In Italia c’è chi fa della Coaching Contraffazione il proprio cavallo di battaglia sul piano del marketing e del personal branding.
L’infausto tentativo è di sparigliare le carte proponendo strani modelli di Coaching “innovativi, unici e originali”. Del resto non esistono “tipi di Coaching”, ma aziende e formatori che interpretano in modo diverso la parola Coaching.
Il termine Coach, in inglese, significa semplicemente “allenatore”; forse, per questo motivo, se ne fa un grande abuso. Manca la dovuta cautela e qualsivoglia tutela professionale.
Esistono famosi Trainer-Coach nel mondo dello sport … nonché formatori Coach, Coach di PNL, Coach spirituali, genitori Coach, web-Coach, Coach dell’amore… un esercito di “Coach di qualcosa”, i quali, singolarmente, meriterebbero una lunga trattazione particolareggiata.
In questo quadro, non possono essere chiare, per il curioso o il semplice osservatore, una miriade di piccole sfaccettature delegate, ahimè, solo a chi riesce a essere sufficientemente sospettoso e sceglie preliminarmente di approfondire la cultura e la filosofia del Coaching.
Del resto, la scarsa comprensione assilla finanche tantissimi ignari fruitori di corsi che, finendo nelle spire di una impostazione culturale sbagliata, spesso opportunistica, sono portati a confondere il Coaching con pratiche strampalate.
In questo settore, sia chiaro, non mancano gli affaristi, ovvero pseudo-formatori di Coaching che, ingolositi dal curare i propri affari, cercano volutamente di confondere le idee ad ignari clienti.
Sotto il termine “approccio” si celano le trappole della Coaching Contraffazione che alimenta la Coaching Confusione.
Metodi, modelli e sistemi innovativi fanno da corollario alla più becera Coaching Contraffazione.
Spesso si parla di trasformazione, di differenziazione, di sistemi efficaci, ma il più delle volte si tratta di metodi assemblati, convinzioni personali, rielaborazioni o trascrizioni creative.
Lo slogan più usato è: il vecchio non funziona! I padri fondatori del Coaching non hanno capito, non hanno spiegato, non hanno approfondito, hanno sottovalutato. Il tutto viene sapientemente miscelato con “mi stanno copiando”, “tutti stanno capendo l’efficacia del mio approccio RiVoluzionario”, “il Coaching ha dei limiti che io (e solo io) ho risolto con il mio metodo”.
Del resto questi metodi contraffatti potrebbero anche essere efficaci se chi lo insegnasse non lo facesse solo per riciclarsi professionalmente evitando di rivelare, tanto per fare un esempio, di essere un allievo di J. Riggio e di aver tentato per anni di promuovere servizi formativi scopiazzati dal MythoSelf e la SomaSemantics® (basta avere qualche blanda competenza digitale per rintracciare il personaggio in questione).
Cerchiamo di approfondire la Coaching contraffazione partendo proprio da questo esempio (un esempio lampante)
Hai mai sentito parlare di strane trasformazioni nel settore della formazione di Coaching?
L’ideatore del modello trasformista si chiama Joseph Riggio.
Riggio è il progettista di modelli basati sul presupposto trasformazionale (un vero cavallo di battaglia nella sua formazione e nel suo personal branding).
L’approccio di Riggio è caratterizzato dal lavoro con il corpo (somatica) e il modo in cui quest’ultimo si connette attraverso la riflessione linguistica e rappresentativa alla mente (semantica).
Riggio segue una logica basata su una nomenclatura precisa, a volte reboante che in qualche modo potrebbe sembrare innovativa e funzionale al Coaching e/o a un lavoro su di sé volto al miglioramento.
- Scoprire CHI SEI (o rimani chi sei)
- Prendere il controllo della vita
- Essere te stesso al meglio nella vita e nella professione
- Riportarti a essere al meglio di te stesso in ogni momento
- Prendere decisioni in base a quanto ti avvicinano o allontanano dall’essere te stesso al meglio
- Avere un senso di direzione chiaro per scegliere cosa prendere e cosa lasciare
- Generare performance
- Modificare il punto di partenza deficitario per ripristinare la migliore “versione di sé”
- Debellare il ciclo dell’insuccesso
Oltre alla nomenclatura, che ovviamente presuppone interessanti finalità, occorrerebbe spiegare alle persone che questo nulla a che fare con il Coaching professionale (quello vero).
Insomma, appare chiaro che molti parlano d’innovazione, ma pochi confessano di copiare, rielaborare, edulcorare cose già viste, già sentite (sopratutto se provenienti dall’altra parte del mondo).
Lo scopo è solo di ammaliare ignari clienti e questa pratica passa attraverso il depistare, l’alterare e, come nel caso della logica trasformista, di omettere i presupposti teorici e le fonti culturali da cui si attinge.
Insomma, nella Coaching Contraffazione confluiscono fatti, persone e vicende che nella maggior parte dei casi, deviano e sfruttano il concetto di Coaching (quello vero e quello buono) attraverso una composizione degna del miglior Frankenstein.
Andare oltre la Coaching Contraffazione
La Coaching Contraffazione si annida in tutte quelle nuove proposte che si allontanano dalla scientificità del metodo per addentrarsi in pratiche di dubbia fonte e improbabile validità. Offendono puntualmente la ricerca, i padri fondatori del metodo e l’impegno di chi intende tenere ben salde le radici.
Per concludere un piccolo consiglio:
Allontanati subito dalla Coaching Contraffazione perché è solo un tentativo malriuscito di fotocopiare e riprodurre il Coaching originale per vendere Corsi di Coaching
Tag:Coaching Contraffazione, corsi contraffatti