Puoi anche esitare, ma quando passi al… fare?
Settembre è iniziato da qualche giorno e mi trasmette un’enorme voglia di fare, di vivere e di raggiungere obiettivi importanti… fa lo stesso effetto anche a voi?
Per alcuni queste dichiarazioni d’entusiasmo potrebbero sembrare fuori luogo e indurre dubbi e perplessità (quali saranno i motivi di tanto ardore visto il perdurare della crisi e le centinaia di problematiche in cui versa il nostro Paese?).
Per chi si è posto questa domanda, la risposta è semplice: mi spinge l’attitudine al fare; “…chi non fa, nulla stringe”, vale a dire: se non hai una forte propensione al fare nulla può accadere.
Se facciamo una rapida disamina di questo concetto, ci dobbiamo soffermare sul fatto che molte persone nell’affrontare la crisi economico-finanziaria hanno saputo trovare una loro migliore dimensione e anche nuove opportunità… Inoltre, per i più attenti, visto che parlo di “fare” evitate di avvicinare il concetto che desidero esprimere al meccanismo dell’introiezione: per me il “fare” non è una regola fondata sul “dovere”, ma sul “piacere”. Mi riferisco, infatti, a un “fare” auto-prodotto, scelto, creativo, che soddisfi il bisogno di provare piena soddisfazione e autentica gratifica.
E poi, vi prego, basta con i piagnistei… il mondo è pieno di opportunità, pieno di bisogni da soddisfare, pieno di competitor impreparati e piagnucoloni.
Nel Coaching la parola crisi è una parola “benevola” che richiama al concetto di “separazione”, di “allontanamento”, da qualcosa (o da qualcuno) che non si desidera più… quindi, a questo punto, non conviene usare proprio la crisi e… “andare avanti tutta?”
Insomma da un po’ di tempo a questa parte vedo un terreno incredibilmente fertile per lanciare progetti innovativi, capaci di soddisfare coloro che, invece, non fanno altro che lamentarsi nell’immobilismo più assoluto.
Oggi voglio proprio darvi un “consiglio” (non riesco proprio a farne a meno)…
imparate a muovere il culo
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