare i momenti di scontro, e sono tre elementi che fanno parte della cultura del Coaching e, intuibilmente, del bagaglio di conoscenze di un Coach Professionista:
- Capacità di ascolto e di comunicazione
- Riconoscimento del potenziale individuale
- Gestione della Leadership
Nelle più diverse circostanze della vita, la comunicazione, in tutte le sue forme, ha un’importanza fondamentale, soprattutto per relazionarsi in modo proficuo con altre persone.
Nel caso dei gruppi di lavoro e delle dinamiche che li caratterizzano, una buona capacità di ascolto e di comunicazione efficace, oltre all’abilità nel riconoscere le emozioni altrui, aiutano a rendere dinamiche e prestazioni ottimali, soprattutto perché, se si creano dei conflitti, si riesce a risolverli senza troppe difficoltà e, nondimeno, saper comunicare aiuta a sviluppare, a livello del singolo e a livello interpersonale, stima e fiducia utili a lavorare in armonia.
Il riconoscimento del potenziale, ai fini delle dinamiche del gruppo, serve sia a fare in modo che ciascuno riconoscere quali sono le sue risorse e, dunque, quali sono le mansioni più adatte a lui, sia, nell’assegnazione dei compiti, ad aiutare chi si occupa dell’assegnazione delle mansioni a scegliere in modo più modo più mirato e proficuo.
Saper gestire efficacemente la Leadership è fondamentale affinché il gruppo realizzi il compito prefissato con il minor numero di intoppi. In ambiti quale il Business Coaching, i Leader che lavorano con i Coach apprendono una serie di abilità fondamentali, tra cui la capacità di individuare le altrui potenzialità e quella di ascoltare in modo attento e critico. Inoltre, un Leader capace di gestire il suo ruolo sa come muoversi perché una pluralità di persone diventi un gruppo coeso e volenteroso.
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