Imparare a gestire emozioni e stati d’animo nel Padel permette all’atleta di conoscere meglio se stesso e di migliorare le performance di gioco.
Emozioni e stati d’animo nel Padel: quali sono le differenze?
La capacità di gestire emozioni e stati d’animo nel Padel è di fondamentale importanza come nella vita, in ogni attività e in ogni sport.
Nel Padel, uno degli sport più in voga in questo periodo, uno degli aspetti che influenza maggiormente la performance è quello emotivo. La competenza nella gestione di emozioni e stati d’animo fa la differenza, per varie ragioni che, data l’importanza, bisogna approfondire.
Le emozioni sono moti interiori che pervadono il fisico e la mente, sono il risultato di un’attività cerebrale che produce sensazioni a livello corporeo, pensieri e dialogo interno, sino a determinare azioni e comportamenti. Hanno una durata molto breve, a volte estremamente fugace, per cui nella maggior parte dei casi esauriscono la loro energia in un arco temporale limitato. Gli stati d’animo sono, invece, emozioni che perdurano nel tempo. Hanno una durata medio-lunga, si cristallizzano e sono idonei a scatenare dei veri e propri circuiti disfunzionali, quando si esprimono in modo negativo. Ad esempio, se un atleta prova paura, questa è un’emozione e, come tale, richiede di essere gestita mediante un’azione di consapevolezza e di controllo abbastanza veloce. La gestione di uno stato d’animo negativo richiede un ulteriore sforzo: saper riconoscere lo schema emozionale che la paura produce, ovvero i pensieri negativi che genera, le parole sconfortanti che iniziano a girare nella testa (che possono diventare nel tempo convinzioni limitanti), tanto da impedire all’atleta di esprimersi al meglio. Se un’emozione spiacevole può causare un limite nel Padel, uno stato d’animo negativo può gettare il giocatore in una permanente condizione di inefficacia e frustrazione. Vediamo quali effetti producono emozioni e stati d’animo nel Padel.
Cosa producono emozioni e stati d’animo nel Padel?
Emozioni e stati d’animo negativi producono nel Padel una serie di effetti negativi, nocivi per la qualità della performance e, in generale, per il modo in cui il Padeler vive il proprio ruolo in questo sport, sia durante gli allenamenti che in gara. Facciamo un esempio. Poniamo che il giocatore sia bloccato dalla paura di sbagliare. La paura è un’emozione come le altre; di per sé non nasce come “disfunzionale” o “negativa”, ma è chiaro che produce, a livello neuro-cognitivo, taluni effetti che possono trovare espressione nel blocco (l’atleta resta imbrigliato nelle spire della paura e resta fermo in campo, oppure nell’indecisione sbaglia il colpo, se la prende con il compagno, etc.). Insomma, la paura innesca una reazione a catena che può degenerare in una vera e propria “bomba emotiva”. La paura paralizza le gambe, annebbia la capacità di gestire efficacemente i pensieri e la vocina interiore che giudica, impedisce di rischiare e di esprimere il proprio potenziale. Questo circuito emozionale, se ripetuto nel tempo, diventa uno schema bloccante e, nella maggior parte dei casi, produce uno stato d’animo ricorrente che attanaglia l’atleta in ogni discesa in campo.
Imparare a gestire emozioni e stati d’animo nel Padel è utile ad evitare di finire nella gabbia delle emozioni, così da controllare eventuali eccessi, superare gli ostacoli mentali, riconoscere e accogliere un’energia che, se ben utilizzata, può trasformarsi in un vantaggio e produrre risultati straordinari. Avere padronanza di emozioni e stati d’animo nel Padel è una carta vincente, se sai come giocarla.
Come Gestire emozioni e stati d’animo nel Padel è una competenza specifica.
La gestione di emozioni e stati d’animo nel Padel corrisponde a competenze molteplici che possono essere riunite in un’unica espressione: Intelligenza Emotiva.
Si tratta della capacità di riconoscere, gestire e controllare le proprie emozioni e, di conseguenza, gli stati d’animo che esse generano. Così come si allena nello sport che pratica, il giocatore di Padel che desidera raggiungere livelli di performance ottimali o, più semplicemente, voglia vivere più serenamente il proprio rapporto con questo sport, deve imparare a gestire emozioni e stati d’animo. Innanzitutto, occorre riconoscere e saper dare un nome all’emozione, accoglierla senza creare la cosiddetta “resistenza” (potenzialmente dannosissima!), infine convertirla in energia positiva.
Un’azione di conversione da un’emotività negativa ad un’energia positiva si riesce a mettere in atto soprattutto quando l’emozione si è radicata in uno stato d’animo, perché in tal caso interviene una funzione del cervello che inizia a valutare quello che l’emozione determina nel corpo e nella mente. E’ come se il cervello scansionasse, fotogramma dopo fotogramma, il “film” della propria emozione: cosa accade al proprio corpo (ad esempio sento una morsa allo stomaco), cosa penso e mi dico (ad esempio, “sono sicuro che con quell’avversario non riuscirò a vincere!”), come mi sento (ad esempio, mi sento frustrato, demoralizzato e privo di ottimismo). Come entra in gioco un atleta che mette in scena nella propria mente tutto questo? Di sicuro, la performance sarà contaminata da elementi inutili e dannosi. Ecco perché gestire emozioni e stati d’animo nel Padel è una competenza essenziale a tutti i livelli in cui si pratica questa disciplina sportiva.
Come fare per gestire al meglio emozioni e stati d’animo nel Padel? Ecco 3 strategie veloci ed efficaci!
La gestione dell’universo emotivo è una capacità complessa, che come abbiamo visto racchiude una serie di competenze. E’ possibile tuttavia iniziare a gestire subito il proprio stato d’animo nel Padel, mettendo in pratica tre semplici strategie che costituiscono una vera e propria tecnica.
- Ascoltare e modificare la propria fisiologia: le emozioni e gli stati d’animo trovano la loro prima espressione nel corpo. Dalla mimica facciale, alla postura, alla respirazione, il vissuto emotivo incide fortemente sulla performance e va gestito mediante l’ascolto e l’auto-osservazione delle sensazioni corporee. Ascoltare il proprio corpo aiuta a modificare la mimica facciale, per esempio sforzandosi di sorridere a comando quando ci si accorge di avere i lineamenti del viso contratti dalla paura; a modificare la postura, assumendo una posizione eretta e aperta in luogo di una postura chiusa e di uno sguardo rivolto verso il basso; a controllare il respiro, facendolo fluire con cadenza regolare e senza affanni. Il cervello inganna, attraverso gli input corporei, il vissuto emotivo. Una migliore fisiologia apre la strada alla “conversione emotiva”, modificando uno stato d’animo disfunzionale in uno funzionale, positivo e potenziante.
- Individuare il focus mentale: chiedersi su quali aspetti si stanno convogliando i pensieri. Quando si vive uno stato d’animo negativo, è comune concentrarsi su aspetti negativi della vicenda. Ad esempio, nel caso della paura di sbagliare del giocatore di Padel, questi potrebbe focalizzare la propria attenzione sul fatto che il proprio errore andrà a determinare il cattivo esito della partita, o ancora che il compagno di squadra sarà anch’egli indotto a sbagliare in conseguenza dell’errore dell’altro, ed altri mille pensieri negativi che inevitabilmente pregiudicheranno la performance, bloccata da inutili circuiti neuro-emozionali. Da qui, occorre imparare a farsi le giuste domande. Su quale aspetto mi sto concentrando e quale sto sottovalutando? Cosa ho imparato nell’ultima occasione in cui ho provato questa paura? Quali sono gli aspetti che posso iniziare sin da subito a migliorare? Su cosa ho bisogno di concentrarmi per ridurre la paura?
- Trasformare il dialogo interno: i pensieri generati da emozioni e stati d’animo negativi producono parole altrettanto negative, che alimentano un dialogo interiore disfunzionale.Bisogna riconoscere e ascoltare la vocina interiore. Cosa mi sto dicendo? Nell’esempio della paura di sbagliare, quali sono le parole che riservo a me stesso quando vengo assalito dalla paura? Come si esprime quella vocina interiore che non riesco a zittire? Una volta individuate le parole, una strategia vincente per gestire emozioni e stati d’animo è quella di ridimensionare le parole del dialogo interiore. Si tratta di applicare una trasformazione linguistica, riducendo il carico emotivo delle parole del dialogo interno. Se ad esempio, mi dico “Sono un incapace, ho sbagliato tutto e sicuramente anche questa partita andrà persa!”, dopo aver ascoltato il mio dialogo interno e averlo riconosciuto come disfunzionale, potrò modificarlo con una frase del tipo: “Sono stato poco efficace in questo game, sono certo di poter fare meglio e questo mi dice che posso sin da subito migliorare il mio gioco!”. Quando si inizia a parlarsi in modo funzionale, la natura dei pensieri e dei conseguenti stati d’animo cambia velocemente.
Gestire emozioni e stati d’animo nel Padel è una capacità che si può allenare con il Coaching!
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