SCUOLA DI COACHING ONLINE Approfondisci
Coaching News
✔ Coaching nelle Organizzazioni: come, quando e perchè inserirlo
✔ Come Migliorare la Propria Leadership
✔ Come Gestire il Cambiamento Organizzativo in Azienda
✔ Che cos'è la Leadership Coach-Oriented: quando è utile
✔ Che cos'è la Leadership Etica perchè è Importante
✔ Che cos'è la Leadership Situazionale: migliorarla con il Coaching
E’ una metodologia processuale-relazionale, una partnership (tra un Coach ed il suo Cliente) centrata sullo sviluppo e l’allenamento delle potenzialità personali... ► Vai alle F.A.Q.
La cosa più importante da specificare è che il Coaching non "lavora sul problema" o sulle patologie psicologiche delle persone... ► Vai alle F.A.Q.
Fare Coaching, in linea di principio, potrebbe essere utile a tutti. E’ bene chiarire che non ci sono controindicazioni... ► Vai alle F.A.Q.
Amiamo definire il nostro Coaching "Coaching con la "C" maiuscola". Non siamo una Scuola di PNL, non insegnamo Psicologia o Counseling, non ci interessano la persuasione... ► Vai alle F.A.Q.
Il percorso mira ad insegnare come si conduce la relazione e il dialogo di Coaching. La Scuola si propone di formare Coach Professionisti... ► Vai alle F.A.Q.
DIZIONARIO ITALIANO DEL COACHING
L’unico strumento italiano che segue il tuo interesse per il Coaching.
Il DIZIONARIO ITALIANO DEL COACHING è un progetto aperto in continuo aggiornamento che punta alla creazione del più esteso e completo dizionario sul Coaching esistente al mondo.
Un glossario che si consulta per conoscere il significato delle parole più ricorrenti nel Coaching Professionale, per scoprire il significato e la definizione delle parole più importanti.
La pagina accoglie, definisce con chiarezza e precisione il linguaggio tecnico del Coaching. Grazie alla collaborazione dei visitatori e il contributo della comunità dei Coach riusciremo a fornire un prodotto valido, completo ed esaustivo alla comunità online di tutti coloro che sono interessati al Coaching. Ogni giorno vengono inseriti nuovi vocaboli e nuova terminologia tecnica.
Vi invitiamo a segnalateci nei commenti in fondo alla pagina nuove parole e/o eventuali errori.
Abitudini: è un termine che deriva dal latino habitudo, habitudinis, struttura fisica o morale, che sta ad indicare la disposizione o attitudine acquisita mediante un’esperienza ripetuta. Si tratta, nel Coaching, di un comportamento ripetuto nel tempo, generato da modalità di apprendimento innaturali. Possono diventare interferenze, ostacoli allo sviluppo del potenziale e alla performance eccellente; possono essere cambiate attraverso il ricorso a tecniche specifiche o alla valorizzazione e all’ascolto dell’esperienza, privilegiando il naturale processo di apprendimento.
Accessi oculari: movimenti degli occhi che rivelano schemi di pensiero. Saper leggere gli accessi oculari significa possedere l’abilità di individuare a quale “magazzino” di informazioni la persona sta accedendo in quello stesso istante in cui muove gli occhi. Nello specifico, i movimenti (in alto, laterali o in basso) rivelano il canale sensoriale (visivo, auditivo o cinestesico) che l’individuo sta usando quando ricorda (lato sinistro) o costruisce (lato destro).
Acuità sensoriale: capacità di usare i cinque sensi per codificare l’esperienza soggettiva ed effettuare una corretta calibrazione attraverso l’uso dei canali rappresentazionali (visivo, auditivo e cinestesico). E’ lo strumento essenziale per acquisire informazioni di qualità e creare allineamento nella comunicazione.
Ascolto attivo: è la capacità di ascoltare volontariamente con un elevato grado di attenzione e partecipazione. Differisce dall’ascolto comunemente inteso come semplice ricezione di informazioni. L’ascolto è un atto, un comportamento volontario che spesso viene confuso con altre attività come udire, sentire oppure osservare. Presuppone la totale concentrazione ed attenzione mentale, interiore, fisica ed emotiva su quello che l’altro ci sta comunicando, al fine di sintonizzarci con il nostro interlocutore e cogliere ogni tipo di messaggio. Ascoltare attivamente implica sospendere il giudizio su di sé e sull’altro, accettando l’unicità dell’interlocutore.
Àncora: è il prodotto della neuro-associazione tra uno stimolo e una reazione, processo che lega un’esperienza esterna e una risposta interiore. Può essere costituita da un’immagine (ancora visiva), un suono (ancora auditiva) o una sensazione come un odore o un sapore (ancora cinestesica).
Autoefficacia: è la convinzione di riuscire a fare una determinata cosa; è la convinzione nelle proprie capacità di organizzare e realizzare le azioni necessario a gestire adeguatamente le situazioni che si incontrano in modo da raggiungere i risultati prefissati. In pratica è costituita dal senso di percezione che l’individuo ha rispetto alle possibilità di avere successo. Nel Coaching il senso di autoefficacia viene allenato nel piano d’azione mediante 4 fonti: esperienze di gestione efficace, esperienze vicarie, persuasione verbale e riduzione dello stress. Il costrutto dell’autoefficacia è stato elaborato dallo psicologo Albert Bandura.
Assessment: deriva dall’inglese to assess, che significa valutare, stimare il valore. E’ una metodologia che mira a valutare le competenze e/o il potenziale di una persona in azienda.
Atteggiamento: predisposizione di una persona, influenzata da numerosi fattori (convinzioni, classe sociale, ambiente, esperienze passate, ecc.), nell’adottare determinati comportamenti di fronte agli stimoli che riceve.
Attestato di frequenza: documento che dichiara la partecipazione ad un’attività formativa.
Attitudine: predisposizione di una persona allo svolgimento di una specifica attività.
Autogoverno: è la capacità di amministrare autonomamente la propria vita, scegliendo chi si vuole essere, cosa si vuole fare, intraprendendo le azioni e i percorsi che conducono verso le proprie mete. La persona che vive una crisi di autogoverno è una persona che ha smarrito la direzione, la capacità di strutturare azioni efficaci ed efficienti e di conseguenza ha bisogno di aiuto per riscoprire ciò che lo emoziona, che lo appassiona e che è in grado di risvegliare la motivazione per agire con entusiasmo.
Automatismi: sono schemi comportamentali generati da credenze, abitudini, meccanismi introiettati. Sono anche definiti groove (termine che indica i solchi dei vinili), perché generano veri e propri solchi mentali, percorsi obbligati cui la mente accede e che danno luogo a condotte cristallizzate e ripetute nel tempo. E’ possibile cambiare un automatismo lasciando agire la naturale propensione dell’essere umano al cambiamento attingendo dal vissuto. Si tratta di un meccanismo uguale a quello posto in essere dai bambini, che modificano le loro abitudini ed i loro schemi comportamentali tracciando un nuovo solco, ossia sostituendo la vecchia abitudine con una nuova e attivando un tracciato comportamentale differente e più utile (si pensi al bambino che, dopo aver camminato carponi per un periodo di tempo più o meno lungo, scopre la capacità di camminare in piedi e sceglie di utilizzarla per muoversi, in quanto più utile allo scopo). Scardinare un automatismo sostituendolo con un groove naturale richiede l’applicazione di 4 fasi: osservare senza giudicare; immaginare il risultato desiderato; credere al Sè agente; osservare i risultati senza giudicare, giungendo ad uno stato di apprendimento continuo.
Autorealizzazione: è rappresentata dall’essere esattamente ciò che si può essere; dal fare ciò che si ama, ciò che si sa fare. L’autorealizzazione si raggiunge mettendo a frutto le proprie potenzialità, coltivare passioni e interessi, sentirsi motivati intrinsecamente, ossia fare qualcosa per il piacere di farlo, per le emozioni che se ne ricavano, soddisfare i propri bisogni di autonomia (essere in grado di compiere autonomamente scelte, di decidere in accordo alla propria volontà), competenza (ricoprire il proprio posto nel mondo sentendosi a proprio agio, padroni delle proprie capacità) e relazionalità (sentirsi integrati in un gruppo, nella società, stare bene con gli altri).
Autostima: è il giudizio di valore globale che l’individuo riserva a se stesso. Il livello di autostima deriva da convinzioni inerenti la visione di sé e la fiducia in se stessi, per cui si esprime in un’autovalutazione individuale che comprende molteplici manifestazioni del senso del proprio valore nell’area sociale, familiare, lavorativa, corporea.
Autotelico: si riferisce ad una azione o un evento che possiede in sé la finalità ultima. In pratica è l’esperienza che è fine a se stessa. Autotelica è l’ azione o l’attività che trova nel proprio stesso svolgimento lo scopo del suo realizzarsi.
Azione: è l’atto dell’agire, del fare. Nel Coaching, l’ingrediente fondamentale per trasformare sogni e speranze in obiettivi concreti, specifici e realizzabili. Le azioni sono le tappe che danno un volto concreto ai sogni, a ciò che si desidera fare, essere o avere : ogni azione è un gradino nella scala che conduce alla realizzazione dei progetti. Stendere un buon piano d’azione, che tiene conto delle potenzialità del cliente, delle sue reali possibilità, di ostacoli e alleati, rappresenta il punto focale della relazione di Coaching.
Bisogno: è una tensione interiore; uno squilibrio tra una situazione attuale e una situazione desiderata. Per squilibrio s’intende una situazione di difficoltà, di mancanza, di disagio fisico e mentale.
Business Coaching: processo di Coaching che viene implementato in un contesto aziendale e pianificato per accompagnare persone e organizzazioni verso il futuro desiderato e nel raggiungimento di obiettivi professionali. Comprende un’attività di Coaching individuale espletata nei riguardi di figure aziendali di riferimento (manager, leader, etc.) e attività di team Coaching che coinvolgono il gruppo, al fine del raggiungimento di obiettivi comuni.
Calibrazione: è l’arte di “misurare” la comunicazione altrui, tramite l’ascolto delle parole (canale verbale), del linguaggio del corpo (canale non verbale) e del tono, volume e ritmo della voce (canale paraverbale). Il fine della calibrazione è l’allineamento, ossia la creazione di un sistema armonico caratterizzato dalla coerenza tra i tre canali della comunicazione con quelli del proprio interlocutore.
Cambiamento: consiste in una modificazione di una situazione o di uno stato interiore, mentale o fisico. Cambiare significa aprirsi a nuove possibilità, abbracciare nuovi scenari, considerare nuove opportunità e punti di vista. Cambiare vuol dire essere disposti ad abbracciare il nuovo, l’ignoto.
Cancellazione: è rappresentata dal processo cognitivo attraverso il quale parte dell’esperienza viene omessa.
Coach: è il professionista esperto di Coaching, applica una metodologia processuale-relazionale con cui allena le potenzialità del cliente, lo sostiene sotto il profilo motivazionale e di realizzazione progettuale, lo accompagna in un percorso volto al raggiungimento di obiettivi particolarmente sfidanti. Possono attribuirsi lo status di Coach Professionista esclusivamente i professionisti iscritti ad Associazioni di Categoria Nazionale.
Coachee: è il Cliente del Coach Professionista. Molti Coach lo definiscono semplicemente “Cliente”.
Coaching: è una una relazione processuale basata sull’allenamento delle potenzialità e il miglioramento delle performance. E’ un metodo di miglioramento delle capacità legate al fare che, attraverso lo sviluppo di un autonomo apprendimento, permette all’individuo di raggiungere obiettivi particolarmente sfidanti e di predisporre piani d’azione concreti e idonei a realizzare il futuro desiderato.
Committente: soggetto che commissiona o affida un lavoro o un incarico ad un professionista o a una società.
Competenza: indica il saper fare, ossia il possesso di capacità volte allo svolgimento di una specifica attività.
Comunicazione: (deriva dal latino cum = con, munire = legare, quindi communico = mettere in comune) ha il significato di “mettere insieme”. Quindi condividere con chi si sta comunicando, qualcosa. Alla base di una qualsiasi relazione c’è la comunicazione. Senza inoltrarci nel dettaglio degli Assiomi della comunicazione tratti dalla “Pragmatica della comunicazione umana” di Paul Watzlawick, ritengo sia importante sottolineare però l’importanza del primo assioma che sostiene l’impossibilità di NON comunicare. Infine, bisogna comprendere quanto la qualità della vita sia strettamente legata alla qualità della comunicazione.
Congruenza: nella comunicazione efficace individua la coerenza sussistente tra il canale verbale (le parole), il canale non verbale (mimica facciale e movimenti/gesti del corpo) e il canale paraverbale (tono, ritmo e volume della voce). Rispetto all’elemento della congruenza, il piano maggiormente incidente è quello non verbale, che rivela un contenuto emotivo più difficile da cogliere nell’espressione verbale e paraverbale.
Conoscere se stessi: Conoscere se stessi è forse il viaggio più impegnativo ed entusiasmante che possiamo percorrere. Presuppone domande che toccano la nostra identità: Chi Sono? Che posto ho nel mondo? Richiede quel coraggio necessario per esplorare la propria interiorità, rivisitare il proprio vissuto, ascoltare i desideri ed affrontare le paure e le credenze che ci limitano nell’espressione autentica di noi stessi.
Consapevolezza: è una condizione in cui la cognizione di qualcosa si fa interiore, profonda, perfettamente armonizzata con la persona. Si riferisce, quindi, al concetto di “conoscere se stessi” intimamente, profondamente. E’ interessante porre attenzione su alcuni esempi riferibili alla conoscenza di sé:
Convinzione disfunzionale: rappresentazione cognitiva basata su un pensiero radicato, a carattere negativo e limitante, che si struttura in una credenza permanente. Poggia su pilastri che ne confermano il contenuto, tra cui esperienze, opinioni di terzi, fatti e ragionamenti che caratterizzano il vissuto (passato o presente) della persona. Costituisce un ostacolo al raggiungimento dell’obiettivo e per questa ragione viene definita “disfunzionale”.
Corporate Coaching: si tratta del Coaching rivolto alle organizzazioni aziendali. Il Coach (o un gruppo di Coach) interviene in un’organizzazione per avviare un processo di sviluppo orientato al miglioramento. Nel Corporate Coaching coesistono singoli interventi orientati alle persone e ai gruppi.
Costanza: è la tendenza a conservare invariate determinate caratteristiche fondamentali come l’impegno, la stabilità, la continuità, la dedizione al lavoro.
Credenze: etimologicamente, sono atteggiamenti mentali, interiori, assunti da chi riconosce per vera una proposizione o una nozione. Sono idee, rappresentazioni interne che l’individuo forma nella sua mente attraverso il giudizio e che si ripetono continuamente sino a costruire un sistema di convinzioni. Spesso le azioni di un individuo sono inficiate dalle credenze limitanti, scaturenti da generalizzazioni del tipo “Non sono portato, non sono capace” tipiche della mente sanzionatoria (il Sè1 di cui parla Tim Gallwey). Avere un buon Inner Game si traduce anche nel rielaborare credenze e convinzioni limitanti al fine di ottenere una performance elevata. Infatti le credenze possono generare abitudini ed automatismi, schemi comportamentali negativi (i cosiddetti groove) che acquisiscono, nella formula dell’Inner Game, la funzione di interferenze allo sviluppo del proprio potenziale e quindi al successo (performance). La rielaborazione di credenze e convinzioni limitanti è determinata da due azioni specifiche: calmare il Sè1, la nostra mente giudicante, e avere fiducia nel Sè2, la parte di noi che valorizza le nostre abilità naturali.
Crisi: etimologicamente, dal greco krisis, separazione, scelta, giudizio; momento di difficoltà, di smarrimento. Nel Coaching, la crisi del cliente è un elemento fondamentale in quanto rappresenta un momento in cui la realtà attuale insoddisfacente viene messa in discussione per rivolgere lo sguardo verso un futuro migliore, più felice e appagante. E’ il momento per individuare ciò che non va in una situazione esistenziale e di pianificare le azioni per migliorarla.
Cura di sé: rappresenta l’atto volontario di volersi bene, amarsi, valorizzarsi. Prendersi cura di sé rispettando le proprie potenzialità, la propria emotività e la propria identità permette l’attivazione di un sano egoismo che, a sua volta, permette di avere il coraggio di occuparsi di sé, oltre i giudizi e i modelli culturali e sociali ricevuti. La cura di sé permette il soddisfacimento dei propri bisogni, dei desideri più profondi, senza venir meno all’impegno verso gli altri.
Dialettica: termine di origine greca che deriva da dialektike: dialogare attraverso l’arte. Indica l’abilità nel discutere, argomentare.
Didattica: deriva dal greco didàsko (insegno) e indica le modalità scelte dal formatore per trasferire le competenze e/o insegnare.
Distorsione: è un processo cognitivo attraverso il quale l’esperienza viene deformata e/o interpretata, attribuendo ad essa significati diversi da quelli corrispondenti alla realtà.
Domanda di Coaching: è la richiesta di lavoro posta dal Cliente al Coach. La sussistenza di una “domanda di Coaching” permette l’instaurarsi di una relazione tra Coach e Cliente.
Domande: nel Coaching le domande hanno lo scopo di far esplorare nuove possibilità, nuovi orizzonti, nuovi punti di vista, di sollecitare l’autoesplorazione. Le domande devono avere una struttura aperta e dare la possibilità al nostro interlocutore di arricchire la propria modalità comunicativa ed interpretativa. Fare domande è alla base dell’attività di Coaching e le domande dovrebbero essere generative, evolutive, utili a stimolare il superamento di ostacoli e l’esplorazione di nuove opportunità, nuove mete, nuove risorse, ecc.
Efficacia: è la capacità di produrre i risultati voluti, sperati, desiderati.
Efficienza: è la capacità di avere un rendimento costante nonché di corrispondenza alle proprie funzioni, ai propri fini e ai propri obiettivi.
Emozioni: le emozioni sono sentimenti, passioni e coinvolgono sia la sfera psicologica che biologica. Dal verbo “moveo” = muovere, le emozioni contengono un impulso, una propensione ad agire. Nel Coaching le emozioni sono considerate il carburante necessario per muoverci verso i nostri obiettivi, verso il nostro futuro desiderato.
Empatia: parola che deriva dal greco “εμπαθεία” che si può scomporre in “en” (dentro) e “pathos” (sentimento/emozione/sofferenza). E’ la capacità di porsi in maniera immediata nello stato d’animo o nella situazione di un’altra persona. Empatia significa “sentire dentro“, mettersi nei panni dell’interlocutore.
Esperienza: conoscenza diretta di qualcosa acquisita per mezzo dell’osservazione e della pratica; l’atto dello sperimentare, del provare, del vivere in maniera diretta.
Feedback: processo attraverso cui viene fornita un’informazione di ritorno. Nel Coaching deve essere fornito nel rispetto di alcune caratteristiche specifiche. Deve essere autentico e generare gratifica, rinforzo, piacere per la motivazione ad agire del Cliente.
Felicità: Secondo Aristotele, la felicità è la causa ed il fine ultimo di tutte le attività umane. Secondo la dottrina eudaimonica, la felicità è strettamente correlata alla capacità di utilizzare le proprie potenzialità per conseguire obiettivi in maniera autonoma, per attuare il proprio sviluppo personale e sfruttare il proprio talento, sino a giungere all’esperienza autotelica (stato di Flow). Secondo la teoria di Deci e Ryan, vi sono tre aree di sviluppo che ogni individuo deve soddisfare per conseguire la felicità: 1) la competenza (intesa come bisogno di armonizzarsi con l’ambiente); 2) la relazionalità (intesa come bisogno di costruire e avere relazioni sociali); 4) l’autonomia (intesa come la tendenza dell’individuo all’autogoverno e all’autorealizzazione). Il concetto di felicità è, dunque, connesso con quello di autorealizzazione, intesa dalla psicologia positiva come bisogno di conoscere, esprimere e coordinare gli aspetti della propria personalità, di conoscere ed esprimere il proprio tratto caratteriale più profondo.
Flow: lo stato di Flow è rappresentato dall’esperienza ottimale, autotelica, totalizzante, in cui un individuo esercita pienamente le proprie potenzialità ed esprime il proprio talento. E’ uno stato caratterizzato da:
Se immaginassimo il Flow rappresentato su un grafico costituito da ascissa e ordinata, ove sull’ascissa poniamo le abilità e sull’ordinata il carico, vedremmo che in caso di alta abilità e basso carico ci troveremmo al di sotto del Flow e quindi nella noia, mentre ad una bassa abilità ed alto carico ci troveremmo al di sopra della linea di rappresentazione del flow e quindi nello stress.
Focus group: tecnica qualitativa utilizzata nelle ricerche delle scienze umane e sociali, in cui un gruppo di persone è invitato a parlare, discutere e confrontarsi riguardo all’atteggiamento personale nei confronti di un tema, in cui un facilitatore ha il compito di stimolare la discussione e il confronto tra i partecipanti.
Follow up: incontro in occasione del quale i partecipanti ad un corso si ritrovano a distanza di tempo per analizzare insieme i risultati raggiunti, riprendere ed approfondire i temi che sono stati oggetto di formazione.
Formazione esperienziale: modalità didattica fondata sul far vivere ai partecipanti al corso un’esperienza con forte coinvolgimento, a cui fa seguito un’analisi critica su quanto vissuto (debriefing) al fine di individuare dei punti di apprendimento.
Formula dell’Inner Game: la formula dell’Inner Game è P (performance) = p (potenziale) – i (interferenze). Nella formula è racchiuso il fine del Gioco Interiore: scoprire ed esplorare il proprio potenziale (ossia le proprie capacità innate) disimparando le abitudini che interferiscono con esso (interferenze), al fine di ottenere la performance eccellente. In sintesi, la chiave per perfezionare qualsiasi azione sta nel migliorare il rapporto tra il Sè1 (ossia chi dice ed è consapevole) con il Sè2 (ossia il “me stesso” dotato di capacità naturali; è l’essere umano in sé, incarna tutto il potenziale innato che l’individuo ha quando nasce, incluse tutte le capacità che ha sviluppato e quelle non ancora realizzate). Migliorare l’Inner Game al fine di tendere alla performance eccellente significa porre in essere alcune azioni tra cui:
Generalizzazione: processo cognitivo attraverso il quale specifiche esperienze vengono accomunate e considerate identiche. Utilizza formule linguistiche denominate “quantificatori universali” (avverbi come “tutti”, “nessuno”, “sempre”, “mai”, “ognuno”, etc.).
Giudizio: Formulare verbalmente e non un’idea che abbiamo o che ci siamo fatti sull’altro o su un determinato accadimento. Essere prevenuti e condizionati nel nostro sentire.
Goal Map: è la rappresentazione grafica del processo del Goal Setting per la definizione degli obiettivi. Si tratta di una mappa nella quale vengono riportati gli obiettivi di fine, di risultato e di performance, unitamente al piano d’azione, agli ostacoli e agli alleati. Nella relazione di Coaching, permette al Cliente di organizzare la fase di costruzione degli obiettivi in modo schematico e può essere integrata nel corso del processo.
Goal Setting: è una tecnica specifica di pianificazione degli obiettivi che si sviluppa sulla base di tappe personalizzate. La tecnica consente di adattare il piano d’azione alle proprie esigenze, ai propri ritmi ed ai propri impegni.
G.R.O.W.: è il modello di Coaching più diffuso al mondo. E’ stato ideato da John Whitmore negli anni ’80 e diffuso qualche anno dopo grazie alla prima edizione di un importante libro “Coaching for Performance”
G.R.O.W. Expanded: è l’evoluzione del Modello G.R.O.W. di John Whitmore. Nel corso degli anni, sotto la spinta del suo ideatore, al modello originario si sono affiancate una serie di pratiche che aiutano ulteriormente il Cliente a velocizzare il percorso verso l’autorealizzazione. Il G.R.O.W. Expanded, figlio del modello originario, pur essendo più complesso, è ancora più efficace.
Imprinting: il termine deriva etimologicamente dalla parola “impronta”. E’ una forma di apprendimento di base che caratterizza gli esseri viventi e si pone come modalità iniziale di approccio alla relazione. Nel Coaching indica il meccanismo che si instaura nella prima fase della relazione e sostiene il riconoscimento dell’interlocutore, favorendo il corretto avvio della partnership tra Cliente e Coach.
Incongruenza: disallineamento tra i canali della comunicazione (verbale, paraverbale, non verbale), espressa tramite la disarmonia tra la mimica facciale che rivela le emozioni e il contenuto transato, ovvero quanto trasferito all’altro mediante l’uso del linguaggio. E’ un elemento che rivela il vero significato di quanto vissuto emotivamente dall’interlocutore, anche quando questi tenta di nasconderne il contenuto. Si registra un’incongruenza quando la mimica facciale e i movimenti del corpo (comunicazione non verbale) esprimono qualcosa di difforme rispetto al contenuto che viene espresso attraverso l’uso delle parole.
Inner Game: nella definizione fornita da Tim Gallwey, l’Inner Game, è il gioco interiore che si svolge nella mente, nella quale coesistono il Sè1 (il Sé pensante, l’ego-mente, “chi dice, parla”) e il Sè2 (il Sé fisico, corpo, “chi fa”). E’ la partita che si gioca contro ostacoli interni mentali ed emotivi quali cali di concentrazione, nervosismo, dubbio e disapprovazione, contro le abitudini e gli automatismi che impediscono la performance eccellente.
Interferenza: rappresenta un elemento di disturbo, intrusione. Nel Coaching, tutti quegli elementi, interni o esterni all’individuo, che possono intervenire sabotando o rallentando la realizzazione degli obiettivi. Si può trattare di elementi concreti provenienti dall’esterno o fattori interni, come credenze o convinzioni depotenzianti che interferiscono con i propositi di successo.
John Whitmore: (16 Ottobre 1937 – 28 Aprile 2017). Fu il fondatore di Performance Consultants International, nonché autore di cinque libri fondamentali sul Coaching. Il più conosciuto di questi titoli è sicuramente “Coaching for Performance”, caratterizzato dalla presentazione e lo sviluppo del modello G.R.O.W. (Goal – Reality – Options/Obstacles – Will) che ha venduto più di 800.000 copie ed è stato tradotto in 23 lingue diverse.
Mappa della realtà: è il modello del mondo, il modo in cui un individuo rappresenta a se stesso la realtà e le esperienze vissute. E’ il modello attraverso il quale vengono “registrate” a livello sensoriale e cognitivo le esperienze, generando un sistema di rappresentazione interna in base al quale vengono create convinzioni ed aspettative su se stessi, gli altri e il mondo.
Mappa mentale: tecnica grafica finalizzata al sostegno della memoria e dell’apprendimento. Ha origine da una sola parola o idea principale, a cui vengono successivamente associate tutte le derivazioni o associazioni possibili.
Martin Seligman: è il padre della psicologia positiva, ha ideato la formula della felicità autentica. Egli suddivide la felicità in: FELICITA’ COSTITUZIONALE, FELICITA’ CHE PROVIENE DAGLI EPISODI E FELICITA’ SOTTO IL CONTROLLO DEL CAMBIAMENTO. La prima consiste nella felicità che l’essere umano ha nella sua genesi e costituisce il 50%, la seconda consiste nella felicità legata alla vita in sé, alle circostanze della vita e costituisce il 10%, la terza consiste nella felicità che ogni essere umano può modificare e costituisce il 40% della felicità di un individuo. L’essere umano può cambiare questo 40% attraverso 4 azioni essenziali: 1) fare pace con il passato; 2) diventare ottimista; 3) evitare le assuefazioni, ossia i comportamenti ridondanti, mediante una strategia scardinante; 4) svolgere attività gratificanti.
Mental Coaching: è un termine desueto, ormai poco utilizzato in Italia. E’ stato sostituito dal più attuale “Sport Coaching” intendendo un lavoro globale sulla persona. Il termini Mental Coaching e/o Mental Coach, non sono riconosciuti dalle principali Associazioni di Categoria Nazionali anche perchè non rientrano nella Norma Tecniche UNI 11601:2024 che si riferisce al Servizio di Coaching.
Mentoring: è un metodo relazionale tra un soggetto con più esperienza e un “allievo-apprendista”. Differisce dal Coaching poiché ha per obiettivo far sviluppare nuove conoscenze, competenze e abilità attraverso un processo istruttivo.
Metamodello: modello linguistico costituito da un set di 12 domande, finalizzate a recuperare informazioni di qualità rispetto al contenuto dell’esperienza soggettiva. Attraverso le domande del meta-modello è possibile specificare generalizzazioni, recuperare cancellazioni e ridefinire distorsioni. L’applicazione del meta-modello permette di conoscere il contenuto della struttura profonda dell’esperienza mediante il sapiente uso del linguaggio e l’eliminazione dei filtri che inconsciamente l’individuo frappone tra la realtà concreta e quella resa mediante l’esposizione verbale.
Metaprogrammi: schemi di pensiero usati come filtri dell’esperienza soggettiva. L’individuo organizza le proprie esperienze in base a modalità specifiche con cui costruisce la propria mappa del mondo. Si tratta di elementi intrinseci al modo di essere di una persona, ve ne sono numerosi ma i più importanti sono quattro e si riflettono nelle modalità in cui la persona compie le scelte, nel meccanismo da cui trae motivazione e nei sistemi di apprendimento.
Modellare: apprendere e riproporre strategie e comportamenti altrui, riferibili a soggetti reputati “modelli di eccellenza”. Il “modeling” è un modo diverso di definire l’esperienza vicaria, una delle fonti dell’autoefficacia. Al fine di alimentare la convinzione di riuscire a fare qualcosa, ci si può riferire alla struttura degli schemi di pensiero e delle azioni poste in essere da persone che hanno vissuto un’esperienza analoga e hanno raggiunto obiettivi sfidanti.
Modello di Coaching: è il risultato di prove rigorose, predisposte in modo tale da non essere minimamente influenzato da interpretazioni soggettive. Il modello di Coaching più conosciuto al mondo, il più accreditato e funzionale, è il modello G.R.O.W. (e il successivo GROW Expanded) ideato da Sir J. Whitmore.
Motivazione: è il motivo che spinge un individuo a compiere una determinata azione. E’ l’insieme dei fattori dinamici aventi per origine un bisogno da soddisfare.
Motivazione intrinseca: è la motivazione legata alla soddisfazione di un bisogno personale. E’ una forza, una spinta interiore legata all’agire, che non è riferibile a sollecitazioni e/o ricompense provenienti dall’esterno.
Obiettivo: nel Coaching si identifica una delle fasi del processo. Un obiettivo ben costruito presenta caratteristiche irrinunciabili tra cui specificità, misurabilità, attuabilità, realismo e temporizzazione. Inoltre, gli obiettivi possono essere classificati in obiettivi di mezzo e di fine, obiettivi di processo, di risultato e di performance. Compito del Coach è supportare il Cliente nella corretta definizione degli obiettivi e monitorare quanto agito dal Cliente in riferimento agli stessi.
Ostacolo: tutto ciò che intralcia, o costituisce impedimento, difficoltà. Nel Coaching, tutto ciò che interferisce nella realizzazione del futuro desiderato, nell’attuazione dei propri obiettivi. Nello specifico, può trattarsi di persone, legami affettivi, scarsa disponibilità economica, poco tempo, impegni, mancanza di adeguata formazione, istruzione, titoli di studio; tutti quei fattori che occorre superare, per i quali occorre studiare soluzioni e azioni durante la pianificazione del percorso verso i propri obiettivi.
Outdoor training: metodo di formazione basato su attività all’aria aperta (montagna, mare, laghi, barche a vela, grotte, etc.) dirette a sviluppare lo spirito di squadra e le capacità individuali nella gestione di problemi o di situazioni complesse.
Pensiero positivo: Le basi scientifiche del Pensiero Positivo spaziano dalla Psicologia Positiva alla Filosofia Antica. Maslow sosteneva: “Il pensiero positivo incoraggia le persone a focalizzare la propria attenzione sugli aspetti non problematici degli individui e sulla speranza di poter vivere un futuro migliore”. La Psicologia Positiva sul piano individuale valorizza le esperienze soggettive: benessere, appagamento e soddisfazione in prospettiva passata, speranza e ottimismo in prospettiva futura, auto- accettazione e autoefficacia in prospettiva presente; inoltre si focalizza sui tratti positivi individuali: abilità interpersonali, coraggio, perseveranza, orientamento al futuro, spiritualità, saggezza. Il pensiero positivo si focalizza sugli aspetti positivi delle cose, si sviluppa mediante la sospensione del giudizio, l’abbandono della continua ricerca di approvazione e l’aumento della fiducia in se stessi. Secondo Martin Seligman, il pensiero positivo è un modello fondato sulla fiducia nelle proprie potenzialità e risorse, sulla consapevolezza di ciò che si è, sulla capacità dell’individuo di interpretare gli eventi in modo tale da considerare gli insuccessi come eventi occasionali e i successi come eventi determinati dalle proprie abilità. Secondo Tim Gallwey, il pensiero positivo è espressione di una delle tre abilità che l’individuo deve possedere per ottenere una performance eccellente: la capacità di credere in sé (ossia la fiducia in se stesso) che si origina da un’altra abilità, la capacità di sospendere il giudizio, abbandonando il pensiero sanzionatorio, tipico del Sè1.
Perseveranza: è la ferma costanza nel perseguire i propri obiettivi tenendo fede ai propri progetti e propositi. E’ una potenzialità che spinge le persone a proseguire sulla via intrapresa e nella condotta scelta. In particolare è una forza che impegna l’uomo a lottare per il conseguimento di qualcosa senza soccombere agli ostacoli e senza farsi vincere dal problema, dalla stanchezza e dallo sconforto.
Persuasione: modalità di comunicazione atta a convincere e portare verso di sé l’interlocutore. Nel Coaching, la persuasione verbale è una delle fonti dell’autoefficacia e si sostanzia in un complimento sincero o un feedback positivo che ha lo scopo di rafforzare nel Cliente la convinzione di riuscire a fare una determinata cosa.
Piano personale di miglioramento: rappresenta gli obiettivi in termini di miglioramento che i partecipanti ad un intervento formativo vogliono mettere in atto.
Potenziale: è il complesso delle capacità, dei mezzi, delle risorse di cui si dispone o si può disporre per il conseguimento di determinati fini. Il potenziale ha la possibilità di realizzarsi in quanto sussiste potenzialmente una risorsa.
Potenzialità: è il tratto caratteriale più profondo. E’ un modo di essere e di fare. Martin Seligman (fondatore della psicologia positiva) individua 24 potenzialità umane. Le potenzialità a differenza dei talenti innati, sono tratti caratteriali concreti e volontari. Non solo implicano che la persona possa scegliere se metterle in pratica, ma anche se continuare a svilupparle, allenarle, utilizzarle volontariamente.
Prossemica: disciplina semiologica che studia i gesti, il comportamento, lo spazio e le distanze all’interno di una comunicazione, sia verbale sia non verbale.
Psicologia Positiva: si occupa dello studio del benessere e pone questo tema al centro della qualità della vita dell’essere umano. Viene definita “lo studio scientifico del funzionamenti ottimale”. In pratica dedica molte attenzioni agli aspetti positivi dell’esistenza umana: emozioni piacevoli, potenzialità, virtù e abilità dell’individuo.
Rapport: indica una modalità di stare in relazione caratterizzata da un clima di fiducia e di reciproca comprensione. Si esprime nel “mettersi sulla stessa lunghezza d’onda” e si traduce nel comunicare con lo stesso linguaggio, allineandosi ai canali verbale, non verbale e paraverbale dell’interlocutore.
Responsabilità: dal latino responsus (v. respondere – it. Rispondere), si intende “impegnarsi a rispondere delle proprie azioni e delle conseguenti reazioni”. Interessante e di spessore il concetto proposto da Aristotele che associa alla responsabilità il valore di Libertà di scelta (senza condizionamenti di alcun tipo). Concetto che ci ricollega all’importanza della Consapevolezza nell’atto di scelta.
Ricalco: meccanismo della comunicazione attraverso cui si va incontro all’interlocutore, utilizzando il suo stesso sistema rappresentazionale prevalente (visivo, auditivo o cinestesico). Si traduce nell’uso di parole (linguaggio verbale), mimica facciale, movimenti del corpo (linguaggio non verbale), tono, volume e ritmo della voce (paraverbale) simili a quelli dell’interlocutore, senza scimmiottamenti o rispecchiamenti di sorta. Tende a favorire un clima connotato dalla volontà di mettere in risalto le somiglianze al fine di comunicare in modo efficace.
Role playing: viene definito anche “gioco di ruolo” e consiste in una tecnica simulativa che richiede ai partecipanti di svolgere, per un tempo limitato, il ruolo di “attori”, di rappresentare alcuni ruoli in interazione tra loro, mentre altri partecipanti fungono da “osservatori” dei contenuti e dei processi che la rappresentazione manifesta. Permette al soggetto di immedesimarsi in una specifica situazione, al fine di apprendere attraverso l’esperienza concreta. Si tratta di uno strumento che consente un’analisi delle dinamiche interpersonali avvenute nel contesto rappresentato e viene largamente utilizzato nella formazione comportamentale.
Scelta: è un atto volontario, consapevole o inconsapevole, che avviene nel momento in cui si presentano più alternative possibili. Tante sono le teorie riguardanti la profondità del termine. Personalmente ritengo molto la valida la teoria di Kierkegaard secondo cui L’uomo (come Individuo) diventa ciò che è a seguito delle proprie scelte.
Segnali di accesso: movimenti degli occhi che rivelano gli schemi di pensiero. Quando gli occhi vengono orientati in alto, o lateralmente, o in basso, verso il lato sinistro o il lato destro, il singolo movimento ha un significato che va nella direzione di quello che l’individuo sta ricordando o sta costruendo. Imparare a cogliere un segnale d’accesso oculare significa individuare a quale magazzino di informazioni il cervello sta andando ad attingere, se ad un’immagine, un suono o una sensazione, se ad un ricordo o a qualcosa da realizzare o costruire, o ancora se ad un dialogo interno.
Self Determination Theory: nasce nel 1985 per fornire un contributo alla spiegazione del costrutto della motivazione. E’ stata elaborata dagli psicologi Deci e Ryan dell’Università di Rochester (USA). la Self Determination Theory spiega quanto sia importante svolgere attività piacevoli, scegliendo di fare qualcosa di gratificante, sulla base di valori personali e obiettivi da raggiungere. Postula l’importanza di raggiungere uno stato di benessere attraverso la soddisfazione di tre bisogni psicologici di base: il bisogno di autonomia, il bisogno di competenza, il bisogno di avere relazioni soddisfacenti.
Semiotica: scienza che si occupa dello studio dei segni e il modo in cui questi abbiano un senso (significazione). Per significazione si intende ogni relazione che lega qualcosa di materialmente presente a qualcos’altro di assente (la luce rossa del semaforo significa, o sta per, “stop”). Ogni volta che si mette in pratica o si usa una relazione di significazione si attiva un processo di comunicazione (il semaforo è rosso e quindi arresto l’auto). Le relazioni di significazione definiscono il sistema che viene a essere presupposto dai concreti processi di comunicazione.
Sessione di Coaching: è l’incontro di Coaching tra un Coach Professionista e il Cliente. Si differenzia dal temine “seduta” poiché non riguarda attività di tipo psicologico, psicodiagnostico e terapeutico.
Sistemi Rappresentazionali: modalità percettive di tipo visivo, auditivo e cinestesico, che corrispondono alle modalità con cui ogni essere umano rappresenta a se stesso la realtà e crea la propria esperienza soggettiva. Fanno riferimento all’uso dei sensi: vista, udito, tatto, gusto, olfatto e vengono inseriti nell’acronimo V.A.K.O.G., ove le singole lettere in maiuscolo indicano ognuno dei cinque sensi.
Skill: abilità acquisita o imparata, che diverge dalle abilità innate.
Sport Coaching: indica una relazione di Coaching in ambito sportivo. E’ un percorso di affiancamento personale che si concentra sulla crescita e sul miglioramento delle dinamiche globali dell’atleta; aiuta l’atleta a essere più felice, più motivato, più realizzato a livello personale, mentale, fisico e spirituale.
Submodalità: modalità con cui il cervello codifica le esperienze vissute, mediante l’uso dei canali sensoriali (rappresentazionali). L’individuo crea una propria esperienza “interna” rispetto all’esperienza concretamente vissuta, costituita da immagini, suoni e sensazioni (sottomodalità visive, auditive e cinestesiche). Vengono costruite attribuendo caratteristiche specifiche alle immagini, ai suoni e alle sensazioni (nel caso delle immagini, luminosità, colori o bianco e nero, dimensione, distanza, associate o dissociate; nel caso dei suoni, volume, ritmo, timbro; nel caso delle sensazioni, intensità, temperatura, pressione, sapore, gusto).
Team Coaching: è il Coaching rivolto ad un gruppo di persone e/o una squadra.
Timeline: rappresentazione immaginaria della linea del tempo, sulla quale vengono posizionate, a livello cognitivo, le esperienze del passato, del presente e del futuro. Nella Goal Map, la linea del tempo viene collocata al centro, unisce la data di costruzione della mappa degli obiettivi alla data di realizzazione dell’obiettivo di risultato e, sulla medesima, vengono collocate le date riferite ai singoli obiettivi di performance e al piano d’azione.
Timothy Gallwey: nato nel 1938 a San Francisco, è uno dei padri fondatori del Coaching. Nel 1974 ha pubblicato “The Inner Game of Tennis”, vera pietra miliare del Coaching (e dello Sport Coaching in particolare). “L’avversario che esiste nella nostra mente è molto più forte di quello che esiste nella realtà, al di là della rete”. E’ stato colui che ha per primo sviluppato ed approfondito tutti gli aspetti del “gioco interiore”, concetto che poi è stato utilizzato da atleti, manager, professionisti e persone comuni per sviluppare strategie di pensiero vincenti.
Tutoraggio: l’insieme delle attività e delle informazioni volte a facilitare l’apprendimento del soggetto o ad orientarlo nelle scelte professionali.
Visione: è la volontà di vedere con gli occhi della mente una situazione futura; è un’emozione, un sogno da realizzare, una meta da raggiungere. E’ strettamente legata alla focalizzazione, al focus inteso come mix di fattori quali sogni, desideri, bisogni, mete future e concentrazione. La visione sul futuro è l’immagine che la nostra mente crea circa il futuro desiderato.
Vissuto: il bagaglio di esperienze passate di un individuo. Tale bagaglio, pur essendo passato, può avere ripercussioni dirette e concrete nella vita dell’individuo, condizionando il suo modo di percepire la vita, di dare significati e interpretazioni ad eventi e situazioni. E’ da lì che si possono ricavare le ragioni di determinate situazioni o comportamenti, di limiti autoimposti, di credenze e convinzioni.
Vissuto emotivo: è l’esperienza che coinvolge emotivamente la persona, con ripercussioni anche a livello fisico e biochimico.
Visualizzazione: è un processo di rappresentazione interna che sfrutta la capacità di immaginazione creativa. Consente alla persona di “vedere con la mente” la meta desiderata. In pratica è una tecnica che viene utilizzata per immaginare il futuro desiderato del Cliente. Permette di creare immagini mentali e di fruttare il principio dell’immaginazione.
Zona di comfort: è uno stato psicologico gratificante in cui una persona sente di essere a suo agio, comodo, in un ambiente familiare e di avere il controllo della situazione. In questo stato vengono limitati i comportamenti e di conseguenza si abbassano le performance.
Servizi Professionali Certificati - Prometeo Coaching eroga Progetti e Servizi di Coaching Certificati conformi alla Norma Tecnica UNI 11601:2024
(Certificato di Conformità n° 53733 rilasciato da CSQA Certificazioni).