Vivi le emozioni e con il Coaching pensa solo al tuo miglioramento.
Prova a visualizzare questa scena…
Passeggi per le vie della tua città in una calda serata autunnale… All’improvviso succede una cosa inaspettata: il mondo ha perso la capacità di frenare le emozioni! Ti guardi intorno, aguzzi lo sguardo e tendi l’orecchio… In pochi secondi scopri che in giro si sentono commenti osceni, gente che ride, che piange, un ingovernabile flusso di gioia, felicità, tristezza ed euforia. La società si è trasformata in una grande “giungla emotiva”, spinta dal funzionamento incontrollato e impulsivo delle nostre emozioni liberate.
Che pensi di questa scena? Immagina se capitasse davvero!
Per fortuna abbiamo imparato a reprimere i nostri bassi istinti, abbiamo imparato a civilizzare i nostri impulsi rozzi, a nascondere i nostri veri sentimenti e a domare l’ignobile e il selvaggio che è in ognuno di noi.
In poche parole sembra che man mano che la civilizzazione aumenta, vengono sempre meno le classiche scene da film western. Se per contro manifestassimo sempre le nostre emozioni nude e crude, i legami sociali forse non reggerebbero. La società, le comunità, le famiglie e i rapporti si disintegrerebbero?
A chi non è capitato di provare invidia, rabbia, desiderio? Chi non ha infranto qualche “comandamento” che tiene in piedi la nostra società? Impariamo presto a governare le nostre emozioni; è una necessità indispensabile alla conservazione della specie ma anche, più semplicemente, è utile ad avere delle relazioni.
Attenzione, però… Come spesso accade quando l’uomo interviene sulla sua stessa natura, il fatto di reprimere i sentimenti e le emozioni non è esente da effetti collaterali. A volte è necessario tenere nascoste certe emozioni soprattutto quando siamo in compagnia di qualcuno perché cercare di viverle in libertà, potrebbe essere molto dannoso o al limite inopportuno. Fin da bambini ci insegnano che è sconveniente mostrare ansia o piangere in pubblico con l’effetto collaterale che impariamo a farlo anche in privato. Risultato? Una società emotivamente anestetizzata! Priva, cioè della minima capacità di essere consapevole delle proprie emozioni.
La rabbia non ci fa conquistare amicizie, la violenza ancor meno, la gioia ci fa sembrare stupidi, l’ottimismo spesso viene scambiato con la faciloneria. Annientiamo l’ansia, la paura, la collera per renderci piacevoli, ma mentre ci facciamo in quattro per piacere agli altri, rifiutiamo noi stessi ferendoci maldestramente. Fiumi d’inchiostro sono stati versati per descrivere la gravità di reprimere le emozioni partendo da insigni psicologi della levatura di Rogers e Branden.
Quando l’essere umano rifiuta le sue emozioni, non solo costringendosi a non esprimerle ma anche impedendosi di provarle, esse s’intensificano, e tutto ciò produce un risultato opposto alle intenzioni iniziali.
Ti propongo un esercizio per comprendere meglio…
Esercizio – Prova a fare questo: nei prossimi 10 secondi continua a non voler pensare ad un gatto di colore verde! Non pensare per nessun motivo ad un gatto di colore verde! Continua… continua… continua…
Fatto? Con ogni probabilità, negli ultimi secondi, non sei riuscito a smettere di pensare al gatto verde. Se avessi davvero voluto smettere di pensarci avresti dovuto pensarlo per un po’ e poi, da solo esso si sarebbe dissolto in modo automatico come tutti gli altri pensieri.
Il tentativo invece di combatterlo, di reprimerlo, di annientare quell’immagine o di bloccarla ha favorito il suo mantenimento vivido e intenso. Questo è lo stesso funzionamento che hanno le emozioni quando cerchiamo di reprimerle e di combatterle.
La prossima volta che pensi di non provare quel dolore o quella determinata emozione, fatti tornare in mente il mio esercizio e prova a vivere consapevolmente le tue emozioni.
Quando parecchio tempo fa ho cominciato a dover stare davanti ad una telecamera mi ricordo che all’inizio ho avuto un po’ di difficoltà. La cosa più difficile era superare l’ansia iniziale che mi procurava degli stati di amnesia. Dapprincipio cercai di affrontare l’ansia di petto cercando di reprimerla e di reagire ad essa attraverso la repressione. Con delusione mi accorsi subito che le difficoltà aumentavano. Solo quando smisi di provare a reprimerla e accettai che essa vivesse in me cominciò ad attenuarsi ed io iniziai a non essere più ansioso.
Penso che vivere le emozioni, accettarle tutte, anche quelle dolorose, possa favorire una rinascita delle nostre relazioni interpersonali e quindi anche il rinnovamento di una nuova società certamente più capace; alla fine se riusciremo a far “scorrere” le nostre emozioni molte pressioni si addolciranno e si attenueranno.
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