Cos’ è la Zona di Comfort? Cosa succede se un Coach ti aiuta ad uscire dalla Zona di Comfort?
Molti dei miei Clienti percepiscono alcune sessioni di Coaching come faticose e ingiustificate, quasi fosse scontato che la sessione con il proprio Coach debba sempre promuovere gioia e felicità, nel breve periodo. In realtà, il processo di Coaching è prima di tutto un percorso di consapevolezza, di conoscenza e di verità, e si sa, lo diceva anche una canzone: “la verità ti fa male , lo so!”.
Scherzi a parte, dedico questo post alle aspettative, a ciò che al di là della sessione di Coaching è importante considerare della nostra mente, quanto si procede in un percorso che ha l’obiettivo di aiutare a conoscere se stessi al fine di raggiungere i propri obiettivi, realizzando i propri sogni.
Iniziamo dalla base, cosa si intende per Zona di Comfort?
La parola comfort riporta alla mente significati legati al benessere, all’equilibrio e alla comodità. Bene, dimenticate la comodità, e se ci pensate bene, se la zona di comfort è la zona in cui vi trovate quando approdate alla prima sessione di Coaching, direi di dimenticarvi pure il benessere. Se siete lì significa che il vero benessere lo volete “e lo state” per costruire, attraverso l’incremento della consapevolezza.
“Beata ignoranza” diceva mia nonna. E aveva ragione! Sotto certi punti di vista: la zona di comfort è qualcosa che conosci, in cui vorresti rimanere il più a lungo possibile perché ti è familiare e “confortevole”. Quindi, la prima sensazione che si prova quando qualcuno ti aiuta ad uscire da questa zona è fastidio!
Le prime esperienze di Coaching sembrano sempre un pochino traumatiche per i clienti, il cervello resiste con tutte le sue forze al cambiamento, al mutare delle abitudini, e anche per qualche ora o giorno (a seconda del grado di resilienza e resistenza della persona), può presentarsi una sorta di “incomprensibile rabbia” o “fastidio”, appunto, nei confronti del Coach, quasi avesse scomodato la tua ignoranza “emotiva” e costretto a prendere consapevolezza delle tue responsabilità.
Zona di Comfort: quello che conosci meglio, ma non riconosci
La zona di comfort è davvero quello che conosci meglio: le tue abitudini, i tuoi spazi, i tuoi gusti, le tue emozioni (forse), ma anche i tuoi difetti, le tue ansie, i tuoi sogni, anche quelli che hai abbandonato e che probabilmente è giunto il momento di tirar fuori e realizzare.
Nessuno ha detto che sarebbe stato facile! Uno dei miei grandi maestri un giorno mi ha confessato: “quando senti disagio, apprezzalo, perché in te c’è la possibilità del cambiamento!”. In quel momento era lui a provocarmi disagio, ma poi, lavorando sulla mia consapevolezza, ho apprezzato e fatto tesoro dei suoi insegnamenti, e ancora riesce a mantenermi in “disagio produttivo”.
Zona di Comfort: come riconoscerla (subito)
Visivamente potrebbe essere percepita come una sfera attorno a te, che si dilata e si restringe in maniera direttamente proporzionale al tempo in cui in essa permani. Più stai fermo, meno risorse nel tempo dovrai attivare, più impari ad uscirne, maggiore sarà la tua capacità di gestire gli imprevisti, attivare le tue risorse e trovare soluzioni utili e funzionali alla realizzazione dei tuoi sogni. Sembra un paradosso: in alcuni casi specifici per stare meglio (dopo) bisogna stare male (prima)!
Ti svelo un segreto… il disagio diventa “fastidioso” solo se lo percepisci fine a se stesso. Nel percorso di Coaching il Coach non è solo colui che ti aiuta ad uscire dalla zona di comfort, ma anche colui che ti aiuta a dare al tuo “fastidio” il giusto senso, la giusta funzione, la giusta direzione, verso la realizzazione dei tuoi sogni!
Quindi esci dalla tua zona di comfort, buon lavoro e… buon disagio!
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