L’Italia è un paese di santi, poeti, navigatori e… nel caso del Coaching di grandi copiatori.
Gli italiani sono anche creativi… sanno come migliorare le relazioni, i propri affari, la propria salute, ma alcune volte lo fanno a discapito della propria reputazione.
Per questo motivo, nel mondo della formazione di Coaching, esiste un esercito d’irresistibili copiatori che imperterriti sfruttano quanto di buono viene sviluppato e prodotto dagli altri per avvantaggiare se stessi.
Il problema nasce quando l’oggetto copiato può configurarsi come una forma di interesse o vantaggio (oserei dire fondamentale) per chi intraprende un percorso di formazione per crescere, migliorare, diventare un professionista.
Il Coaching, come metodo e filosofia, dovrebbe facilitare il cambiamento, il miglioramento e lo sviluppo di nuove idee inserite in un contesto sociale sempre più sfidante e complesso.
I contenuti (quelli professionali e veramente originali) devono dare un sostegno reale al professionista che intende avviare la propria attività. Insomma, che si tratti di un approccio vocativo o più semplicemente di una opportunità di sviluppo commerciale, il contenuto rimane il “piatto forte” del processo formativo.
Un esercito di copiatori alla riscossa
Il mio sito è uno dei più vecchi del Coaching italiano. Contiene circa mille pagine di contenuto originale caratterizzate da una densità di contenuti davvero utile per chi intende approfondire i contenuti del Coaching (quello vero). Sono il frutto della mia grande passione per lo studio e la mia più seria attenzione per la ricerca.
Il sito prometeocoaching.it è utilizzato in tutto e per tutto per offrire notizie correlate al Coaching, per condividere, per annunciare, per mantenere le relazioni e, misurando il numero di email che ricevo quotidianamente, spesso diventa un punto di riferimento: un modo per aprire confronti costruttivi sulla professione e sul Coaching italiano.
Del resto, ho sempre saputo (e tollerato) di essere copiato.
Ritrovo stralci interi di articoli sparpagliati in ogni dove nella rete e migliaia di concetti maldestramente rielaborati da incauti sprovveduti del web che usano le mie parole, i miei concetti, le mie idee per migliorare i propri corsi, i propri articoli, i propri contenuti.
Onde evitare inutili critiche derivanti dallo specificare che cosa significhi “copiare” e cosa significhi fare “ricerca”, rielaborando e attingendo da più fonti, credo sia doveroso specificare che esiste una differenza tra copiare ed ispirarsi… tra prendere uno spunto e ricalcare pedissequamente i contenuti di qualcun altro.
Insomma, potrei elencare fatti e casi specifici ma è sufficiente osservare la cosa con un minimo di attenzione per scoprire la verità.
In tutto questo discorso (tendenzialmente critico) va rilevata la bravura di alcuni.
Essere copiati, vedere dei titoli imitati e ricalcati, può essere sinonimo di apprezzamento; può essere la valorizzazione di un genio creativo da sviluppare, da ottimizzare e con il quale confrontarsi onestamente (soprattutto se le posizioni dell’altro sono condivise).
Quello che diventa insopportabile dei copiatori
Quello che meno sopporto è rimanere in una concezione meramente commerciale delle cose: copiare per vendere, senza offrire spazio alla cultura, al confronto alla crescita comune.
Inoltre, nella scena globale dei copiatori, c’è una ulteriore meschinità: l’uso del paradosso e la sfacciataggine di chi, pur copiando a man bassa, fa velate insinuazioni.
Qualche inconfutabile chiarimento su quello che faccio da oltre 15 anni e che spesso viene copiato:
- I miei Corsi di Coaching sono a numero chiuso (massimo 20 partecipanti). Si sono trasformati in percorsi full-immersion di 7 giorni, dopo aver sperimentato che quelli a step, nei week-end, non funzionavano. Oggi è tutto un pot-pourri di corsi intensivi, full-immersion e residenziali.
- Uno dei corsi storici di Prometeo Coaching è il Corso Estivo che si svolge da oltre dieci anni in una nota località della costa adriatica (un corso estivo, intensivo, riservato a pochi, al quale sono particolarmente affezionato).
- Il percorso della Scuola di Coaching dura 4 mesi perché, oltre l’esperienza d’aula, prevede lo studio teorico, nonché l’affiancamento formativo online effettuato dai tutor della Scuola di Coaching (non si tratta di una “settimanella” come dicono in molti per denigrare e sminuire questa grande intuizione).
- Chi diventa Coach con i miei corsi e segue l’intero iter formativo, si fa il cosiddetto mazzo e si guadagna l’appellativo di Coach Professionista superando verifiche, prove e difficoltà di vario genere (utili a garantire conoscenze, competenze e abilità ai futuri clienti).
- Il lavoro della Scuola di Coaching è prettamente “esperienziale”; poca teoria e molta pratica… da sempre! Si diventa Coach facendo Coaching è una mia affermazione che gli allievi-Coach imparano a conoscere.
- Le Associazioni di Categoria servono… e servono tanto in un mondo che confonde ancora il Coaching con la psicologia, il counseling, la PNL e le pratiche trasformiste. Non esistono certificazioni e non esistono soggetti internazionali.
- Fin quando mi è stato chiesto, sono stato il Presidente di un’Associazione Nazionale di Categoria. Ho lavorato per contribuire allo sviluppo e all’affermazione culturale del Coaching per garantire al cittadino servizi di qualità. Nello stesso momento ho mantenuto una posizione imprenditoriale in questo settore senza perseguire interessi personali e senza trarne alcun vantaggio.
- Da sempre aiuto le persone a dribblare la Coaching Confusione, a scegliere la propria Scuola di Coaching e a valorizzare il vero Coaching (quello che uso personalmente e insegno da venti anni con notevoli risultati nel Life, nello Sport e nel Business Coaching).
- I miei corsi non sono corsi assemblati e/o basati sulla motivazione alla Anthony Robbins; non credo alla formazione svolta con le folle oceaniche e men che meno alle camminate sui carboni ardenti. Onoro i padri fondatori del metodo, ribadendo che il Coaching è cambiato molto, ma per svilupparsi ancora di più deve mantenere le grandi intuizioni del passato.
- Il Coaching di ultima generazione associa aspetti umanistici e aspetti performativi che impongono un importante lavoro su di sé e tanta coerenza. Nel Coaching (quello vero) non rientrano i motivatori, i formatori, i consulenti, i venditori. Il Coaching non contempla frasi a effetto come il blasonato “se vuoi, puoi” o altre frasi a effetto, frutto di una concezione di Coaching contaminato dal marketing, dal narcisismo, dal successo e dal posizionamento strategico.
Infine, ne sono certo…
Continuerò a domandarmi per molto tempo come mai in tanti continuano a proporre modelli di Coaching originali (o ancor peggio i modelli fai-da-te) copiando e riproducendo i miei contenuti e i tratti distintivi dei miei corsi.
Come dribblare l’esercito di copiatori e chi alimenta la Coaching Contraffazione
Trovare soluzioni definitive ai copiatori non è possibile perché occorrerebbe una cultura di Coaching di ottimo livello prima di formarsi… prima di conoscere il settore, le sue trappole e le sue incoerenze. Quindi, sta a te scoprire l’esercito di copiatori, determinare la verità e il vero valore di quanto trovi sul web.
Ricorda… essere un punto di riferimento ha le sue gioie e i suoi dolori (tranne che per i copiatori).
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