Questo è un post dedicato a chi non ha ancora scelto di essere una persona consapevole. Consapevole, per me, vuol dire scegliere attimo per attimo come vivere.
Questa è la storia della mia consapevolezza…
Alcune persone non ricordano il momento in cui hanno iniziato il loro percorso di sviluppo personale. Io, invece, lo ricordo in maniera chiara. A 17 anni ero un ragazzo gonfio e sovrappeso, con una depressione che mi “mangiava dentro”. I miei amici mi trattavano male, si prendevano gioco di me… mi sentivo solo.
Non avevo mai avuto una ragazza, vivevo la forte difficoltà di parlare con le persone e di farmi nuovi amici; con le donne… poi… non ne parliamo.
Ero timidissimo, menefreghista, egoista e disimpegnato, senza sogni e obiettivi, totalmente dipendente dagli altri anche per le cose più elementari; non ero assolutamente consapevole.
Ero incapace di sostenere me stesso e, devo ammetterlo, ho “raschiato il fondo del barile della mia vita”.
In apparenza vivevo in un mondo sicuro, tra le mura di casa, servito e riverito da tutto e tutti, ma costantemente stretto nel morso della paura. Davanti a me si prospettava una vita di solitudine e dolore che per altro mi era tanto familiare… frutto della mia infanzia difficile.
Un giorno mi feci una domanda fondamentale: “Voglio continuare a vivere così?” Mi rimaneva solo una scelta, avendo provato già una volta a porre fine alla mia vita: trovare il coraggio di cambiare o… morire.
Questa è la storia di una scelta. La scelta di vivere consapevolmente.
“La sicurezza è perlopiù una superstizione. Non esiste in natura, né i cuccioli dell’uomo riescono a viverla. Evitare il pericolo non è più sicuro, sul lungo periodo, che esservi esposti apertamente. O la vita è una avventura da vivere audacemente, oppure è niente. Mantenere i nostri visi rivolti verso il cambiamento e, allo stesso tempo, comportarci come spiriti liberi in presenza del fato è una forza invincibile.” – Hellen Keller
Nella vita di tutti i giorni, la virtù del coraggio non riceve molta attenzione. Siamo abituati a pensare che il coraggio è una qualità riservata ai soldati, ai vigili del fuoco, agli attivisti.
Oggi, invece, la sicurezza per me è la cosa più importante. Forse anche a te è stato insegnato ad evitare di essere troppo audace o troppo coraggioso. Ti hanno mai detto queste parole?
“E’ troppo pericoloso”, “Non correre rischi inutili”, “Non attirare l’attenzione su di te in pubblico”, “Segui le tradizioni di famiglia”, “Non parlare con gli sconosciuti”, “Tieni sott’occhio le persone sospette”, “Cerca di stare sul sicuro.”
E’ ufficiale: l’effetto collaterale dell’enfatizzare l’importanza della sicurezza personale nella vita di una persona può costringerlo a vivere reattivamente in un perenne stato di paura e incertezza.
Si impara a evitare di decidere gli obiettivi, di fare piani d’azione per conseguirli, si impara con entusiasmo a “giocare sul sicuro”.
Ci si sforza di continuare con un lavoro stabile ma non appagante; si rimane all’interno di una relazione insoddisfacente, anche se è finita.
Chi sei tu per pensare che si può invertire il sistema?
“Accetta la tua sorte nella vita e fai del tuo meglio”
“Lasciati trasportare dal flusso, e non far affondare la barca”
“La vostra unica speranza è che le correnti della vita vi spingeranno in una direzione favorevole”.
Senza dubbio esistono pericoli reali nella vita che bisogna evitare. Ma, secondo me, c’è un abisso enorme tra incoscienza e coraggio.
Non mi riferisco al coraggio eroico necessario per rischiare la vita nell’atto di salvare qualcuno da un edificio in fiamme.
Per coraggio intendo la capacità di affrontare a viso aperto quelle paure immaginarie e reclamare per te la vita di gran lunga più potente che ti sei negato finora.
…Ecco alcune piccole grandi paure sulle quali medito costantemente: paura del fallimento; paura del rifiuto; paura di diventare povero; paura di restare solo; paura di essere umiliato; paura di parlare in pubblico; paura di essere ostracizzati dalla famiglia e dagli amici; paura della malattia fisico; paura del rimpianto… E, infine, la paura del successo. E tu, invece, quali paure conosci?
Quante di queste paure hanno imprigionato anche te? Come vivresti se non avessi paura?
Hai ancora la tua intelligenza e le tue emozioni, il tuo buon senso per aggirare con sicurezza uno qualunque dei pericoli autentici.
Pensa… Senza sentire l’emozione della paura saresti realmente disposto a correre dei rischi?
Diresti la tua opinione più spesso? Parleresti con più sconosciuti, faresti un maggior numero di vendite, ti getteresti a capofitto in progetti più ambiziosi quelli che hai sempre sognato? Come sarebbe la tua vita se addirittura imparassi ad apprezzare le cose delle quali attualmente hai paura?
Che genere di differenza farebbe nella tua vita? Pensa a come la tua vita cambierebbe se riuscissi ad agire sul tuo coraggio.
Il coraggio è un sussulto anarchico della mente
“Il coraggio non è l’assenza di paura, ma piuttosto il valutare che qualcos’altro è più importante della paura.” – Ambrose RedMoon “Il coraggio è resistenza alla paura, padronanza della paura – non assenza di paura.” – Mark Twain “Il coraggio è essere spaventati a morte, ma partire lo stesso.” – John WayneMi sono sempre piaciute queste definizioni di coraggio… mi attivano, mi suggeriscono che il coraggio è la capacità di farti agire a dispetto della paura.
La parola coraggio deriva dalla radice latina cor, che significa “cuore” e per poter essere agito richiede l’uso della neocorteccia.
Ormai mi sono convinto che più si impara ad agire a dispetto della paura, più si diventa degli esseri umani integri ed autentici.
Quanto più si segue la paura, tanto più si vive come uno schiavo; un mammifero che si colloca più in basso nella scala evolutiva.
Quindi la domanda è: “Sei un uomo o un topo?”
Certo, le persone coraggiose hanno comunque paura, ma non permettono che la paura li paralizzi. Le persone che non hanno coraggio daranno peso alla paura più spesso con l’effetto a lungo termine di rinforzare la paura.
Evitare di affrontare una paura ci fa sentire sollevati e questo purtroppo agisce come una ricompensa psicologica (sicuro rafforzamento del comportamento da simil-topo in fuga dal pericolo). Tutto questo renderà ancora più probabile che in futuro si eviterà di affrontare nuovamente la paura.
Quindi, più si eviterà di esporsi più c’è il rischio di sentirsi paralizzato nel compiere azioni di questo tipo in futuro.
Ti stai condizionando a diventare timido come un topo?
Col passare del tempo si rafforzano le reazioni automatiche legate alla paura al punto che è difficile immaginarsi di affrontarle. Si inizia a dare le paure per scontate; esse diventano vere… reali.
Ma c’è qualcos’altro che si muove dietro le quinte, non è vero?
Quella flebile vocina che ti ricorda che questo non è il tipo di vita che volevi. Vuole di più… Ti chiede molto di più.
La tua vocina desidera che tu divenga molto più ricco, desidera che tu abbia una relazione eccezionale, desidera una condizione fisica apprezzabile, desidera apprendere nuove competenze, viaggiare per il mondo, avere un sacco di amici meravigliosi, aiutare le persone nel momento del bisogno, lasciare una differenza significativa nel mondo.
Quella stessa voce ti dice di non sentirti sistemato per il lavoro che fai. Ti dice che il motivo per il quale hai dei problemi a motivare te stesso è che non stai facendo quello che realmente dovresti o brami di fare nella tua vita…perché hai paura.
Tu cosa fai? Ti rifiuti di ascoltarla, ma lei rimane lì a punzecchiarti attivando i tuoi rimpianti.
Hai paura di essere consapevole?
Come rispondi a questa voce che non ne vuole sapere di star zitta?
Che cosa farai quando ti confronti con quella sensazione viscerale che ti dice che qualcosa proprio non va nella tua vita?
Qual è il tuo modo preferito di farla tacere?
Forse soffocarla guardando la TV, ascoltando la radio, le lunghe ore di lavoro in un lavoro insoddisfacente, o il consumo di alcol e caffeina e zucchero bianco raffinato?
Ma ogni volta che che lo farai, starai abbassando il tuo livello di consapevolezza.
Tu sprofondi più in basso evolutivamente nella direzione del topo e contemporaneamente ti allontani dal diventare un essere umano pienamente consapevole.
Reagisci alla vita, invece di andare incontro in modo proattivo verso i tuoi obiettivi.
Cadi in uno sto di impotenza acquisita, in cui si cominciano a credere che i nostri obiettivi non sono più possibili o pratici per noi.
Ormai sempre più simili a un topo, si arriva al punto di convincersi che la vita vissuta in questo modo in fondo potrebbe non essere poi così male. Dopo tutto, la maggior parte delle persone sembrano sentirsi a loro agio in questo situazione.
Ti circondi dei tuoi compagni topi, e nelle rare occasioni in cui incontrate un essere umano pienamente consapevole, ti spaventa a morte per ricordarti quanto del tuo coraggio è andato perso.
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