Psicologia dello sport: cosa significa doping? Quali sono le fasce più a rischio e come approcciarsi al problema doping?
Come psicologa e Coach, spesso mi sono imbattuta nel difficile discorso dell’uso di sostanze più o meno lecite che promettono prestazioni migliori, performance di alto livello, attraverso l’induzione di mente e corpo a lavorare in maniera “non naturale”.
Secondo le autorità competenti (nazionali e internazionali), il doping è considerato come l’utilizzo di sostanze e metodologie proibite, pericolose per la salute.
Il doping è un problema diffuso, purtroppo non solo nei top atleti, ma anche e soprattutto a livello amatoriale si tende ad utilizzare i cosiddetti “aiutini”, non solo quando in effetti alcune situazioni potrebbero anche comprenderli (giustificarli?) come rientri da infortuni, cali fisiologici dovuti a malattie o altro, ma anche e semplicemente per “garantirsi” prestazioni al top, salvo poi rimetterci la salute o la carriera stessa.
Dai, chi non ha mai pensato almeno una volta di “integrare” il suo sforzo fisico con sostanze più o meno discutibili, di cui vengono troppo spesso esaltate le qualità performanti, tralasciando gli aspetti “fastidiosamente insalubri”?. Chi è senza peccato scagli la prima pietra!
Sospendiamo il giudizio e poniamoci nella condizione della realtà in cui, davvero troppo spesso, anche semplici antinfiammatori, integratori di aminoacidi, diuretici, sostanze eccitanti, vengono utilizzate e abusate con un’insana visione del rischio che si sta correndo, se non nell’inconsapevolezza più totale.
Nella psicologia dello sport, oltre alla cura, si punta molto agli aspetti di prevenzione, e nel tempo è stata stilata una lista di “circostanze” che, calate ovviamente nelle realtà specifiche, possono aiutarci a individuare celermente gli atleti (siano essi personaggi famosi o semplici amatori) più a rischio.
Quindi, quali sono i motivi che spingono al doping?
Aggiungo: “Quali sono i motivi che spingono tanti atleti “sani” a sperimentare sostanze dopanti?” E qui ci metto anche il diffuso uso di merce da banco utilizzata in dosaggi al limite e senza prescrizione medica.
Aspetti di personalità, livelli di motivazione, percezione dell’ansia, dell’aggressività, fatica, difficili momenti di vita (seppur transitori), difficoltà di concentrazione, calo delle prestazioni, sconfitte. Potrei proseguire per post e post. Purtroppo le motivazioni all’uso di certe sostanze sono sempre da considerare in una particolare circostanza, poiché persino atleti che non hanno mai fatto uso di farmaci nella vita privata potrebbero in quel particolare contesto sentire la necessità di essere aiutati.
Ancora una volta in psicologia dello sport si parla di prevenzione. Ed ecco a voi alcuni dei suggerimenti pratici che ritengo più utili al fine di fare buon uso delle sostanze in commercio:
- Sei in un particolare momento della tua vita? Percepisci difficoltà esterne all’ambito sportivo (ad esempio lavoro, famiglia, amicizie, partner)? A volte la “rigidità” nell’ossessione sportiva, può essere considerata uno spostamento emotivo che suona più o meno così: “Siccome non riesco ad affrontare le vere problematiche, tento di controllare l’ambito sportivo, dove percepisco maggior sensazione di controllo”.
- Sei in prossimità di una gara o sei in prossimità di “quella” gara? L’ansia da prestazione, senza addentrarci troppo nella dinamica di come si sviluppi (a cui vi rimando in un mio altro post), è direttamente proporzionale al significato che si dà alla situazione che si vive o che si sta per vivere. E il significato dipende sempre dal soggetto. Considerare una gara come un momento di crescita, sviluppo e misurazione, invece che come risultato del nostro essere persona, dipende solo da noi. E lo si può considerare in ogni gara, anche alle olimpiadi.
- Stai recuperando forze dopo una malattia o un infortunio e le sostanze che assumi ti stanno dando buoni risultati? Bene! Dovresti avere anche delle indicazioni su come vanno usate, sugli effetti collaterali e sull’uso prolungato. Leggili e seguili!
Riassumendo, la psicologia dello sport ha studiato per anni il doping. Ad oggi, ci sono state così tante modifiche alle sostanze reperibili sul mercato (ed anche al concetto stesso) che viene considerato doping solo il farmaco proibito. Non è più così! Anche l’integratore più “naturale” può diventare nocivo se usato senza criterio. Quindi siate cauti, e nel dubbio rivolgetevi ad un professionista serio, prima che un semplice “aiutino” diventi motivo della vostra forma migliore! Anche questo è doping.
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