Intervista a Pietro Trabucchi – Psicologo, Formatore ed esperto di Resilienza
Ho il grande piacere di intervistare Pietro Trabucchi, Docente universitario, psicologo dello sport e autore di numerosi libri dedicati al tema della resilienza. Pietro sarà Ospite d’eccezione nelle nostre scuole di Coaching di Milano e Roma e nell’occasione condurrà un Workshop dedicato alla resilienza, tema di grandissimo interesse del quale è sicuramente uno dei massimi esperti in Italia.
Oggi mi interessa molto approfondire con lui le strategie e i principi cui si ispirano personaggi e campioni dello sport ad altissimo livello agonistico che Pietro segue personalmente e accompagna sino ai Giochi Olimpici.
Credo fermamente che per i nostri Allievi lavorare in aula con lui sia una grande opportunità. Credo altresì che conoscere approfonditamente l’argomento “resilienza” sia particolarmente utile a coloro che vogliono imparare a gestire efficacemente relazioni di Coaching usufruendo di tecniche mirate ad allenare la mente, a gestire lo stress e a far leva sulla perseveranza.
L’obiettivo principale della mia chiacchierata con lui è rispondere a una domanda: può davvero la Resilienza diventare il fattore di successo per eccellenza?
Pietro Trabucchi mi ha risposto così!
D – Ciao Pietro… sei unanimemente riconosciuto come il massimo esperto di resilienza, tema sul quale hai scritto vari libri di successo. Ti va di presentarti ai nostri allievi Coach e di dirci cosa è per te la resilienza e quanto è importante questo concetto nella vita e nello sport?
R – Mi chiamo Pietro Trabucchi e come tutti gli esseri umani sono qui di passaggio. Durante questo passaggio ho sviluppato un grande interesse per il tema delle avversità. La crisi economica mondiale ha reso attuale a livello generale questo tema: qual è il nostro atteggiamento di fronte alle avversità? Quanto siamo capaci di conservare la motivazione quando incontriamo delle difficoltà? Se qualcosa ci ostacola reagiamo aumentando l’impegno o rinunciando? Il recente interesse sull’argomento ha contribuito a portare l’attenzione su qualità psicologiche come la “resilienza”: la resilienza è stata definita in tanti modi, ma – sostanzialmente- indica la capacità di mantenere elevata la motivazione verso gli obiettivi prescelti nonostante la presenza di ostacoli, difficoltà e disagio. Si tratta quindi di una capacità più efficace ed evoluta rispetto al semplice “saper sopportare” passivamente i fattori di stress. La resilienza è una dimensione profondamente interconnessa all’aspetto motivazionale dei comportamenti. Bisogna precisare che tutti nasciamo con un po’ di resilienza dentro di noi. L’uomo è naturalmente “attrezzato” per convivere con stress e difficoltà di ogni tipo. Non siamo così “vulnerabili allo stress” come indulgentemente amiamo credere. La resilienza è quindi una grande opportunità che ci portiamo dentro, ma di cui abbiamo scarsa consapevolezza. Noi discendiamo da generazioni che è sopravvissuta a catastrofi naturali, guerre, epidemie, predatori affamati, carestie. Eppure ci ostiniamo a considerare gli esseri umani come passivi, indifesi e deboli di fronte alle difficoltà. Questo modo di vedere le cose è sbagliato, ma è molto diffuso perché fornisce un tornaconto. Pressoché tutti gli esseri viventi contemplano solo due possibilità di fronte alla vita – adattarsi o estinguersi- solo gli esseri umani ne contemplano una terza: piangersi addosso. La grande e costante tentazione umana è il vittimismo, con i relativi alibi, il non volersi prendere responsabilità.
D – Sei docente universitario, psicologo dello sport, segui personalmente campioni olimpici (anche attualmente in vista delle prossime competizioni olimpiche di Rio), vanti una vasta esperienza negli sport estremi e di endurance. Nei tuoi libri fai spesso riferimento a persone e a campioni dello sport, che rappresentano quello che tu stesso hai definito “modello di Personalità Resistente”. Quali sono le caratteristiche di questi soggetti?
R – Da un punto di vista comportamentale sono individui che dimostrano la capacità di impegnarsi a fondo per raggiungere un obiettivo, di rimanere motivati di fronte alle difficoltà, di rialzarsi sempre, di continuare a sperare nei giorni più bui, infine di saper sopportare le avversità. Alla base dei comportamenti ci sono delle caratteristiche cognitive: quelle che ti permettono di riconoscere e selezionare gli elementi salienti per la tua vita senza disperderti nell’amplificare quello che è irrilevante.
D – Hai definito lo sport come una “palestra di vita” e sostenuto che la resilienza non è una condizione ma un processo. Quanto è importante per un Coach imparare ad allenare la resilienza per affrontare e gestire al meglio le difficoltà della vita?
R – La resilienza è una capacità umana di base. Chiunque sia motivato ad inseguire un obiettivo deve fare i conti con la propria resilienza individuale, cioè con la sua capacità di mantenere intatta la spinta verso l’obiettivo. Sappiamo benissimo che ci sono persone che si scoraggiano e desistono ai primi insuccessi e persone che sono capaci di perseverare per tempi estremamente lunghi. In altre parole: la resilienza è una capacità essenziale per chiunque, non solo per chi pratica sport estremi. Anzi, è una qualità che secondo me ha più a che vedere con la dignità dell’uomo che con la ricerca dell’onnipotenza. E, a maggior ragione, devono familiarizzare con essa le persone che professionalmente aiutano gli altri a superare difficoltà.
D – Hai affermato che “Gli esseri umani sono naturalmente progettati per affrontare con successo difficoltà e stress”. Come lo sviluppo della resilienza agevola la gestione dello stress?
R – La resilienza è in gran parte una questione cognitiva. In altre parole, che la nostra resistenza allo stress, la nostra capacità di mantenere salda la motivazione, ha a che vedere con il nostro modo di percepire la realtà e di regolare di conseguenza i nostri comportamenti. Resistere alle pressioni non è una questione genetica. E nemmeno conseguenza di muscoli o di tendini, ma di cervello. Le altre specie animali affrontano lo stress esclusivamente sul piano fisiologico: l’evento stressante mette in gioco cambiamenti nel corpo dell’animale che sono innanzitutto di tipo ormonale, con ripercussioni metaboliche, circolatorie etc.. Di fatto si tratta di un sistema potente ma limitato ad un mondo molto prevedibile, dove le minacce sono sempre le stesse. Solol’uomo è in grado di imparare ad affrontare nuove minacce nel momento in cui si presentano. Lo può fare perché è dotato di un sistema cognitivo. Gli animali non sanno apprendere dalle sconfitte, esercitare la speranza nei contesti più ciechi, rialzarsi e ricominciare a ricostruire da capo dopo le sventure.
D – Nel mondo della formazione si sente spesso parlare di “atteggiamento mentale”. Qual è la relazione tra forza mentale e resilienza? E soprattutto come può il Coaching allenare la mente per aumentare la resistenza interiore?
R – “Forza mentale” e “Resilienza” sono due espressioni linguistiche diverse per indicare gli stessi fenomeni comportamentali. Il Coaching può agire in senso rafforzativo quando aiuta il cliente a “mettere ordine” nelle sue rappresentazioni del mondo che sono disfunzionali.
D – Hai parlato di disorientamento circa il tema della motivazione. Ci piace molto il tuo approccio e spesso ribadiamo nelle nostre aule che un Coach non è un motivatore. Quali strategie suggeriresti ai nostri allievi per migliorare la propria motivazione nella vita e nella professione?
R – Consiglierei di imparare a non considerare la motivazione come un fattore esterno. Qualcosa che ti danno gli altri, o legate alle ricompense o alla coazione. Siamo culturalmente spinti a pensarla così, ma non è vero: le forme più durevoli (perciò più “resilienti”) di motivazione dipendono dall’interno. E’ il campo di quella che gli psicologi chiamano “motivazione intrinseca”. Un luogo dove non c’è niente di facile e routinario. Auto- motivarsi richiede allenamento ed è uno sporco lavoro. Certo, è molto più comodo pensare che la motivazione ce la debbano dare gli altri o l’ambiente.
D – Nel tuo palmarès, tra i numerosi ed ambiziosi traguardi raggiunti, compare la scalata del monte Everest, la cima più alta del mondo. Se ti chiedessi di svelare ai nostri allievi Coach qual è il fattore decisivo che segna la netta differenza ai fini del raggiungimento del successo, quale sceglieresti?
R – L’impegno. Inteso come perseveranza motivazionale verso l’obiettivo.
D – Una curiosità: non sei iscritto a nessun social network su internet; una scelta particolare, motivata (per tua stessa affermazione) dalla necessità di recuperare il rapporto con la realtà circostante. E’ innegabile, tuttavia, che la comunicazione viaggi anche e soprattutto sul web e sui canali social. Come può un Coach mantenere in equilibrio l’esigenza di cui tu parli con quella di comunicazione e promozione del proprio brand?
R – Non può. Deve fare una scelta tra le due esigenze. La possibilità di poter sempre salvare capra e cavoli è semplicemente una nostra aspettativa, una nostra aspirazione. Ma il mondo reale è fatto diversamente. Questo è quello che penso, anche se so che a molti sarebbe piaciuta una risposta “capra e cavoli” tipo “emh sì, può usare i social con consapevolezza e sobrietà così da non perderne i vantaggi commerciali e tuttavia etc..etc..”
D – Bene Pietro… quale invito particolare ti andrebbe di rivolgere ai nostri allievi?
R – Ovviamente quello di… perseverare. Nel perseguire i loro sogni ed obiettivi.
E questo è solo un breve assaggio!
E allora… come proseguire con Pietro Trabucchi e il tema della Resilienza?
Se il tuo desiderio è diventare un Coach Professionista ed avviare la tua attività di Coaching, scegli un percorso che ti garantisca competenze vere e ti permetta di sfruttare le più importanti tecniche di “resistenza interiore”.
Se questo è il tuo desiderio, approfondisci le informazioni sulla nostra Scuola di Coaching.
Scoprirai un percorso nuovo, al passo con le migliori strategie per diventare un Coach Professionista di successo.
Io, lo staff Prometeo Coaching e Pietro Trabucchi ti aspettiamo nelle prossime date della Scuola di Coaching per vivere un’esperienza indimenticabile!
Tag: pietro trabucchi, Resilienza, resistenza interiore