Qual è il Coaching più efficace? Quale proporre per una relazione di Coaching che possa garantire i migliori risultati nel tempo?
Il Coaching più efficace è quello che mantiene ben salde le radici del metodo.
Chiedersi qual è il Coaching più efficace è di gran moda. Ci troviamo in un momento storico nel quale il mondo della formazione di Coaching rivolge una particolare attenzione alla creazione di nuove soluzioni nonché a delle affermazioni, a dir poco aggressive, attraverso azioni di marketing di discutibile valore. Nell’offerta formativa dei Coach Professionisti spuntano nuove ricette, metodi alternativi e modelli di Coaching che promettono miracoli; a ben guardare, si ha la spiacevole sensazione di essere di fronte a un mix informe di bizzarrie. Insomma, si passa temerariamente dal Coaching, secondo me erogato da egocentrici guru, al “Coaching degli specialisti” offerto da sapientoni, pseudo-esperti di qualcosa, che nulla hanno a che fare con il Coaching vero, quello professionale… quello che offre risultati certi e duraturi.
Tutto parte da una cattiva informazione e formazione. Gli aspetti umanistici e performativi del metodo originario si mescolano, con la voglia di riscatto a buon prezzo, a una generica competenza personale. Emozioni e obiettivi perdono la virtù di sostenere il “movimento” dell’essere umano e l’autoefficacia percepita diventa una banale convinzione di riuscire a conquistare un effimero quanto fugace cambiamento. Nell’abuso del metodo si offusca la centralità della persona, la finalità dell’aiuto volto al bisogno di autorealizzazione; consapevolezza, responsabilità e autonomia decisionale diventano questioni di poco conto da riporre nel cassetto dei ricordi. Infine, saper fare un video promozionale e offrire quattro consigli stravaganti diventano la base della tanto strillata “cultura dell’innovazione”.
Qual è il Coaching più efficace?
Che cosa rimane? Poco più di un pugno di mosche! Del resto, l’avversario interno, quello che si cela nella mente dell’uomo, è molto più forte del progetto, del compito e dell’obiettivo da raggiungere. Interferenze interne ed esterne sono intrusioni da gestire con un irreprensibile “distrattore” capace di abbassare il giudizio e liberare il potenziale. In altre parole, la lotta interna tra i “due Sé”, quello “pensante” e quello “agente”, dovrebbe rimanere alla base dell’insegnamento e del credo di un Coach (più che moderno). Insomma, l’uomo è un essere pensante, ma, come dice il buon Timothy Gallwey, le più grandi realizzazioni l’uomo le ha compiute liberando il potenziale senza pensare, abbassando, in altre parole, quel famoso Inner Game da cui tutto partì più di quaranta anni fa.
Qual è il Coaching più efficace? 5 consigli per applicare il Coaching nel modo più funzionale
Vediamo insieme 5 punti fondamentali per scoprire qual è il Coaching più efficace e cosa si può fare per ottenere sempre ottimi risultati, quali che siano le circostanze in cui viene impiegato.
1. Il Coaching più efficace è quello che si adegua ai tempi senza dimenticare i suoi principi.
Il Coaching è una disciplina relativamente giovane, i cui fondamenti, però, sono antichi e solidi e si rifanno alla filosofia socratica. Un Coach si relaziona con tante persone diverse che, in qualche modo, risentono dei tempi in cui vivono e delle problematiche del loro tempo. Dunque, pur senza allontanarsi dai principi che costituiscono le fondamenta di questo metodo, è bene adeguarsi alla cultura, al pensiero e alle necessità che caratterizzano luoghi e momenti storici diversi e, per riflesso, influiscono sulla vita degli individui. Come scriveva Gustav Mahler, “Tradizione non è culto delle ceneri, ma custodia del fuoco”, pertanto un Coaching efficace è quello che preserva il suo nucleo, pur rispondendo alle nuove esigenze, così da risultare applicabile in ogni dove e quando.
2. Il Coaching più efficace è quello che sa mantenersi coerente.
Così come una persona, per essere un punto di riferimento, deve mostrarsi coerente con i propri principi, altrettanto il Coaching, per essere funzionale, deve saper far fronte a tante diverse situazioni senza diventare ambiguo o contraddittorio. Domandarsi qual è il Coaching più efficace non vuol dire snaturare i tratti che lo caratterizzano, ma saper applicarlo in modo che la sua essenza diventi un punto di riferimento certo tanto per il Coach quanto per ogni committente.
3. Il Coaching più efficace è quello che non sconfina oltre la sua area di pertinenza.
Saper riconoscere i limiti di un ambito professionale non solo è una prova di coerenza verso i principi che regolano quell’ambito, ma è anche una forma di rispetto verso i Clienti e verso altri professionisti. Individuare un limite non vuol dire semplicemente ammettere l’impossibilità di spingersi oltre, spesso un confine viene delineato coscientemente come segno della volontà di fare bene in relazione a specifiche scelte programmatiche e deontologiche.
4. Il Coaching più efficace è quello che sa riconoscere l’unicità di ciascun individuo.
Esiste un metodo che fa da impalcatura al Coaching, che rappresenta il canovaccio a cui il Coach attinge durante le sessioni e relazionandosi con un Cliente. Come sappiamo, una delle lezioni più importanti del Coaching è che ogni individuo è unico e irripetibile, e così lo saranno le sue scelte, le sue emozioni, il suo modo di impiegare le sue potenzialità. Dunque, attenersi rigidamente alla teoria significa rischiare di avere uno stesso modo di fare per tutti. Se vogliamo individuare qual è il Coaching più efficace dobbiamo anche pensare che l’efficacia del Coaching risente della soggettività degli individui e, dunque, una relazione di Coaching è tanto più produttiva quanto più sa accogliere il Cliente e rispondere al suo specifico modo di essere.
5. Il Coaching più efficace è quello in cui si crea un’alleanza sincera tra Coach e Decisore.
Già dal primo incontro, tra il Coach e il Cliente deve crearsi una certa sintonia. Fondamentale in tal senso è l’imprinting, la prima impressione, ma altrettanto importante, soprattutto ai fini dell’efficacia del Coaching, è che il Coach non trascuri mai il suo ruolo di alleato della persona che ha stretto con lui un patto di Coaching e, allo stesso modo, che dia il giusto spazio all’humanitas: l’humanitas, in quanto possibilità di comprensione reciproca e propensione ad aiutare gli altri, non può mancare in un buon Coach. Il Coaching è tanto più efficace quanto più, alla conoscenza e alla professionalità, sappiamo affiancare gli aspetti umani che rendono funzionale una relazione tra due o più persone.
Conoscere qual è il Coaching più efficace aiuta a essere un Coach… coerente!
Anche nel mestiere i cui risultati si dimostrano più validi è possibile migliorare. Così nel Coaching. Spesso, soprattutto con il passare del tempo, c’è il rischio che l’entusiasmo si mitighi, che i traguardi raggiunti ci facciano pensare che il nostro modo di lavorare non abbia bisogno di essere rivisto.
È importante chiedersi di tanto in tanto qual è il Coaching più efficace.
Domandarselo non vuol dire cambiare metodo, scuola di pensiero o altro… Piuttosto, significa rispettare la sua natura sartoriale e fare in modo che il metodo non diventi mai avulso dalla soggettività degli individui, dalla varietà delle situazioni e dalla mutevolezza dei tempi.
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