Oggi abbiamo il piacere di farvi conoscere Giorgio Costantini, un musicista che, partendo dalla musica leggera, è arrivato a conquistare il mercato asiatico con un progetto indipendente di composizioni per pianoforte.
Ciao Giorgio, benvenuto sul blog di Prometeo Coaching. Vuoi raccontarci qualcosa della tua storia personale?
Ciao a tutti, e grazie per l’invito.
Sono nato e cresciuto a Venezia fino all’età di venti anni; in questa città ho potuto attingere ad un’emozione che non è facile trovare in altri posti al mondo. Non la Venezia sorridente fotografata nelle cartoline, ma quella silenziosa e nascosta, dai colori sfumati dalla nebbia, dal rumore del mare che ogni notte accompagnava il mio riposo.
Ho seguito un percorso da autodidatta, guidato dalla grande passione e minato purtroppo da un delicato rapporto con “l’autorità” rappresentata dagli insegnanti tradizionalisti e spesso privi di creatività.
Approdato a Roma a ventun anni, in un periodo nuovo e stimolante per la musica leggera, in pochi mesi ho avuto la fortuna di realizzare un brano che è diventato sigla di una trasmissione televisiva e di iniziare un tour con l’allora giovane Fiorella Mannoia.
Negli anni a seguire ho avuto la possibilità di lavorare con più di duecento artisti (tra cui Renato Zero, Peppino di Capri e molti altri), in oltre milleduecento concerti e centinaia di partecipazioni a trasmissioni televisive accompagnando anche star internazionali come Elvis Costello e Lenny Kravitz.
Ho provato la gioia di suonare in teatri come il Royal Albert Hall, così come di avere produzioni da me realizzate al vertice delle classifiche (dal celebre “Survivor”, in coppia con Mike Francis e Belen Thomas, fino al recente “Elegia” salito al quarto posto nelle classifiche iTunes nel 2009).
Negli ultimi anni, sono ritornato con molto piacere al minimalismo delle composizioni per pianoforte.
Il mio sito www.pianopianoforte.com, con oltre 450.000 pagine visitate, è stato insieme ai social network il motore propulsivo di un progetto che ha scalato le classifiche italiane ed estere, dandomi la possibilità di esibirmi in concerto per pianoforte in teatri come il National Concert Hall di Taipei, considerato tempio della musica classica e tra i maggiori teatri del sol levante.
Credo che per un autodidatta totale sia la più grande delle soddisfazioni.
Un percorso maledettamente originale! Trasformare una passione nella propria professione richiede molto coraggio?
Nel mio caso il coraggio si è alimentato con la passione. La passione era un faro che illuminava il percorso, una lanterna che volgevo sempre verso il buio per esplorarne i confini.
L’attività di musicista – oggi legata al 90% a contratti a progetto – richiede passione, studio e determinazione. Questo significa avere la capacità di rispettare scadenze, conoscere chiaramente i propri punti di forza e punti deboli nell’affrontare sfide continue (perché successi o insuccessi sono determinanti) e molta tenacia.
La passione può guidare un musicista fino ai trent’anni, ma poi nella vita si devono acquisire gli strumenti motivazionali ed esperienziali che garantiscono continuità e qualità nel proprio lavoro.
Per dare vita al tuo sogno hai lasciato Venezia alla volta della capitale…
Mi sono presto reso conto che un’isola come Venezia incarnava una realtà limitata ed autoreferenziale – il Conservatorio o il teatro La Fenice -. Solo attraversando la laguna, lasciandomi alle spalle tutte le certezze, avrei potuto cogliere il ventaglio delle possibilità.
Nonostante un’attività cosi intensa, hai sentito l’esigenza di dare spazio alla tua creatività con un progetto indipendente di tue composizioni per pianoforte.
Il primo amore non si scorda mai. Pensa che quando attesi che arrivasse a casa il mio primo pianoforte, acquistato lavorando come barista a diciassette anni, il ritardo di quindici giorni nella consegna mi provocò la febbre.
Ritornare al piano è stato come dare giustizia alle emozioni basiche, lavorando e componendo su melodie formalmente semplici, serie di tre note o quattro note, ma estremamente intense.
Comporre con pochi elementi richiede di entrare in una sorta di trance, dimenticare di essere l’esecutore ed incarnare durante la creazione i panni dell’ascoltatore. Semplicità e bellezza sono molto più difficili da raggiungere, perché la combinazione di elementi semplici rischia ad ogni passo di risultare banale o già sentita.
A questo si aggiunge ovviamente tutta l’attività extra di una produzione indipendente, dal momento che di questo progetto curo registrazioni e missaggi, la distribuzione online e la grafica dei prodotti, realizzando personalmente ogni contenuto del sito.
Noi di Prometeo Coaching crediamo nella motivazione intesa come spinta all’azione. Cosa rappresentano per te determinazione e costanza?
Determinazione e costanza sono state per me fondamentali. Il solo suonare uno strumento, punto di partenza per poter fare musica a livello professionale, richiede un numero di anni di studio mediamente doppio al confronto di qualsiasi altra disciplina. Per questo, il lungo confronto con uno strumento, nel costante tentativo di superare i propri limiti, richiede grande costanza ed al contempo allena alla tenacia. Essendo questo percorso così intenso e faticoso, capita anche che alla fine degli studi molti musicisti abbandonano lo strumento prima ancora di confrontarsi con il mondo del lavoro.
Oltre a determinazione e costanza, che sono la bussola e la mappa del percorso, l’attività lavorativa “non lineare” della maggior parte dei musicisti necessita di componenti altrettanto importanti: la capacità organizzativa, l’intuizione, la propensione all’empatia e al rapporto con gli altri, la creatività, e, non ultima, la fortuna.
Un altro credo importante di Prometeo Coaching è considerare le difficoltà come opportunità. Tu come hai reagito agli errori? Ti hanno fatto perdere fiducia o invece sono stati uno stimolo a continuare?
Gli errori sono come le domande in un test di ammissione.
Generano stress, possono procurare delusioni, ma permettono di esplorare terreni sconosciuti e di acquisire esperienza. Bisogna distinguere tra errori motivati e giustificabili, per esempio determinati dalla scarsa conoscenza di un argomento quando si affronta un’esperienza totalmente nuova, ed errori che possono sembrare banali ma che sono pericolosi se si ripetono serialmente, perché possono determinare l’inaffidabilità di un musicista.
Ho conosciuto strumentisti veramente bravi ma che arrivavano alle prove costantemente in ritardo, senza afferrare la gravità di questo fatto. La diretta conseguenza è che la maggior parte di loro, oggi, fa un altro lavoro.
Qual è il tuo ultimo progetto?
Dopo gli arrangiamenti del Musical “La colpa è dei grandi”, recentemente in cartellone al Teatro Brancaccio di Roma ed ora in giro per la penisola, ritorno al mio progetto di pianoforte per la promozione del mio ultimo album “Universound”. In questo lavoro, che fonde nel suono del piano la tradizione classica e la musica pop, ho voluto dare un’impronta personale attraverso l’amore per alcune delle mie passioni, l’astronomia.
Il brano “Alba Mundi” che apre l’album è costruito su uno schema di nove battute, ognuna delle quali “intona” la nota musicale eseguita da uno dei pianeti del sistema solare. L’orbita di ogni pianeta, anche se non udibile alle nostre orecchie perché troppo bassa, è una rotazione a periodo costante nel tempo e quindi corrisponde ad una nota musicale precisa. Il brano, il video esplicativo e il sistema di calcolo sono disponibili sulla pagina del mio sito www.pianopianoforte.com
Grazie Giorgio Costantini, e in bocca al lupo per il tuo lavoro.
Qui finisce la nostra intervista a Giorgio Costantini.
Fa piacere ascoltare un artista che è riuscito a concretizzare il suo sogno trasformandolo in attività lavorativa, che si impegna giorno per giorno con amore e tenacia per migliorare il suo progetto, senza farsi abbattere dalle difficoltà.
I concetti espressi in questa intervista presentano una straordinaria coincidenza con i valori fondanti di Prometeo Coaching: il segreto del successo consiste nel dare vita alle proprie emozioni, esprimere la propria unicità e il proprio talento trasformando e valorizzando gli inevitabili incidenti di percorso.
Tag:Alba Mundi, Arte musicale, Creatività musicale, Giorgio Costantini, Musica, Suono dei pianeti